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Induismo

Nuovi episodi di intolleranza in India

Cinque casi sono stati riportati nell’arco di una settimana, verificatisi in cinque diversi stati, tutti riconducibili a movimenti nazionalisti indù

 

 

 

In India si moltiplicano gli episodi di violenza contro i cristiani di cui i nazionalisti indù sono autori o istigatori. L’ong Citizens for Justice and Peace denuncia cinque casi di violenza e violazione della libertà religiosa di cui è venuta a conoscenza, verificatisi tra il 13 e il 20 ottobre. A Sultanpur, nell’Uttar Pradesh, il 13 ottobre la polizia ha interrotto una riunione di preghiera in seguito alla denuncia presentata da Sarvesh Singh, il presidente del National Gau Raksha Vahini, una organizzazione la cui missione è la tutela e la protezione delle vacche, animali sacri per la religione indù. Singh ha accusato il gruppo di fedeli di conversioni forzate e la polizia ha proceduto all’arresto di una coppia e al fermo di altre persone. Sempre il 13 ottobre nell’Orissa i partecipanti a un altro gruppo di preghiera sono stati attaccati da persone appartenenti al movimento nazionalista indù Bajrang Dal che li accusavano di conversioni forzate e proselitismo. La polizia in questo caso è intervenuta in difesa dei fedeli, ma ha lasciato liberi e impuniti i responsabili. Il 17 ottobre in un altro stato indiano, il Chhattisgarh, una famiglia cristiana stava per seppellire un famigliare nel cimitero del proprio villaggio quando sono sopraggiunti dei militanti del Bajrang Dal e del Vishwa Hindu Parishad, una altro movimento induista, che si sono opposti alla tumulazione. Temendo una esplosione di violenza la famiglia ha accettato di seppellire il cadavere lontano dal villaggio. Un altro incontro di preghiera è stato interrotto da militanti del Vishwa Hindu Parishad e dalla polizia il 17 ottobre nel Bihar. Ai fedeli sono stati confiscate Bibbie e altri testi di devozione e un Pastore è stato trattenuto per ore, prima di essere rilasciato. Ingine il 20 ottobre nell’Uttar Pradesh degli agenti di polizia hanno fatto irruzione nell’abitazione di una famiglia cristiana dopo che gli abitanti del villaggio avevano denunciato conversioni forzate. Ancora una volta si tratta di una accusa infondata, ma tre membri della famiglia sono stati arrestati.