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IL CASO

Natuzza Evolo, nello scontro tra vescovo e Fondazione spunta anche la Massoneria

Dopo un decreto del vescovo di Vibo, la Fondazione nata su ispirazione della mistica Natuzza Evolo sceglie un nuovo presidente: fuori tre sacerdoti, due dei quali padri spirituali della donna per la quale è avviata la causa di beatificazione. Dentro, come presidente, l'attuale vice: l'avvocato Marcello Colloca, che appartiene alla massoneria calabrese. Un fatto curioso, chissà cosa ne pensa il vescovo di questa doppia "obbedienza", visto che è ritenuta non conciliabile dal Magistero.

Ecclesia 04_08_2017

Dopo il decreto del vescovo, monsignor Luigi Renzo, la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” nomina il nuovo presidente nella persona dell'avvocato Marcello Colloca. Il nuovo incarico, che pone l'avvocato vibonese a capo della fondazione nata su ispirazione delle mistica Natuzza Evolo, è arrivato il 2 agosto al termine di una seduta del Consiglio di amministrazione che affrontava il terremoto seguito al decreto del vescovo.

Natuzza Evolo (1924-2009), sposata e madre di cinque figli, è una mistica calabrese che avrebbe vissuto fenomeni straordinari quali apparizioni della Vergine Maria, il dono delle stimmate, il sudare sangue che forma sulle garze delle scritte in varie lingue, ha visioni di Gesù, dell'angelo custode, santi e vari defunti. Una mistica cattolica, figlia obbediente della Chiesa, che ha ricevuto nella sua casa migliaia di fedeli e di cui è aperta la causa di beatificazione nella sua fase diocesana.

Lo scorso 1 agosto la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea diffonde il decreto in cui si revoca lo statuto della fondazione e così, in forza di questo atto, si vieta alla fondazione stessa di «organizzare pubbliche attività di "Religione e culto" di qualsiasi natura, dentro e fuori la propria sede» e «di utilizzare per qualsiasi attività di pastorale e culto pubblico la chiesa del "Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime", non ancora consacrata». Infine, il decreto richiama il Motu proprio  di Papa Francesco Maiorem ac dilectionem, per ricordare che non si può dare in alcun modo per certa la santità di un servo di Dio quando ancora non si sia conclusa l'inchiesta canonica.

Proprio questo passaggio sarebbe al cuore della richiesta del vescovo, che pure ha mostrato più volte di voler molto bene a Natuzza, in quanto l'obiettivo è togliere dallo statuto il riferimento al testamento spirituale della mistica dove c'è il richiamo a un messaggio diretto della Madonna per la costituzione dell'associazione stessa e della chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria. Non sembra vi sia null'altro nel contendere, visto che per quanto riguarda i beni questi erano della fondazione e della fondazione restano.

Lo scorso 22 luglio l'assemblea straordinaria dei soci votanti, circa 130, riuniti nell'auditorium della fondazione, avevano risposto picche alle variazioni dello statuto, solo una decina degli aventi diritto avrebbero detto “sì” alla ridefinizione con esclusione del testamento. Eppure il vescovo aveva sottoscritto le modifiche anche con don Barone, nonché con «i pareri autorevoli sulla nuova Bozza di Statuto espressi dall'Ufficio Giuridico della Cei, dal Nunzio Apostolico in Italia, dalla Segnatura Apostolica, dalla Segreteria di Stato Vaticano».

Nella seduta del 2 agosto del consiglio di amministrazione si sono dimessi dagli incarichi nella fondazione, don Pasquale Barone, presidente, il tesoriere, padre Michele Cordiano, entrambi padri spirituali storici di Natuzza Evolo, e il parroco di Santa Maria degli Angeli, don Francesco Sicari (che verrà anche trasferito in altra parrocchia insieme al suo vice). Non avevano altra scelta, perché se non lo avessero fatto li attendeva la sospensione a divinis. Al loro posto, appunto, l'avvocato Colloca, già vicepresidente della fondazione, nonché nel gruppo originario di 50 persone che nel 1987 diede vita all'Associazione poi trasformata in fondazione (da ragazzina Natuzza Evolo prestò servizio nella facoltosa famiglia Colloca e conosceva perciò l'avvocato Marcello fin da bambino).

L'elezione del noto avvocato vibonese dovrebbe portare a una gestione molto più morbida e dialogante rispetto alle richieste del vescovo che vuole la modifica dello statuto «allo scopo esclusivo di tutelare e salvaguardare l'ecclesialità dell'opera e della spiritualità di Natuzza Evolo».

Marcello Colloca è certamente uomo esperto di dialogo, anche per le sue non celate appartenenze alla massoneria calabrese, notoriamente una organizzazione capace di grande trasversalità. Il nome dell'avvocato vibonese in qualità di eminente frammassone compare in un'inchiesta del settimanale L'Espresso del marzo 2014 in quanto figura impegnata a raccogliere voti interni alla loggia. E poi il suo nome è anche in un'altra inchiesta, sempre de L'Espresso, del febbraio 2017. Tra l'altro l'avvocato Colloca, in qualità di presidente del collegio circoscrizionale dei maestri venerabili della Calabria, nel febbraio 2016 presentava in qualità di esperto il libro Massonerie vibonese.

Nell'attesa che si faccia chiarezza sulla questione dello statuto, quello che per ora si può registrare è che alla Fondazione della mistica Natuzza Evolo tre sacerdoti vengono in qualche modo allontanati per essere sostituiti da un fratello che oltre alla sue fede cattolica mostra di avere (da tempo) anche altre “obbedienze”. Per ora la questione sembra non aver mai fatto sollevare obiezioni. Il che è un fatto curioso, chissà cosa ne pensa monsignor Luigi Renzo di questa doppia appartenenza, visto che è ritenuta non conciliabile dal magistero della Chiesa cattolica.