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COSTUME

Occidente e islam divisi dal cane

Mentre in Italia la presenza dei cani è imposta ovunque, nell'Iran degli ayatollah un giornale viene fatto chiudere per aver ospitato un appello per un cane smarrito. Perché l'islam vieta l'uso dei cani, animali considerati impuri.

Creato 20_12_2012
Per l'islam il cane è impuro

Mentre l'Occidente diventa sempre più animalista, l'islam torna sempre più al VII secolo. Vediamo perché. Occidente: solo in Italia i quotidiani, alla disperata ricerca di nuovi lettori, riservano pagine intere ai “pets”, gli animali domestici che nella sola Milano hanno superato il numero dei bambini. Anche «Striscia la notizia» si è accorta che, affiancando un cane ai due presentatori tradizionali, l'audience aumentava. E ha inventato un nuovo «amico degli animali» (dopo il defunto Angelo Lombardi) come inviato speciale e vendicatore delle bestiole.

Non tutti sanno che a Hollywood i grandi attori sono restii a lavorare con animali, perché sanno bene che questi ultimi «rubano la scena», cioè tutti gli occhi degli spettatori sono puntati su di loro e non sulla star. Come ha dovuto constatare il buddista Richard Gere col suo «Hachiko»: il protagonista del film, fin dal titolo, era il cane, tanto che, se al posto di Gere ci fosse stato qualcun altro, nessuno se ne sarebbe accorto.

Ora, quantunque i musulmani siano tra noi copiosi e ormai da gran tempo, quasi nessuno sa che, per loro, il cane è un animale impuro, impurissimo, e che il peggiore insulto che possano proferire contro qualcuno è dargli del «cane». L'esperto di cose inglesi, G. Amato, ha riferito che nel Regno Unito, faro e avanguardia mondiale del relativismo politicamente corretto, i non vedenti locali se la passano piuttosto male per via dei loro cani d'accompagnamento: se l'autista del taxi o del bus è musulmano, non li fa salire. Ed è un bel busillis sia per la polizia che per la magistratura, divise tra il rispetto per le minoranze islamiche e quelle indigene. Sarà un bel problema per il legislatore britannico: salvaguardare il diritto dell'handicappato a montare sul bus e sul taxi col suo cane (senza il quale non può, ovviamente, muoversi) o quello del musulmano a non contaminarsi con la vicinanza della bestiola? La polizia albionica, in attesa di decisioni superiori, per non avere rogne non fa annusare dai cani anti-esplosivo i sospetti terroristi di matrice islamica, preferendo le ispezioni condotte da personale umano (maschile, naturalmente). Anche per tutto questo si creano gli autoghetti, perché in un condominio occidentale un musulmano avrebbe (e creerebbe) problemi. Con buona pace dei fautori del «melting pot», quella famosa società mista che nessuno, in realtà, vuole, soprattutto gli immigrati.

Ci si chiederà come facciano, nei Paesi islamici, coi cani. La risposta è ovvia: non fanno. Ma il contagio occidentale si trasmette via etere, e non c'è modo di contrastarlo in maniera definitiva. In Iran, per esempio, pare proprio che i proprietari di cani ci siano, ma vivano in modo defilato. Si è appreso solo il 17 dicembre 2012 che il quotidiano «Varash» (15mila copie di tiratura) è stato sospeso su ordine del Consiglio di Sorveglianza sulla Stampa iraniana per aver pubblicato l'annuncio dello smarrimento di un cane. Violando così la legge islamica che vieta l'uso di questi animali domestici. Il quotidiano è stato sospeso lo scorso sabato, ma la notizia è stata resa pubblica solo il 19 dicembre dai siti d'informazione iraniani quali «Radiozamaneh» e «Herana».

L'Iran è grande e il giornale in questione usciva in una lontana provincia. Ma di certo avrà pubblicato anche il nome o almeno il recapito telefonico del proprietario, al quale far capo per la restituzione dell'animale e incassare la ricompensa. Non vorremmo essere nei suoi panni, dal momento che a casa si è visto spuntare non il cagnetto bensì la polizia. Cave canem in Iran. Non vogliamo sapere che fine farà la bestiola quando l'accalappiacani islamico l'avrà acciuffata. Né intendiamo perdere tempo consigliando ai militanti animalisti (occidentali, cela va sans dire) un blitz da quelle parti, magari con una nave affittata all'uopo e strombazzamento propagandistico. E' più comodo sfondare le vetrine dei pellicciai europei, perché, male che vada, il giudice li assolverà per l'«azione di alto contenuto morale». E i blitzaioli saranno portati in trionfo dai milanesi, i quali, come già ricordato, ai figli preferiscono i «pets». I famosi «pets `e core».