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Chiesa sotto accusa

Non si fermano in India gli abusi contro i cristiani

Gioia per la liberazione del preside di una scuola diocesana, ma sempre nuove denunce infondate gettano sospetti e alimentano la diffidenza nei confronti dei cristiani

Non finirà in carcere monsignor Gerald Almeida, vescovo di Jabalpur, che era stato accusato di truffa dalla Commissione per la protezione dell’infanzia per presunte irregolarità nella gestione di un ostello per ragazzi tribali di proprietà della diocesi. Lo ha stabilito l’Alta corte del Madhya Pradesh, uno degli stati indiani in cui i cristiani subiscono frequenti abusi e violenze. È stato scarcerato anche Nam Singh Yadav, preside laico di una scuola situata nel villaggio di Junwani e gestita dalla diocesi di Jabalpur, che il 7 marzo era stato arrestato con l’accusa di aver commesso abusi sessuali nei confronti di alcune studentesse. Le accuse sono cadute perché le ragazze hanno negato di aver subito abusi sessuali. I loro genitori hanno chiesto che sia svolta una indagine per appurare chi ha formulato le false accuse. Prendere di mira le istituzioni scolastiche con ispezioni continue e false accuse è uno dei modi usati in India per perseguitare i cristiani. L’ultimo caso usato a pretesto per screditare i cristiani riguarda il ritrovamento nel corso di una ispezione alla Nirmal Jyoti School del villaggio di Bina di un feto umano chiuso in un barattolo riposto nel laboratorio di biologia della scuola. La notizia è stata fatta circolare nei giorni di Pasqua, ha fatto nascere sospetti di abusi e subito sono state organizzate delle manifestazioni per chiedere la chiusura della scuola. È poi stato appurato che il barattolo contente il feto proveniva dall’ospedale della diocesi, si trovava da tempo nel laboratorio ed era stato usato molti anni prima per delle lezioni di scienze.