Ottusità a 5 stelle: controlli da Gestapo sulle paritarie
La seduta al Senato del 21 luglio scorso ha inferto un duro colpo alle famiglie di 8 milioni di studenti, condannando la nazione a non ripartire, perché non è stato stabilito il diritto all’istruzione. Nessun riconoscimento per le detrazioni fiscali alle famiglie, come richiesto da tutti i partiti. In compenso i 5 Stelle hanno fatto passare una mozione che chiede maggiori controlli sulle paritarie, che già ci sono. Una misura da Gestapo.
La seduta al Senato del 21 luglio scorso ha inferto un duro colpo alle famiglie di 8 milioni di studenti, condannando la nazione a non ripartire, perché non è stato stabilito il diritto all’istruzione. L’ideologia – mista ad inconsapevole ignoranza - dei Pentastellati ha vinto la battaglia. Non la guerra. Sia chiaro: il vero nemico di questa ideologia è la scuola pubblica, paritaria e statale, altamente pericolosa perché produce … allievi indipendenti e critici contro ideologi incompetenti e ottusi.
Il 21 luglio sono state discusse 5 Mozioni sulle scuole paritarie presentate dalle varie forze politiche Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia con UDC, FDI, Italia Viva praticamente identiche nelle premesse - pubblica è la scuola paritaria come la scuola statale -, indiscusso anche per i 5 Stelle il ruolo della scuola paritaria per un sistema scolastico integrato italiano, secondo la Legge 62/2000, e last but not least la libertà di scelta educativa della famiglia è un diritto da tutelare. Parola di tutte le forze politiche.
La mozione del M5S, a differenza della altre 4, si focalizzava la necessità dei controlli sulle scuole Paritarie, presenti ex lege da 20 anni e via via perfezionati. Il concetto sotteso, neppure tanto velatamente, è che – come ripreso in svariate occasioni dalla Ministra – le scuole paritarie sono fondamentalmente diplomifici e covi di evasori, comprendendo nel mazzo gestori e utenti. Tutte.
Forse qualche eccezione, i Pentastellati, potrebbero farla per la Scuola Paritaria dove ha studiato e si è formato per anni il Presidente della Repubblica e per quelle dove studiano figli di illustrissimi membri del Movimento stesso e di molteplici parlamentari. Pertanto, se per un verso il M5S ha dovuto ammettere obtorto collo che pubblica è la scuola paritaria come la statale e addirittura che la libertà di scelta educativa è fondamentale per la famiglia, per l’altro verso ha chiesto agli alleati – in uno scambio tipico della convivenza forzata - di salvargli la faccia votando la “mozione dei controlli”.
Detto ancora più chiaramente, “noi ammettiamo che le paritarie non sono postifici e mercinomi, ma in cambio voi alleati ci date il contentino che permette di dire ai nostri che ancora qualcosa contiamo; quindi fate il piacere di votare che le paritarie devono essere controllate alla gestapo maniera”.
Peccato che lo siano già da decenni, e sempre meglio, vista l’informatizzazione generalizzata dei controlli incrociati. Peccato che le pochissime scuole (da zero virgola) che delinquono, su 12.000 sedi, lo fanno perché gestite da furbetti con protezioni che fanno rima con malavita ed esperti infiltrati al ministero. Ciò è ben noto agli ispettori (pochi…altro problema!) e ai vertici ministeriali. Basterebbe applicare le leggi che già ci sono e non tremare di fronte alle minacce, da parte di chi controlla.
Il cittadino intelligente, di fronte alla mozione Cinquestelle comprende benissimo sia il baratro di ignoranza (c’è quasi da ridere che ignorino la serietà di certi controlli odierni… sembra che non abbiano mai lavorato!), sia la malafede ideologica, che però – prima o poi – si avvita sulla propria inconsistenza giuridica, oltre che economica.
Evidentemente il PD come Italia Viva si barcamenano, non sono d’accordo ma cercano di mediare riducendo i danni, e forse anche questo è buon senso e gli va riconosciuto. Ma chi ragiona – il cittadino onesto, che desidera essere libero di scegliere la buona scuola pubblica paritaria o statale - si accorge immediatamente che i 5 Stelle si sono rivelati incompetenti e ottusi, perdendo non solo il consenso ma anche quella dignità politica di chi sta approfittando della pandemia per ricattare cittadini, alleati e opposizione.
Quali danni produce la mozione? Nessuno alle paritarie serie (il 99,9 %) che già adempiono alle norme di legge esistenti. Il problema è tutt’altro: il genitore povero non è libero di scegliere la paritaria, benché pubblica – come riconoscono i 5 Stelle; il genitore che fino al Covid poteva ancora ingiustamente pagare e le tasse e la retta, ora non può più farlo. Non paga, dunque la scuola non riceve le rette che servono per retribuire il personale e per pagare le tasse e i mutui, nonché il commercialista e il fiscalista che – viste le leggi in vigore da decenni e le eventuali complicazioni aggiunte su proposta pentastellata (dove è andata a finire la semplificazione?) – sono necessari, e poco male: chiuderà, diventerà un albergo o una casa di riposo, oppure sarà rilevata dalla malavita, o da chi, conoscendo i trucchi del mestiere, saprà come mettere a frutto l’impresa…
Nulla a che vedere con le mozione intelligenti degli altri partiti, che invocano con logica stringente la detrazione delle rette al 100%: per questa “non ci sono le risorse”. Peccato che tali contenute risorse eviterebbero la spesa di parecchi milioni di euro a settembre, quando gli alunni delle pubbliche paritarie defunte si riverseranno nelle pubbliche statali, già in surplus di 1mln 139mila studenti.