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Mother Cabrini, un film accurato, dunque politicamente scorretto

Per chi ha resistito a tarda ora, oltre la Lotteria di Capodanno, nella notte dell'Epifania era andato in onda su Rai 1 Mother Cabrini. Il film sulla vita di santa Francesca Saverio Cabrini, la suora missionaria protettrice degli emigranti in America è realistico, con attori simili ai personaggi storici e non censura la lotta contro la Massoneria

Cinema e tv 31_01_2021
Mother Cabrini

Gesù disse chiaro che i principali contendenti dell’anima dell’uomo sono due: Lui e Mammona. Questa sentenza mi è tornata, ironicamente, alla testa la sera dell’Epifania, tradizionalmente legata, in Italia, non tanto ai Re Magi e nemmeno alla Befana, cose da bambini e da folklore, bensì alla Lotteria di Capodanno, che ha sostituito, quale oggetto di speranza, Cristo nei nostri cuori. Abbinata, quest’anno, al quiz nazional-popolare «I soliti ignoti» (pregasi non giocare con facili assonanze), ha travolto ogni barriera d’orario (anche questo incidente è colpa, ovvio, di Trump, il nemico mondiale numero uno del Terzo Millennio) ed è finita alle 24.30, laddove doveva terminare alle 23.50.

Così, chi aveva aspettato fino all’ultimo per vedere il film su santa Francesca S. Cabrini, programmato «in seconda serata» ma già di suo praticamente a mezzanotte, è finito a dibattersi nella lancinante scelta: resistere per assistere o andare a letto? Io, che come sapete sono piuttosto motivato, ho scelto di assistere. Mi chiedo qual sia stata l’opzione di quelli meno o per niente motivati. Personalmente sarei tentato di dire che certe programmazioni mandate nel cuore della notte sarebbe meglio rinviarle a tempi e orari più acconci. Ma, parafrasando una frase nota, chi sono io per giudicare? Ebbene, sono stato premiato perché la visione di Mother Cabrini è valsa veramente la pena. Molto più, a mio modesto avviso, dello sceneggiato su Chiara Lubich, andato in onda la domenica precedente, senza programmi concorrenti e pure in prime time: un “santino” piuttosto piatto e zeppo di luoghi comuni politicamente corretti: cristianesimo come opzione esclusiva per i poveri, fascisti cattivi e comunisti buoni, la Chiesa come Inquisizione, la santità della protagonista indistinguibile da un volontariato alla Caritas. Invece Mother Cabrini di Daniela Gurrieri e interpretato da una convincente Cristina Odasso non ha peli ecclesialmente corretti sulla lingua: i nemici della Santa sono i massoni, concetto più volte ribadito nel corso della storia.

Con attori fisicamente somiglianti scorrono sullo schermo san Giovanni B. Scalabrini, il papa Leone XIII e la protagonista, mostrata, sia pure di sfuggita dati i tempi compressi di un film, nel suo lato evangelicamente «astuto come un serpente» (la sua abilità nello stendere contratti era leggendaria; soleva dire: «i nemici di Cristo sono abilissimi nell’amministrazione e nella finanza, noi non dobbiamo essere da meno»), ma anche in quello mistico delle ore passate in preghiera davanti al Tabernacolo. Nel film una scena vede lei acquistare a poco una proprietà deprezzata dalla mancanza d’acqua, e poi l’acqua la si trova, con meraviglia degli operai, scavando nel punto da lei indicato. Felice anche l’idea di lasciare il titolo in inglese nell’edizione italiana: la Santa aveva infatti la cittadinanza americana e, per questo, fu la prima cittadina americana a finire sugli altari. Dichiarata Patrona degli emigranti, con le suore osava andare nei quartieri di New York dove neanche la polizia entrava. Erano i tempi in cui il concetto di «missione» era onnicomprensivo e nessun missionario si poneva il problema se stesse per caso facendo «proselitismo».

Maria Francesca Cabrini da Sant’Angelo Lodigiano (oggi provincia di Lodi) in religione cambiò il suo nome in suor Francesca Saverio (con la «o») in onore del Patrono delle Missioni, san Francesco Saverio. Voleva infatti andare in Cina, ma il vescovo Scalabrini la convinse ad assistere gli emigrati italiani in America, che erano a rischio di perdere la fede cattolica sia per la povertà che per l’ambiente protestante (e massonico). Nel film tutto questo è chiaramente esplicitato. E, di questi tempi, non è poco.