Nel sepolcro
Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura (Gv 12,7)

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. (Gv 12,1-11)
La cena con Lazzaro risorto prefigura la morte di Gesù. In questa ultima cena con gli amici di Betània abbiamo l’olio per la sepoltura, il denaro rivendicato da Giuda (che sta per divenire il traditore) e i farisei sullo sfondo (che tramano la morte di un innocente). La folla che accorre e che crede in Gesù anch’essa preannuncia i cristiani che nei secoli crederanno nel nome del Signore, fino al suo ritorno glorioso. Nel sepolcro, il Signore ha sconfitto la morte. Nel sepolcro, la morte è stata sconfitta. Per sempre.