Ogni anno che comincia è il respiro dell'Amore
Tutti uguali e tutti diversi. Gli anni della vita procedono ineluttabili nel giro della terra e degli astri, puntuali come un orologio di precisione. ma è successa una cosa strana: lo spazio e il tempo sono stati toccati da una presenza estranea. Dal primo Natale, da quando il Verbo si è diventato carne e venne ad abitare in mezzo a noi, il punto dell’attrattiva finale e conclusiva cammina con noi e ha domandato il grembo e il cuore di una Madre.
Tutti uguali e tutti diversi. Gli anni della vita procedono ineluttabili nel giro della terra e degli astri, puntuali come un orologio di precisione. Producono fatti, lanciano nomi, modificano sistemi, cambiano persone. Il tempo è dunque una ruota fatale che ci trascina e ci sgretola nell’ingranaggio? Dove sta il principio del meccanismo, la cabina di comando?
In superficie, vediamo muoversi uomini e donne, per strade e case, botteghe e luoghi di lavoro. Al di sotto, i giri dell’economia, gli intrecci della burocrazia, le manovre della politica. Più in profondità, si suppone esista qualcosa o qualcuno più misterioso, qualificato come il grande manovratore, il segreto capitano di vascello che non scende mai in coperta. Secondo gli antichi, esiste il Fatum, il destino cieco che sballotta a caso le navi in navigazione in uno spazio troppo ristretto.
Dove ci conduce il tempo? Fin dove arriva lo spazio? Quanta aria consumiamo e dove andiamo a finire quando non respiriamo più?
E’ successa una cosa strana. La materialità dello spazio e la sequenza del tempo sono state toccate da una presenza estranea, da un elemento diverso. Tra le rocce spunta un fiore. Le gocce di rugiada brillano sulla terra secca. L’imperversare prestabilito dei giorni e delle ore, il procedere fatale dei fatti, vengono improvvisamente trascinati dentro un vortice che li scuote e li mobilita. Uno, più uno, più uno o più centomila: l’accumulo del conteggio dei giorni e delle ore viene scompigliato. Salta il meccanismo della fatalità ed emerge un punto di attrazione, un punto omega verso il quale tutta la realtà converge.
Non è solo il punto finale della storia, corrispondente al punto di scoppio del Big Bang iniziale. Non è un fenomeno fisico o chimico, un’irruenza delle forze che si intrecciano nell’universo. E’ di altro tipo. L’attrattiva di un Amore che abbraccia il mondo e gli uomini, li compone in unità e li conduce a pienezza. Questo punto non abita fuori dell’universo, né appena ai suoi confini.
Dal primo Natale, da quando il Verbo – senza del quale nulla è stato fatto di ciò che esiste – si è diventato carne e venne ad abitare in mezzo a noi, il punto dell’attrattiva finale e conclusiva cammina con noi, sostiene e rianima cuore ed energie. Ha domandato il grembo e il cuore di una Madre, s’è appoggiato all’amicizia di uomini e donne. Il suo calendario, fatto di Santi, comincia con il nome della Madre dell’Uomo nuovo.
Non camminiamo più spenti e rassegnati, raggelati nei nostri egoismi ed esaltati dalle nostre pretese. Camminiamo amati e provocati ad amare. Non in un ingorgo di cose che alla fine ci soffoca, ma in un cammino di libertà e di amore che raccoglie tutti gli elementi della vita e si apre a tutti i compagni di strada. L’amore che muove il sole e le altre stelle conduce i nostri passi e allieta la compagnia della vita verso il compimento.
Con decisa insistenza l’hanno ripetuto le parole e i gesti dell’Anno della misericordia. Con la bellezza di una novità permanente lo richiamano il Vangelo e l’Eucaristia di ogni giorno. Lo vivono i cristiani che credono e sperano. Ogni bambino che nasce, ogni giorno che spunta, ogni anno che comincia è un respiro dell’Amore che avvolge il mondo.