Nessun politico ha imparato nulla dalla realtà
La maggioranza ha ignorato il parare del 60% degli italiani, premiando proprio quelli che hanno maggiormente sostenuto la causa sconfitta. L'opposizione si è invece limitata a chiedere l'impossibile: il voto immediato. E' tempo di tornare a ragionare sulle riforme più urgenti. I cattolici possono e devono dare il loro contributo.
Caro direttore,
sono molto colpito dal fatto che le forze politiche non riescono ad imparare nulla dalla realtà e, nello specifico, dalla volontà espressa dal popolo. Il 4 dicembre gli elettori italiani si sono dichiarati molto chiaramente, con una maggioranza inaspettata nelle sue dimensioni quantitative, ma mi pare che gli attuali partiti, tutti, non ne tengano conto e stiano andando avanti con i criteri di sempre, come se nulla fosse accaduto.
I partiti della maggioranza hanno avuto la spudoratezza di rivotare un governo che, nella sostanza, è la fotocopia di quello clamorosamente sconfitto dal 60% dei votanti, con l’aggravante di premiare, in particolare, proprio coloro che avevano sostenuto in modo deciso la riforma bocciata (Boschi, Lotti, Finocchiaro). Con questa decisione, la maggioranza ha dato un vero e proprio schiaffo all’intero popolo italiano. L’esito elettorale avrebbe almeno dovuto suggerire alla maggioranza di comporre un governo che prendesse atto del voto. Invece, è stato messo in atto un gesto politico, che ha più la caratteristica di essere una vendetta verso gli elettori che non uno strumento per aiutare il nostro Paese a percorrere la strada per arrivare ad esprimere un governo democratico e legittimo. Si tratta, in verità, di un governo contro la realtà. Un governo, se possibile, peggiorato rispetto al precedente, visto che al ministero dell’istruzione è stata nominata la Fedeli, campionessa delle tendenze culturali contrarie al diritto educativo della famiglia e favorevoli all’entrata nelle scuole della cultura gender.
I partiti della minoranza si sono messi subito ad urlare, pretendendo cose, come il voto immediato, che non sarebbero neppure possibili materialmente. Hanno, cioè, continuato la campagna elettorale, dimenticando quelle emergenze che comunque stanno gravando sulle spalle degli italiani. Hanno abbandonato ogni prospettiva futura, per aggrapparsi all’appagamento di esigenze immediate, che nulla hanno a che fare con i bisogni dei cittadini che dovrebbero rappresentare.
Così facendo, l’attuale classe politica ha perso l’occasione per ragionare sul bene comune del popolo, che, al contrario di ciò che ha predicato Renzi per mille giorni, si trova in grave difficoltà sotto molti punti di vista. Non sentiamo più parlare, ad una settimana dal voto, delle giuste e necessarie riforme costituzionali (tranne, a dire il vero, Berlusconi, Parisi e Violante). Non si sentono proposte riguardanti gli immigrati, le politiche europee, i disoccupati.
I moltissimi cittadini che hanno votato NO sono riusciti a bloccare una pericolosa china autoritaria e centralista all’ Italia, e questo è un bene. Ma ora chiedono che il concorso delle migliori forze democratiche riesca ad indicare una strada che porti alla soluzione dei problemi concreti della gente, applicando fino in fondo i principi di sussidiarietà e solidarietà.
I cattolici, che possiedono il grande patrimonio culturale, sociale e politico indicato dalla dottrina sociale della Chiesa, possono dare un grande contributo in questa direzione. A patto che non abbiano vergogna della propria identità.