No all'abete in Vaticano. Ecologisti in nome del Papa
Niente alberi in Vaticano per il tradizionale addobbo natalizio. La protesta di un gruppo ambientalista fa appello alle eco-encicliche di Francesco. Anche quelle che non ha scritto.
Due volte l'anno gli ecologisti scendono in campo contro le usanze legate all'anno liturgico: se a Pasqua la parola d'ordine è "salviamo gli agnelli", a Natale è "salviamo gli alberi". Rigorosamente in corrispondenza del calendario cristiano, perché è ben più difficile sentirli alzare la voce per salvare oves et boves dalla festa islamica del sacrificio (o dello sgozzamento).
Questa volta la petizione è lanciata dal gruppo Bearsandothers, ed è rivolta al Santo Padre, al Governatorato vaticano, all'Apt Garda Dolomiti e al Comune di Ledro (TN) che si appresta a donare 40 abeti al Vaticano: uno per il tradizionale addobbo di Piazza San Pietro e altri 39 destinati ad altri ornamenti natalizi nei vari edifici della Santa Sede. «No al taglio di un albero ultracentenario, estirpato dal bosco per farlo morire dopo qualche settimana di esposizione in piazza S. Pietro», grida la petizione, tanto più «in un momento storico, dove i cambiamenti climatici sono in elevata evoluzione, è necessario dare dei segnali chiari e limpidi per poter cambiare approccio verso il rispetto della Natura, come richiamato anche dal Santo Padre in molti interventi».
Donazione che invece non implica alcun danno ambientale, come precisa il Comune: «l'abete che verrà prelevato fa parte di uno dei lotti che devono essere comunque tagliati per la corretta coltivazione del bosco», mentre le altre «39 piante non sono né ledrensi, né secolari, né alte 30 metri: si tratta di abeti normanni che saranno comprati da vivai specializzati, in quanto la richiesta espressa dal Vaticano, fin dai primi contatti di questa estate, è stata di preferire questi alberi perché non perdono gli aghi. Si tratta di piante che non crescono in Val di Ledro» (Gazzetta delle Valli).
Oltre all'allarme infondato, quindi, nella protesta colpisce – ma non stupisce – il richiamo ai «molti interventi del Santo Padre», il quale «ha posto in rilievo che l’attività dell’uomo deve essere rispettosa della tutela del Creato, della Natura». E dove? «nelle sue encicliche “LAUDATO SII” (2015), LAUDATE DEUM ( 2023) e TERRA MADRE (2024)». La prima è giusta (ma con una "i" sola e l'apostrofo), la seconda pure benché tecnicamente non sia un'enciclica ma un'esortazione apostolica. Terra Madre invece non l'ha mai scritta (semmai è l'evento cui Francesco ha inviato un messaggio), ma scommettiamo che se ne accorgeranno in pochi: ormai basta dire che il Papa è green e sono tutti contenti. Compreso lui.