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chiesa di martiri

Natale di Passione: 60 anni fa l'arresto di Ernest Simoni

Ieri in duomo a Firenze la Messa natalizia celebrata dal cardinale albanese, in ricordo di quella che non poté celebrare nel 1963.

Borgo Pio 26_12_2023

Nascita e martirio sono intrecciati nella liturgia del periodo natalizio: all'indomani della Natività del Signore già si celebra il cruento dies natalis del primo martire Santo Stefano. 

Un duplice mistero concretizzatosi nel Natale del 1963 in Albania, come infinite volte nella storia della Chiesa, che è anche "storia di martiri". Sessant'anni fa si aprivano le porte della prigionia per Ernest Simoni Troshani, sacerdote allora trentacinquenne finito nel mirino del regime comunista di Enver Hoxha, che quanto a odio per la religione raggiunse vette superiori persino a quelle della "madrepatria" russa. Definitivamente libero dall'etichetta di "nemico del popolo" solo dopo la caduta del regime, Simoni è stato creato cardinale nel 2016.

In ricordo di quella Messa che non poté celebrare 60 anni fa, il card. Simoni ha presieduto la celebrazione del giorno di Natale nel duomo di Firenze. A chiederglielo è stato il card. Giuseppe Betori, arcivescovo del capoluogo toscano, proprio per il 60° anniversario del suo arresto: «Sessant'anni fa non gli fu possibile celebrare questa Santa Messa», ha detto Betori, che ne ha rievocato i «ventisette anni di dura reclusione, nei lavori forzati, dalle miniere alle fogne, in un regime carcerario durissimo, causa di pesanti sofferenze per il corpo ma che non ha piegato lo spirito di don Ernest, rimasto fedele a Cristo e alla Chiesa, coraggioso al punto di continuare a svolgere il suo ministero anche nel carcere». Per l'occasione Simoni ha ricevuto anche un messaggio del Papa, che lo definisce «icona gioiosa dell'amore di Cristo Buon Pastore, che ha offerto la vita in sacrificio per tutti».