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LITURGIA E PANDEMIA

Non di solo gel vive l'uomo: tornano le acquasantiere

Una nuova lettera della Cei decreta il ritorno dello scambio di pace e dell'acqua benedetta all'ingresso delle chiese (pressoché sparita dal febbraio 2020).

Borgo Pio 03_12_2022

Un nuovo passo verso la normalità, dopo le misure che nell'"era Covid" hanno segnato anche la celebrazione della liturgia e l'accesso ai sacramenti. Ieri, 2 dicembre, la Conferenza Episcopale Italiana ha inviato una lettera ai vescovi contenente un lieve ma significativo aggiornamento in materia di Misure di prevenzione della pandemia.

La novità principale riguarda l'acqua benedetta: «è possibile tornare nuovamente a ripristinare l’uso delle acquasantiere», si legge nella lettera che per il resto, al di là del ritorno alla «consueta forma di scambio del segno della pace» (la stretta di mano), ripete sostanzialmente le indicazioni e le raccomandazioni già date lo scorso giugno. L'acqua benedetta era praticamente scomparsa dalle chiese a partire dalla fine di febbraio 2020, tranne laddove si era provveduto a installare dei dispenser automatici che escludessero il contatto.

L'acqua benedetta è un sacramentale, cioè uno di quei segni sacri che, pur non comunicando la grazia come fanno i sacramenti, dispongono però a riceverla (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1667) e a santificare le persone, gli oggetti, le case e le circostanze della vita. Va detto che il significato dei sacramentali è stato spesso un po' trascurato anche prima della pandemia, così che più di qualche fedele, entrando in chiesa, finiva meccanicamente per fare il segno di croce... con il gel igienizzante.