«Noi lo facciamo per Gesù»
La libertà da condizionamenti e da ricatti economici è una via spalancata che permette alle persone di giocarsi fino in fondo. Non soltanto nella collaborazione ad opere di carità, ma proprio nell'adesione alla fede cristiana.
Nel libro delle sue ‘Ultime conversazioni’ Papa Benedetto racconta l'opposizione a volte aspra che alcuni settori della Chiesa della Germania hanno esercitato nei suoi riguardi. Finisce con il dire che in Germania esiste 'un cattolicesimo strutturato e ben pagato' che genera nei dipendenti 'una mentalità sindacale'. Al contrario, nota che 'gli italiani non si possono permettere di pagare tutta questa gente, la collaborazione si basa quasi tutta sul volontariato'. Sante e vere parole! Papa Ratzinger porta l'esempio del meeting di Rimini, che 'si organizza completamente grazie al volontariato'. In realtà tutta la migliore vicenda del laicato cristiano, dalle piccole parrocchie alle diocesi, dai gruppi alle imprese di carità, cammina con le gambe e il cuore di persone che impiegano gratuitamente tempo ed energie. A riprova, si può notare che il clima della dedizione volontaria e libera si è diffuso ben al di lá delle famiglie cattoliche e dell'associazionismo confessionale, invadendo tante strutture al di fuori della Chiesa.
La libertà da condizionamenti e da ricatti economici è una via spalancata che permette alle persone di giocarsi fino in fondo. Non soltanto nella collaborazione ad opere di carità, ma proprio nell'adesione alla fede cristiana, che nell’odierno contesto sociale tende a venire emarginata; il che fa risaltare ancor più il valore della libertà delle scelte di ciascuno. La ricchezza e l’originalità della persona è l’estremo baluardo di fronte ad ogni potere, economico, politico, massmediatico.
Ma anche la persona, pur generosa, può ansimare, fino a rimanere bloccata. La delusione è un cane che tormenta senza sosta alla porta di casa, con lamentosi guaiti. La mancanza di riconoscimento da parte di chi è stato beneficato e il vuoto di gratificazioni da parte di chi guida, possono tagliare le gambe a quanti si gettano nell’agone. Ci si ferma ai bordi del campo, sperando che altri avanzino nella corsa.
Che cosa dunque libera compiutamente il cuore? Madre Teresa direbbe: “Noi lo facciamo per Gesù”. Questo è l’unico scopo totalmente liberatorio, l’unica condizione che permette la tenuta. Per mantenere questo riferimento a Gesù, occorre non percepirsi soli. L’esperienza dell’amicizia e della condivisione, vogando insieme nella stessa barca o in una piccola flottiglia, apre nuovamente il cammino. Il riconoscimento e l'accoglienza dei fratelli, che allarga i polmoni della comunione cristiana, fa respirare aria di Chiesa. I metodi diversi, la fatica della condivisione con altri gruppi ecclesiali può far tirare la lingua e spingere a un esercizio di pazienza. Insieme è meglio. La conferma dell’autorità ecclesiale, – capogruppo, sacerdote, vescovo – è conforto e rilancio: tutto è nostro, ma noi siamo di Cristo.