Nullità matrimoniale, un dossier agita il Vaticano
Il quotidiano tedesco Die Zeit parla di rivolta contro il Papa e dichiarazioni di guerra in vista del Sinodo. A quanto raccolto da La Nuova BQ nulla di tutto questo, ma un rapporto dettagliato che critica metodi e contenuto del Motu Proprio con cui papa Francesco ha riformato il processo per accertare l'eventuale nullità dei matrimoni.
Vatileaks è passata, un Papa s’è dimesso, ma i dossier continuano a girare nei Sacri palazzi. L’ultimo ha a che fare con il doppio motu proprio di Francesco che riforma il processo di nullità matrimoniale. Un provvedimento che, come prevedibile, non ha trovato il gradimento unanime, oltretevere.
A dar notizia del “rapporto” è il quotidiano tedesco Die Zeit, secondo cui nelle pagine del dossier sono elencate “le presunte colpe del Papa”. Elencate, si legge, “in modo sistematico”. Un altro prelato anonimo, sentito dallo Zeit, ha detto senza mezzi termini che “Francesco ha fatto cadere la maschera”. Si menzionano “monsignori indignati”, qualcuno pronto anche a organizzare una non meglio specificata ribellione – magari sfruttando l’imminente Sinodo ordinario sulla famiglia.
A ogni modo, il documento di cui scrive il giornale tedesco circolerebbe “nei principali uffici del Vaticano”, compresa “la congregazione per la dottrina della fede e la Segreteria di stato”. L’accusa principale mossa al Pontefice è quella di aver dato il via libera a una sorta di “divorzio cattolico”. Il processo legislativo della Chiesa cattolica è ormai “minato”, si aggiunge. Proprio su quest’ultimo punto, nel rapporto si legge che “nessuna delle misure previste dalla procedura legislativa” è stata seguita nella scrittura dei due motu proprio: Non sono state consultate “né le conferenze episcopali né le congregazioni e i consigli competenti, né la Segnatura apostolica”.
Ancora, si evidenzia come non vi fosse “alcun accordo unanime” al Sinodo dello scorso anno circa la possibilità di snellire la procedura di nullità matrimoniale. Infine, “la procedura selezionata contraddice la sinodalità tanto decantata e il proposito di una discussione aperta”. Il passaggio più insidioso e grave, riporta sempre lo Zeit, è quello in cui si fa riferimento all’erosione del dogma dell’indissolubilità del matrimonio, tanto che un “curiale di alto profilo ha detto che ‘Ora dobbiamo aprire la bocca’”.
A quanto risulta alla Nuova Bussola Quotidiana, parlare di “rivolta” a proposito del contenuto del dossier è probabilmente esagerato. Nessuna minaccia alla figura del Papa né ultimatum o promesse di battaglia campale al Sinodo. Il tutto ruota attorno al motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesus che riforma il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio nel Codice di diritto canonico. In particolare, viene criticata la modalità che ha portato alla redazione del documento: nell’iter, infatti, non è stata interpellata la Congregazione per la dottrina della fede. Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto, ha conosciuto il testo solamente martedì mattina, giorno della conferenza stampa di presentazione dei motu proprio, poco prima che il suo segretario, mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, intervenisse in sala stampa.
Che non siano stati coinvolti neppure gli “uffici competenti” l’ha confermato il cardinale Francesco Coccopalmerio quando, prendendo la parola durante la conferenza di presentazione, ha chiarito di farlo non in qualità di presidente del Pontificio consiglio per i Testi legislativi, ma solo in quanto membro della speciale commissione ad hoc istituita un anno fa dal Papa.
Se l’eliminazione della doppia sentenza conforme non ha provocato clamorose reazioni negative, e su questa c’era un generale consenso, ben più ostica appare ai redattori del dossier la questione del “processo breve”, che assegna al vescovo diocesano poteri di fatto sterminati. Anche perché non è passato inosservato il modo in cui è stato formulato il primo paragrafo dell’articolo 14 del motu proprio: l’elenco che menziona le circostanze che possono consentire la trattazione della causa di nullità del matrimonio per mezzo del processo breve si chiude infatti con un “ecc.” che apre a ogni possibile interpretazione in merito.