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CINEMA

Noè, l'improbabile ambientalista

Esce il 10 aprile in Italia il Kolossal "Noah", in cui il personaggio biblico è manipolato in chiave ecologista. Di questo passo dovremo aspettarci la rivisitazione di "Sodoma e Gomorra", con la distruzione causata dall'omofobia dei suoi abitanti.

Cinema e tv 09_04_2014
Noah, il film

Domani esce nelle sale italiane il kolossal "Noah". Vi proponiamo la traduzione di una acuta recensione dello scrittore americano Don Feder, apparsa sul sito GrassTopsUSA (http://www.grasstopsusa.com/df040714.html), che rileva il forte carattere anti-religioso del film.

Noah è una favola ambientalista, in cui si apprende che i cattivi (discendenti di Caino) costruiscono città, mangiano carne e fabbricano armi (probabilmente appartengono a una antidiluviana National Rifle Association). Si occupano anche di estrazioni minerarie a cielo aperto, nel processo di trasformare la terra in un deserto arido che somiglia all’Afghanistan senza i comfort.

 I buoni sono invece vegani che vivono nelle tende, non fanno troppo di qualsiasi cosa, e sono pochi, probabilmente perché praticano il controllo delle nascite. Una delle tante domande senza risposta di Noah è: se i buoni (discendenti di Seth) non mangiano carne, dove hanno preso le pelli degli animali che indossano? Presumibilmente queste sono le pelli di bestiole che si sono suicidate dopo aver meditato sullo specismo del genere umano.

L’epica anti-biblica di Darren Aronofsky, costata 130 millioni di dollari, ha quasi nulla a che fare con il racconto biblico del diluvio. C’è un’Arca, ci sono gli animali che camminano due a due, c’è un diluvio di proporzioni bibliche e un uomo chiamato Noè. E qui finiscono le somiglianze. Noah è un film anti-religioso, sostiene il controllo della popolazione ed è un allarme allegorico sul cataclisma prossimo venturo che, ci viene detto, sarà causato dal riscaldamento globale. Nel film, Dio è sempre nominato come “il Creatore”. Evidentemente Hollywood ha un problema con la parola Dio. 

La Bibbia descrive Noè come “un uomo giusto”, che era “integro tra i suoi contemporanei” e “camminava con Dio”. Il Noè di Aronofsky è quello che i laicisti chiamerebbero un fanatico religioso. Pieno di disgusto di sé e incline a scoppi violenti, egli si convince che Dio vuole distruggere completamente l'umanità. Così, l'unico scopo di Noè e della sua famiglia è quello di costruire l'Arca e salvare gli animali. Raggiunto questo obiettivo, le ultime persone sulla terra vanno verso l’estinzione. Alla prima del film, il Movimento per l'Estinzione Umana Volontaria e la PETA (la più potente organizzazione animalista americana, ndr) devono aver applaudito dai posti in prima fila.

Così come interpretato da Russell Crowe, Noè è talmente ossessionato che progetta di uccidere i suoi nipoti appena nati per prevenire la ripopolazione del pianeta. Questa è la visione di Hollywood sui credenti cristiani ed ebrei, ovvero che il loro fanatismo sconfina nella psicosi e conduce all’odio e all’omicidio. La vecchia scena del Noè di Bill Cosby (“Bene, cos’è un cubito?”) è più vicina alla Genesi, e anche molto più divertente.

La Scrittura è un po’ vaga circa le ragioni del Diluvio. La Bibbia spiega: “Ora, la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza. Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta” (Genesi 6, 11-12). Corrotta in che senso? Dio distruggerebbe il mondo a causa delle ruberie? Più avanti nella Genesi, le città cananee di Sodoma e Gomorra verranno distrutte, stavolta col fuoco, a causa delle deviazioni sessuali. Provate a immaginare Hollywood produrre un film che inveisca contro l’immoralità sessuale, quando l’industria dell’intrattenimento segue Lady Gaga sull’omosessualità e presenta la convivenza, l’adulterio e l’aborto come scelte di vita.

Noah non parla del peccato in senso tradizionale, ma del “peccato ambientale”, come raccontato nel vangelo di Sant’Al (Gore): “E Dio guardò ai gas serra e vide che non andavano bene. Ed Egli disse: Lasciamo sciogliere le calotte polari e aumentare il livello del mare finché tutto quel che resterà sarà Kevin Costner sulla sua barca alla ricerca di terraferma”. In un’intervista concessa alla rivista New Yorker, Aronofsky ha ammesso: “C’è una grande affermazione nel film, un messaggio forte riguardante il prossimo diluvio causato dal riscaldamento globale”. In un altro passaggio, egli descrive Noè come “il primo ambientalista”. E The Hollywood Reporter parla dei “pesanti messaggi catastrofisti ecologici”.

Il culto del riscaldamento globale ha tutte le caratteristiche di una religione: profeti (Al Gore, i sapienti di Hollywood, gli scienziati alla disperata ricerca di sussidi pubblici per la ricerca); il male (i motori a combustione interna, le centrali a carbone, la crescita della popolazione); il bene (le misure per tagliare le emissioni di CO2); e la salvezza/redenzione (sanzioni draconiane per coloro che emettono carbonio, limiti severi alla riproduzione umana per diminuire l’impronta ecologica, e l’eventuale abrogazione della rivoluzione industriale). Coloro che dissentono non hanno semplicemente torto, sono eretici etichettati come "negazionisti" del cambiamento climatico. Gli ambientalisti organizzerebbero anche delle auto-da-fe davanti al Palazzo delle Nazioni Unite se non fosse per la preoccupazione dell’inquinamento causato dalla carne bruciata.

