Olimpiadi ad alta tensione, atleti israeliani nel mirino
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Bandiera e inno d'Israele «non sono i benvenuti» a Parigi, dichiara un deputato di estrema sinistra col silenzio complice dei colleghi di coalizione. Nel Paese in stato di allerta gira persino un video che minaccia «fiumi di sangue».
Thomas Portes, deputato della sinistra estrema francese, La France insoumise, ha mandato in fermento un Paese intero sostenendo, a margine di una manifestazione pro-Palestina, che gli atleti israeliani «non sono i benvenuti alle Olimpiadi. E dobbiamo usare ogni leva a nostra disposizione per mobilitarci e denunciare la presenza dello Stato che oggi sta massacrando una popolazione», ha arringato la folla.
Silenzio unanime dei colleghi di coalizione, Verdi e Partito socialista: nessuno ha condannato le esternazioni del deputato che, al contrario, ha rilanciato: «Ritengo che la diplomazia francese debba esercitare pressioni sul CIO affinché la bandiera e l’inno israeliani non siano ammessi durante questi Giochi olimpici», ha spiegato a Le Parisien.
Un gigantesco mirino è stato stampato sulla schiena degli atleti israeliani. Invero, solo poche ore prima della cerimonia di apertura dei Giochi, il ministro degli Interni francese, Gérald Darmanin, ha dovuto dichiarare, in un’intervista in diretta televisiva, che gli atleti israeliani saranno protetti 24 ore su 24 durante i Giochi. Gli ha fatto eco Stéphane Séjourné, ministro dell’Europa e degli affari esteri, affermando che «Israele è il benvenuto ai Giochi Olimpici e Paralimpici. La Francia garantirà la sicurezza di tutte le delegazioni».
Da una settimana, circola anche uno strano video sui social: un uomo con il volto completamente nascosto dalla kefiah annuncia al mondo che «scorreranno fiumi di sangue» alle prossime Olimpiadi di Parigi. In lingua araba si rivolge «al popolo francese e al presidente francese Macron» per metterli al corrente del fatto che saranno puniti per aver sostenuto «il regime sionista nella sua guerra criminale contro il popolo palestinese». «Avete fornito armi ai sionisti, avete contribuito ad assassinare i nostri fratelli e sorelle, i nostri figli», aggiunge l’uomo, in piedi su uno sfondo grigio, e con gli occhi puntati alla telecamera. Una bandiera palestinese in petto è l’unico tocco di colore dell’inquietante video.
«Avete invitato i sionisti alle Olimpiadi. Pagherete per quello che avete fatto. Fiumi di sangue scorreranno per le strade di Parigi. Questo giorno si avvicina, se Dio vuole. Allah è il più grande».
Il video, pubblicato originariamente su un sito di notizie egiziano, ha fatto il giro dei social e in alcuni casi è stato oscurato. Non è stato condiviso sui canali ufficiali di Hamas (cui è stato attribuito, senza però nessun indizio o emblema che vi si possa collegare) o di qualsivoglia altra organizzazione terroristica. Nonostante ciò, è difficile che lo si possa considerare innocuo. Foss’anche, semplicemente, per il carattere di incitamento all’odio manifesto e fonte di ispirazione.
Qualcuno li chiamerebbe “lupi solitari”, ma è un pericolo anche solo descriverli così. La loro azione non è quasi mai improvvisata o dettata da ragioni personali. E neanche conseguenza di frustrazione o disturbi mentali come ha avuto a dire, finora, sempre la stampa europea in seguito ad attentati di matrice ideologica islamica, ma senza rivendicazione di organizzazioni terroristiche varie, per smorzarne l’entità. Non è un caso che, fino a quando lo Stato islamico è stato più operativo, ha definito tutte le volte “soldati” quanti compivano attentati in Occidente con armi bianche o auto lanciate sulla folla o, ancora, ordigni fai da te e senza un vero mandato.
Solo ieri, due diciottenni sono stati individuati dai servizi della Dgsi e arrestati a Gironda – dipartimento della Nuova Aquitania, non lontano da Bordeaux – perché è emersa, dai movimenti sui social, la pianificazione di un attentato le cui motivazioni sarebbero legate a rivendicazioni islamiche, secondo quanto riferisce la Procura nazionale antiterrorismo.
Intanto, ci sono già atleti israeliani che hanno ricevuto minacce di morte, contattati direttamente via sms o e mail. Per proteggerli un’unità antiterrorismo francese d’élite sarà schierata per creare un anello d’acciaio che seguirà la delegazione costantemente. Agenti israeliani armati sono stati inviati a Parigi per coadiuvare le forze dell’ordine francesi nell’assistenza e protezione della squadra olimpica.
È dal 7 ottobre che la delegazione olimpica d’Israele vive nell’incubo e dribbla accuse varie e tentativi di esclusione dai giochi. Riecheggia come un monito, così, il ricordo del massacro di undici israeliani rapiti e uccisi da palestinesi alle Olimpiadi di Monaco del 1972.
Giovedì, una speciale cortina di ferro è piombata sul centro di Parigi, e non solo, con l’inizio di un nuovo perimetro antiterrorismo lungo le rive della Senna, isolando un’area lunga chilometri da parigini e turisti che non avevano richiesto in anticipo un pass. La parola chiave è “codice QR”: il lasciapassare che garantisce l’accesso oltre le sinuose barriere metalliche che delimitano la zona di sicurezza istituita per proteggere la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici e tutti gli spazi sede delle competizioni.
La Francia ha schierato circa 35.000 poliziotti al giorno durante i Giochi, raggiungendo il picco di 45.000 unità per la cerimonia di apertura, ha detto alla CNN un portavoce del ministero degli Interni francese. Secondo Dale Buckner, CEO della società di sicurezza Global Guardian, una delle minacce più grandi sono gli attacchi informatici, che potrebbero mettere a rischio le reti elettriche, di comunicazione o di trasporto del Paese. Alla CNN ha riferito che all’interno di Parigi è stata allestita una base militare di dimensioni mai viste dalla Seconda guerra mondiale. «Non ho mai visto un dispiegamento di sicurezza così grande e massiccio nella nostra capitale, nemmeno dopo il tragico attentato terroristico di cui abbiamo sofferto nel 2015», ha detto il generale Chasboeuf. «Sarà tutto completamente sicuro».
I Giochi iniziano in una città stanca e nell’incubo non solo di non saper mostrare la sua grandiosità. I nuovi parametri antiterrorismo hanno già mandato su tutte le furie i gestori di bar, ristoranti ed esercizi commerciali. Che, in ragione delle “pesanti misure di sicurezza” legate ai Giochi olimpici, deplorano, finora, un calo del fatturato del 30%. Le strade hanno accessi limitati e terrazze e dehors sono stati chiusi tutti.
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