Omicidio Stradale, peggio il rimedio del male
Il 9 marzo scorso La Nuova Bussola Quotidiana riportava tutte le perplessità per la nuova legge sull’omicidio stradale. L'inasprimento delle pene, anche in casi di mera distrazione, avrebbe potuto causare l'aumento dei casi di omissione di soccorso. E puntualmente così è stato: la pirateria su strada è aumentata del 20%
Il 9 marzo scorso La Nuova Bussola Quotidiana riportava tutte le perplessità per la nuova legge sull’omicidio stradale. Apparentemente dettata dal buon senso, la legge approvata a furor di popolo e quasi all’unanimità a seguito di tragici fatti di cronaca di pirateria della strada provoca un effetto collaterale che non ha tardato a manifestarsi: l’aumento delle omissioni di soccorso. Le prime statistiche confermano questi timori.
A prima vista, i dati del primo semestre del 2016, riportati sul sito di Asaps (Amici e sostenitori della polizia stradale) presentano sia miglioramenti che peggioramenti. Peggioramenti, prima di tutto: gli episodi gravi di pirateria stradale (con omissione di soccorso negli incidenti con feriti o morti) sono stati 556 contro i 484 dello stesso periodo del 2015, 72 in più, +14,9%. I feriti sono stati 664, cioè 89 in più rispetto ai 575 ingressi al pronto soccorso dello scorso anno. L’incremento qui è stato del 15,4%. Miglioramenti: le vittime dei pirati della strada nei primi sei mesi del 2016 secondo il report dell’Asaps sono stati 52, in diminuzione di 9 rispetto ai 61 nel 2015. Un calo del 14,7%.
Ma la legge non è entrata in vigore dal 1 gennaio. Occorre infatti vedere come sono cambiate le cose dal 25 marzo, data della sua prima applicazione. Dunque si devono esaminare i mesi di aprile, maggio e giugno, di cui disponiamo di dati certi. Il confronto ristretto a questi tre mesi mostrano un netto aumento di episodi gravi di pirateria della strada: 294 contro i 245 dello stesso trimestre del 2015. 49 incidenti in più e un incremento del 20% tondo. I feriti sono stati, nello stesso trimestre, 366, mentre nel 2015 erano stati 313, +16,9%. Ma è sui decessi che il dato si fa deludente in quanto le persone uccise da pirati della strada nel trimestre sono state 33, esattamente lo stesso numero del 2015. In pratica, dall’entrata in vigore dell’omicidio stradale, non sono diminuiti gli incidenti, non sono diminuiti i decessi, in compenso sono aumentati di un quinto (un dato notevole) i casi gravi di pirateria della strada, quelli con morti e feriti. La legge è inoltre servita poco a scoraggiare la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, perché nell’intero primo semestre del 2016 i casi di pirateria della strada legati al consumo di alcolici o droga sono stati il 15,2%, contro il 17,9% nel 2015. Forse i pirati della strada sono stranieri e non conoscono bene le nostre leggi? Non è vero neppure questo: solo una minoranza di episodi di pirateria (il 19,7% dei casi) vede uno straniero al volante. E nel 7,3% degli incidenti, lo straniero è vittima.
Perché aumenta la pirateria della strada? Perché la norma è troppo punitiva nei casi di distrazione. La gente ha paura di fermarsi a soccorrere la vittima, temendo di finire comunque condannata a pene detentive che arrivano fino ai 18 anni. Di questo è convinto Beniamino Migliucci (presidente dell’Unione Camere Penali): “Proprio la durezza delle pene e il rischio di subire un arresto obbligatorio, in alcuni casi, potrebbe portare alla fuga e a non prestare soccorso”. Dello stesso parere è Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club Italia. A suo avviso, le fughe che si registrano in questi tre mesi sono “…troppe per paura delle conseguenze, visto che non è pensabile che per chi si ferma a prestare soccorso scattino in automatico le manette. Il rischio è che non si fermi più nessuno e che le omissioni alla fine invece di diminuire aumentino”. Per il senatore di Idea Carlo Giovanardi, uno dei pochissimi oppositori della legge sin dalla prima ora, è arrivata l’ora del “te l’avevo detto”: “Si tratta di una legge proclama. Pura demagogia”. I dati che emergono dalla relazione dell’Asaps “non mi sorprendono – come dichiara a La Stampa -. Le persone hanno paura perché sanno che adesso, anche se si fermano a soccorrere un ferito, rischiano il carcere e allora, certo, l’impulso di fuggire diventa più forte”. Bene l’inasprimento delle pene “per chi guida ubriaco o drogato”, prosegue Giovanardi, “ma ci si doveva fermare lì. E invece ora abbiamo questa follia per cui se un incidente avviene perché si è fatta un’inversione di marcia dove non si poteva (a chi non è mai capitato?) e il ferito ha riportato una ‘lesione grave’ come la semplice frattura di una gamba, una madre di famiglia può finire in prigione”.
Che sia la volta buona di rimettere mano alla legge? E come? Nei giorni della sua approvazione, l’Unione delle Camere Penali individuava alcuni importanti punti deboli del testo: “… non avere previsto come adeguata attenuante ad effetto speciale (suggerita dalla UCPI) per chi presta soccorso, è un vero e proprio incentivo alla fuga. Chi provoca un incidente, se ha il minimo dubbio che il mezzo bicchiere bevuto possa avergli alterato il tasso alcolemico (e certo non può sapere di quanto!) nella maggioranza dei casi fuggirà. Con quali possibili conseguenze per le vittime è facile immaginare”. Gli avvocati constatavano come vi fosse, nel testo, una vera “presunzione di colpevolezza”: si presume che l’autista sia in mala fede, una sovversione dei principi cardine del diritto penale. Eppure il primo test dell’opinione pubblica, a giudicare dalle reazioni sui social network, pare fallito. Non solo ci sono pochi pentiti fra i sostenitori della legge sull’omicidio stradale, ma c’è anche chi (probabilmente la voce della maggioranza) vorrebbe inasprire le pene per i pirati della strada. Pena di morte? Qualcuno la propone, con gran disinvoltura. Aspettiamoci, dunque, un’escalation sia dei delitti che delle pene.