Nuovi scontri nella Repubblica Centrafricana
Non si ferma la violenza nella Repubblica Centrafricana nonostante gli accordi di pace di giugno. 14 province su 16 sono sotto il controllo di gruppi armati islamici e cristiani
L’11 e 12 novembre la capitale della Repubblica Centrafricana Bangui è stata teatro di gravi episodi di violenza. Sabato 11 novembre delle bombe sono state lanciate sulla folla che assisteva al concerto di un cantante, al confine della zona musulmana della città. Il bilancio dell’attentato è stato di quattro morti e una ventina di feriti. Senza aspettare rivendicazioni, lo spargersi della voce che a compiere l’attentato erano stati dei musulmani ha provocato il giorno successivo la reazione di gruppi più o meno legati all’organizzazione di autodifesa cristiana Anti-balaka. Durante gli scontri tre giovani musulmani sono stati uccisi, due sgozzati e uno picchiato a morte. Il 15 novembre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha esteso il mandato della missione Onu di peacekeeping Minusca al 15 novembre 2018 e, in seguito all’intensificarsi dei combattimenti tra gruppi armati musulmani è cristiani, ha aumentato di 900 unità il personale militare della missione. Attualmente 14 delle 16 provincie del paese sono sotto il controllo di gruppi armati, gli sfollati sono oltre 600.000, i rifugiati nei paesi vicini sono 500.000, circa 2,4 milioni di centrafricani, vale a dire la metà della popolazione, dipendono per vivere dagli aiuti internazionali.