Nuovi cardinali, l'ascesa delle periferie
Il prossimo 14 febbraio il Papa consegnerà la berretta rossa a venti nuovi cardinali, quindici elettori e cinque ultraottantenni. Per Francesco, la porpora è un riconoscimento personale, non esistono sedi cardinalizie di diritto. Nessun nuovo cardinali arriva dagli Usa. Tanti dai paesi emergenti. Sorprese anche per l'Italia.
Il prossimo 14 febbraio il Papa consegnerà la berretta rossa a venti nuovi cardinali, quindici elettori e cinque ultraottantenni. Lo schema scelto da Francesco è il medesimo dello scorso anno: non esistono sedi cardinalizie di diritto, la porpora è un riconoscimento personale, al singolo e non a una città. E pazienza se la storia e la prassi hanno sempre detto il contrario.
Lo dimostra il caso italiano, dove ancora una volta lo sguardo del Papa s'è posato non sulle quotate Venezia e Torino, bensì su Ancona e Agrigento. L'attenzione geopolitica del Papa è confermata dalla decisione di creare quindici porporati elettori provenienti da ben quattordici nazioni: cinque europei, due africani, due centroamericani, due dall’Oceania, tre asiatici, un sudamericano.
Balza subito all’occhio – cosa immediatamente notata sui social network dagli osservatori d’oltreoceano – l’assenza di statunitensi dalla lista. E’ la seconda volta che accade in due concistori. Un segnale che conferma l’esistenza di un problema “americano” nella chiesa di Francesco, e che non è neppure marginale, come continuano a confermare le dichiarazioni, quasi mai smentite a posteriori, di prelati e porporati di primo piano (compreso anche qualche elettore all’ultimo Conclave, come dimostrano da ultimo le recenti parole dell’arcivescovo emerito di Chicago, il cardinale Francis George). Di pretendenti ce n’erano tanti, a cominciare da colui che ospiterà il Pontefice all’Incontro mondiale delle famiglie del prossimo settembre, l’arcivescovo di Philadelphia, mons. Charles Chaput. Senza dimenticare, oltre ai presuli di Los Angeles (Gomez), di Detroit (Vigneron), di Baltimora (Lori), mons. Blaise Joseph Cupich, da Francesco nominato a sorpresa arcivescovo di Chicago qualche mese fa senza chiamare in causa la congregazione per i Vescovi né interpellare l'arcivescovo uscente.
Il Papa guarda ancora una volta alle periferie del mondo, con porpore che vanno all’Etiopia e Capo Verde in Africa, dalla Nuova Zelanda alle Isole Tonga in Oceania, fino alle frontiere del Myanmar, della Thailandia e del Vietnam. In Sudamerica, tocca all'Uruguay con la creazione cardinalizia dell'arcivescovo di Montevideo, il salesiano Daniel Fernando Sturla Berhouet. Niente da fare per il primate, l'arcivescovo di San Salvador de Bahia, Murilo Krieger. In Spagna, Bergoglio lascia fuori il primate (Rodriguez Plaza) e i titolari di Siviglia e Madrid, mentre premia il neopresidente della conferenza episcopale locale, mons. Ricardo Blazquez Pérez, succeduto lo scorso marzo al conservatore Antonio Maria Rouco Varela.
Dall’Italia due nuovi cardinali, a sorpresa: mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e in prima linea nell’emergenza immigrazione (fu lui ad accompagnare a Lampedusa il Pontefice) e mons. Edoardo Menichelli, vescovo settantacinquenne di Ancona-Osimo, nome del tutto imprevedibile, benché avesse partecipato al recente Sinodo straordinario sulla famiglia in qualità di membro di nomina pontificia. Rimangono fuori Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, e Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, nonché il quotatissimo Bruno Forte, vescovo di Chieti-Vasto e sempre in predicato di una promozione a una diocesi di rango più elevato. Dall'America centrale giungeranno a Roma, tra poco più d'un mese, l'arcivescovo di Morelia, il messicano Alberto Suarez Inda, e per la prima volta un presule da Panama, il vescovo di David, José Luis Lacunza Maestrojuan.
Cinque porpore anche ad arcivescovi e vescovi ultraottantenni "che si sono distinti per la loro carità pastorale nel servizio alla Santa Sede e alla Chiesa". Tra loro, il pro-penitenziere emerito, il sardo Luigi De Magistris, rimasto senza berrette (a differenza dei predecessori e successori nell'incarico) nonostante sia prossimo agli ottantanove anni d'età.