Müller sul Giubileo LGBT
Il cardinal Müller: i pellegrini LGBT cercavano di «propagandare se stessi passando attraverso la Porta Santa», non cercavano il pentimento.

Il cardinal Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha criticato di recente il pellegrinaggio LGBT in Vaticano in occasione del Giubileo.
Il cardinale è stato molto chiaro: «Come teologo dogmatico non voglio essere diplomatico. La Chiesa cattolica deve proclamare la verità e contraddire le menzogne». I pellegrini LGBT cercavano di «propagandare se stessi passando attraverso la Porta Santa, piuttosto che vivere il tradizionale scopo di cambiare vita, proprio dell’evento giubilare. Essi profanarono il tempio di Dio, facendo della casa del Padre una piazza di rappresentanza (Gv 2,17). Il movimento Lgbt è assolutamente contro la volontà di Dio Creatore, che ha istituito il matrimonio come santo sacramento in Cristo, ed è uno scandalo assoluto che ciò sia avvenuto.
Hanno abusato della fede cattolica e della grazia e del simbolo della Porta Santa – che è Gesù Cristo – per amore della propaganda, mentre vivevano in aperta contraddizione con la volontà del Creatore. Hanno denigrato la Chiesa di Dio con gesti osceni e con il loro stile di vita. Come disse San Paolo: “Perciò Dio li ha abbandonati, nelle concupiscenze dei loro cuori, all’impurità e al disonore dei loro corpi fra loro, perché hanno cambiato la verità riguardo a Dio con una menzogna”
Le parole di San Paolo non erano vere solo al tempo in cui fu scritta la Lettera ai Romani, ma l’omosessualità, la pederastia e la pedofilia erano prevalenti nell’antichità precristiana. Anche oggi, queste sono le conseguenze del rinnegare Dio, il Creatore, che ha creato l’uomo maschio e femmina. È stupefacente che vescovi e sacerdoti abbiano dato spazio a questa anti-testimonianza della fede cattolica, in aperta opposizione alla volontà di Dio. Dovrebbero consultare la dottrina della Chiesa sul matrimonio e la famiglia, in particolare nella Costituzione pastorale del Vaticano II sul mondo moderno, la Gaudium et spes».