Ma il culto del riscaldamento globale diverge dalla religione tradizionale in due aspetti rilevanti. Il giudaismo e il cristianesimo hanno l’uomo al centro, mentre il “riscaldamentismo” è centrato sul pianeta. In Noah le parole del primo capitolo della Genesi sono messe in bocca al cattivo Tubal-caìn, che dice a Noè che gli animali devono servire all’uomo (cioè che abbiamo il dominio sul mondo naturale), a dimostrazione di quanto questa sia una brutta idea.

C’è un’altra differenza. Generalmente, la religione non può essere scientificamente provata né smentita, perché è basata sulla fede. Sebbene i suoi aderenti non lo ammettano, anche il “riscaldamentismo” è fondato sulla fede, il credo nella depravazione della società industriale e nel male del progresso. Ma sfortunatamente per i suoi sostenitori, si può dimostrare che il “riscaldamentismo” è falso e sempre più in contrasto con la realtà. La terra non sta diventando più calda, le calotte polari non si stanno riducendo, l’innalzamento del livello dei mari è insignificante e la catastrofe ecologica non si vede da nessuna parte all’orizzonte.
Il pianeta terra è ripetutamente passato attraverso cicli di riscaldamento e raffreddamento. Tantissimi fattori possono influenzare il clima, incluse le macchie solari. L’anno scorso la stagione degli uragani è stata la più tranquilla dall’inizio degli anni ’60. Anche il Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (IPCC, la Santa Inquisizione dei riscaldamentisti) ammette che la crescita media delle temperature di superficie si è fermata 15 anni fa. Adesso cercano di salvare la faccia parlando di “una pausa”, decisamente una pausa lunga. 

Lo scorso dicembre, gli scienziati del cambiamento climatico che sono andati nell’Antartide cercando le prove a sostegno della loro “incontrovertibile” opinione, sono rimasti intrappolati nel ghiaccio marino che non doveva essere lì. La loro nave è rimasta bloccata nel ghiaccio. E diverse imbarcazioni rompi-ghiaccio non sono state in grado di raggiungerli (il ghiaccio marino nell’emisfero meridionale ha raggiunto livelli record nel settembre 2013, per il secondo anno consecutivo). Alla fine hanno dovuto essere portati in salvo con un aereo, salvati dall’abbietta tecnologia.

Nella seconda settimana di proiezione (negli Usa, ndr), gli incassi di Noah sono crollati del 60%. Malgrado ciò molte persone che vanno a vederlo crederanno che esso abbia una qualche relazione con la Bibbia, con qualche licenza artistica ovviamente. Del resto l’analfabetismo biblico è epidemico. Un’indagine del Barna Research rivela che il 60% degli americani adulti non è in grado di dire neanche cinque dei Dieci comandamenti. Il teologo battista Albert Mohler scrive che la suddetta indagine “ci dice che almeno il 12% degli adulti crede che Giovanna d’Arco sia la moglie di Noè. Un’altra inchiesta svolta tra i laureandi ha rivelato che oltre il 50% degli intervistati crede che Sodoma e Gomorra fossero marito e moglie. E un numero considerevole di intervistati a un altro sondaggio ha risposto che il Discorso della Montagna è stato pronunciato da Billy Graham (un famoso telepredicatore americano, ndr). Siamo davvero nei guai”. 

Capitalizzando su questa ignoranza, il film ha degli angeli decaduti, chiamati Osservatori, ricoperti di pietra come punizione, che aiutano l’uomo decaduto fornendogli tecnologia per modellare la terra. Somiglianti agli Ent calcificati de “Il Signore degli Anelli”, e valorizzando la bontà interiore di Noè (prima che diventi “psycho”) la roccia eterna lo aiuta a costruire l’Arca e proteggerla dai figli di Caino.

Nella parte di Matusalemme, Anthony Hopkins offre un tocco di comicità e ulteriore revisionismo. Il più vecchio hippy del mondo vive in una caverna, serve dei tè allucinogeni e pratica magia con un seme proprio come in Jack e il fagiolo magico.

Scrivendo sul sito Aish.com, il rabbino Benjamin Blech avverte: “Sapere che milioni di spettatori, dopo aver visto il film, interiorizzeranno il Noè di Russell Crowe, così come tante altre parti del film che non hanno alcun fondamento nella Bibbia né in altre fonti credibili, dovrebbe costituire motivo di grave preoccupazione per tutti coloro che rispettano la Torah e ne custodiscono la verità”.

Dopo aver passato decenni (secoli se vogliamo risalire alla Rivoluzione Francese) cercando di distruggere la religione, la sinistra sta ora usando la religione per promuovere le sue cause preferite. Prossimamente dovremo aspettarci di vedere sugli schermi Sodoma e Gomorra: la vera storia, dove la distruzione colpirà le metropoli della Mesopotamia a causa della loro omofobia, sessismo e disuguaglianza di redditi.