Omofobia, ci mancava pure l'Europarlamento
Dopo la bocciatura della risoluzione Estrela, il Parlamento Europeo prosegue nella sua "tabella di marcia contro l'omofobia e la discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere”.
Il 5 novembre la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha discusso un progetto di relazione “sulla tabella di marcia dell'UE contro l'omofobia e la discriminazione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere”. Dopo l’eclatante battuta d’arresto della relazione Estrela sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi, la lobby abortista/omosessualista torna all’attacco. Questa volta con la firma di Ulrike Lunacek, eurodeputata austriaca del gruppo dei Verdi, oltre che agguerrita attivista gay.
In questo progetto di relazione si fa largo uso di un sondaggio promosso quest’anno dall'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) sulle persone LGBT. Secondo questo sondaggio “un intervistato LGBT su due si sentiva discriminato o molestato a causa dell'orientamento sessuale, uno su tre è stato discriminato nell'accesso a beni o servizi, uno su quattro è stato aggredito fisicamente e uno su cinque è stato discriminato in materia di occupazione o di condizioni di lavoro”. Quello che si omette accuratamente, tuttavia, è che questo sondaggio – a parte il nome pomposo dell’agenzia che lo ha promosso – non ha nulla di serio né di scientifico. Si è trattato, infatti, di un banale sondaggio online al quale tutti potevano rispondere e che è stato largamente pubblicizzato da siti gay friendly in tutta l’UE... Possiamo dedurne quanto le risposte siano state ideologicamente fondate e poco rispondenti alla realtà. Tra l’altro, il progetto di relazione Lunacek si propone di analizzare a fondo azioni specifiche per i transgender e gli intersessuali, di trattare il tema delle cosiddette “famiglie” omosessuali, della libertà di riunione e di espressione (leggasi gay pride) e dei discorsi di incitamento all'odio e reati generati dall'odio (leggasi limitazioni alla libertà di espressione).
La procedura legislativa di questo progetto sembra avanzare rapidamente, come accade spesso per questo genere di iniziative fortemente sostenute dalle lobbies LGBT e laiciste. Al momento siamo soltanto ad una prima discussione, nella quale si è profilato un quadro politico generale inquietante: in commissione le voci di dissenso sono praticamente isolate e Roberta Metsola, eurodeputata maltese e responsabile del PPE per questo progetto, non ha esitato a dare il suo sostegno, cavandosela solo con qualche distinguo... Chissà come la penseranno i suoi numerosi elettori cattolici.
La Lunacek ha affermato che “c’è ancora tanto lavoro da fare e che l’UE ha l’obbligo di agire per combattere queste discriminazioni”. Ma qualcuno ha fatto osservare che persone come lei sono davvero lupi travestiti da agnelli, che in nome della lotta alla discriminazione tendono a far tabula rasa di qualunque opinione contraria all’imperante teoria di genere.
Finora soltanto la Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche (FAFCE) si è espressa contro questa ennesima iniziativa omosessualista proveniente dal Parlamento europeo. Staremo a vedere cosa succederà e se i deputati eletti sulla base di determinati valori sapranno opporsi a questa avanzata, iniziando a presentare emendamenti contrari prima della scadenza del 18 novembre.