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Nel Duomo la lettera di san Francesco su pelle di capra

Il Duomo di Spoleto è intitolato a Santa Maria Assunta ed è stato costruito a partire da metà del XII secolo, in seguito alle devastazione del Barbarossa. Il quale poi, in segno di pace, regalò alla città una bellissima icona: la sacra immagine, che raffigura Maria senza il Bambino, con le mani alzate in preghiera.

Cultura 28_11_2015
Il Duomo di Spoleto

É plausibile che un antico edificio esistesse laddove oggi sorge il Duomo di Spoleto, intitolato a Santa Maria Assunta e costruito a partire da metà del XII secolo, in seguito alle devastazione perpetrata dal Barbarossa. Il quale poi, in segno di pace, regalò alla città una bellissima icona. La sacra immagine, che raffigura Maria senza il Bambino, con le mani alzate in preghiera, segue l’iconografia bizantina della Vergine Hagiosonitrissa. Essa è custodita all’interno della Cattedrale, nell’omonima cappella appositamente creata nel  corso del ‘600. 

Sicuramente nel 1207 la facciata doveva essere già compiuta, se quell’anno doctor, e non magister, Solsterno firmò il mosaico con Cristo in trono tra la Madonna e san Giovanni Evangelista. Il prospetto, a lato del quale si innalza lo spoglio campanile, anch’esso duecentesco, ha la tipica forma a capanna, lungo i cui spioventi si distribuiscono tre rosoni intrecciati che, insieme ai cinque sottostanti alleggeriscono la superficie. Di questi ultimi, quello centrale è incastonato in un quadrato che presenta ai vertici i simboli del Tetramorfo ed è sorretto da una galleria cieca di colonnine e due telamoni. In epoca rinascimentale venne giustapposto un portico. É qui che si trova il portale principale, riccamente decorato: il suo architrave mostra un disegno di tralci che si dipartono da una croce mentre gli stipiti sono popolati da stravaganti personaggi, umani e animali.

Nei secoli la cattedrale venne via via modificata. L’aspetto interno attuale è frutto di una profonda ristrutturazione in stile barocco, per lo più voluta dal pontefice Urbano VIII, già vescovo di Spoleto. Dell’impianto romanico resta la pavimentazione cosmatesca e, ancora più antica, la cripta di San Primiano, altomedievale, ove lacerti di affreschi rimandano a un ciclo con le storie di San Benedetto e Santa Scolastica. A croce latina, tre navate, transetto e cupola, ha un abside semicircolare impreziosita dalle Storie della Vergine dipinte da Filippo Lippi. L’Annunciazione, la morte della Vergine, la Natività e l’Incoronazione, commissionate nel 1466 al frate fiorentino sepolto in questo Duomo, sono raccontate nel catino absidale in un’ambientazione unitaria, resa possibile dall’inclusione dell’architettura reale in quella dipinta.  Lippi non fu il solo celeberrimo artista che si adoperò per la cattedrale spoletina. Il perugino Pinturicchio affrescò, sul finire del XV secolo, la Cappella del vescovo Eroli, lasciando sulle pareti una dolcissima Madonna tra Santi sullo sfondo di un bellissimo paesaggio, sormontata da un Padre Eterno in gloria. 

Nella prima cappella a sinistra si trova la Croce dipinta nel XII secolo da Alberto Sotio, la cui firma compare nella zona sottostante il teschio del Golgota raffigurato ai piedi di Gesù. Il Salvatore in croce è un Christus Triumphans, ovvero vivo e vittorioso sulla morte. Accanto a Lui si dispongono le figure di Maria, simbolo della Chiesa, e di San Giovanni Evangelista, che rappresenta le Sacre Scritture. Nella cimasa, sopra la Croce, si ammira la scena dell’Ascensione. Nella cappella delle Reliquie, ultima lungo la navata sinistra, si custodisce una delle due lettere autografe di San Francesco d’Assisi. Quella di Spoleto, un piccolo foglietto di pergamena ricavata da pelle di capra, era indirizzata a frate Leone, al quale Francesco risponde, con fraterna tenerezza, rispetto ad alcune difficoltà da Leone incontrate nella sequela a Cristo.