Omelia del 25 novembre 1942, Festa di Cristo Re
Omelia del 25 novembre 1942,
Festa di Cristo Re. Contro ogni forma di razzismo.
Ma che cosa sono davanti a Dio, le razze e i popoli sulla terra? È cosa buona domandarci questo, in un tempo in cui le teorie di classe, di razza e di popolo sono diventate il primo argomento di discussione tra gli uomini.
La prima cosa che affermiamo è che tutti i popoli, senza eccezione, sono nulla davanti a Dio. Dice il profeta: «Tutti i popoli sono un nulla davanti a Lui, ed egli li considera un nulla» (Isaia 40, 17). Nella storia dell’umanità, queste parole hanno avuto conferma molte volte, quando la mano di Dio, per varie ragioni, ha cancellato la presenza di interi popoli dalla faccia della Terra. La mano di Dio è in grado di fare questo anche oggi con ogni popolo, perché il Signore crea il piccolo e il grande (Sap. 6,8), se quel popolo non agisce secondo la legge da Lui posta.
La seconda cosa che affermiamo è che tutti i popoli e le razze vengono da Dio. In realtà, esiste una sola razza, e questa è la razza di Dio. Il suo certificato di nascita si trova nel Libro della Genesi, quando la mano di Dio dal fango della terra ha creato il primo uomo e gli ha infuso lo spirito di vita (Genesi, 2,7). Allo stesso modo ha creato per lui una compagna, e poi li ha benedetti dicendo «Crescete e moltiplicatevi e popolate la terra» (Genesi 1,28). Ogni appartenente a questa razza è uguale e tale rimarrà fino alla fine dei tempi, nella venuta su questa Terra e nella dipartita da essa, perché per tutti, senza eccezione, vale ciò che è stato scritto con il dito di Dio: «Polvere sei e polvere diventerai». (Genesi, 3, 19).
I membri di questa razza possono essere di maggiore o di minore cultura, possono essere di colore bianco o nero, possono essere separati dagli oceani, possono vivere al Polo Nord o al Polo Sud, ma rimangono una razza che viene da Dio e che deve servire Dio secondo le norme della legge di Dio naturale e positiva, iscritta nei cuori e nelle anime degli uomini e rivelata attraverso il Figlio di Dio Gesù Cristo, Re di tutti i popoli.
Perché quindi esistono diversi popoli, e qual è la loro funzione? Tutti sono qui senza differenze per servire e per glorificare Dio. […] Quanto meraviglioso deve essere Dio sapendo creare un regno vegetale tanto variegato! Quanto è vario il regno minerale! Quanto è vario il regno animale! Quale numero enorme di stelle vi è nel cielo! Quanto vasti sono gli oceani! Come balza all’occhio la straordinarietà della Sua grandezza, della Sua saggezza e della Sua forza, vedendo che Egli ha creato una tale quantità di popoli sulla Terra con un numero così grande di lingue! Da questa diversità di lingue e di popoli possono venire numerose nobili competizioni tra i popoli stessi, in grado di produrre l’avanzamento della loro cultura proprio come la vita nelle famiglie è molto più viva quando vi sono i figli.
Inoltre, l'appartenenza a un certo popolo può costituire una argine forte contro il degrado morale che proviene da un altro popolo. Dio ha avuto quindi grandi e sagge ragioni quando ha creato la varietà dei popoli, comandando agli uomini di nutrire nel cuore e nell’anima un amore sincero per il popolo a cui si appartiene.
Tuttavia, questa varietà non deve essere fonte di distruzione reciproca.
Giacché, ed è questa la terza cosa che affermiamo, ogni popolo e ogni razza, quale oggi si sviluppa sulla Terra, ha il diritto a condurre una vita umana dignitosa che è necessario onorare. Non esiste differenza fra gli uomini, appartengano essi alla razza zingara o a un’altra, siano neri o europei affamati, siano ebrei dalla pelle olivastra o superbi ariani, tutti hanno il diritto a dire: «Padre Nostro che sei nei cieli». E dal momento che Dio ha dato a tutti gli uomini tale diritto, quale potenza umana può negarla loro? Non esistono differenze tra i popoli: qualunque sia il loro nome, hanno il medesimo dovere di battersi il petto e dire: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
Per questo motivo la Chiesa cattolica ha sempre condannato, e anche oggi condanna, ogni ingiustizia e ogni violenza che si compie in nome delle teorie di classe, di razza e di appartenenza a un popolo poiché questa è cosa simile alla lotta di classe che compie il bolscevismo. Non si possono cancellare dalla faccia della Terra ebrei e zingari perché li si considera una razza inferiore. Se si accettano con tale facilità i princìpi di varie teorie senza fondamento, per quale popolo vi sarà sicurezza di vita sulla Terra? […]
Dal libro di Aleksa Benigar, Stepinac; traduzione di Guido Villa.