Morto Paolucci, già direttore dei Musei Vaticani
Il Papa ha ricordato il servizio «generoso e competente» dello storico dell'arte scomparso il 4 febbraio. Definiva la Cappella Sistina «sintesi della teologia cristiana».
È morto a 84 anni lo storico dell'arte Antonio Paolucci, già direttore dei Musei Vaticani. Si è spento a Firenze, città in cui era stato soprintendente ai Beni Artistici e Storici (poi Soprintendenza speciale per il Polo Museale Fiorentino). Nel messaggio di cordoglio il Papa ne ha ricordato il servizio «generoso e competente».
Nato a Rimini nel 1939, nel corso della sua carriera Paolucci era stato anche ministro dei Beni Culturali tra il 1995 e il 1996, nel governo Dini. Fu Benedetto XVI a chiamarlo nel 2007 a dirigere i Musei Vaticani, incarico che ricoprì fino al 2016, quando fu sostituito dall'attuale direttore Barbara Jatta, che ne ricorda «il dono della parola e lui era il re di quella categoria. Chiunque lo abbia ascoltato non può che confermare la sua profonda conoscenza delle cose d’arte ma soprattutto la capacità che aveva di raccontarle» (Avvenire).
Una carriera nei musei e a contatto con l'arte sacra, senza mai "musealizzarla": «la Cappella Sistina», diceva, «pur facendo parte oggi di un percorso museale, è uno spazio religioso, è una cappella consacrata. Di più, essa è il vero e proprio luogo identitario della Chiesa romano-cattolica. Perché qui si celebrano le grandi liturgie, qui i cardinali riuniti in conclave eleggono il pontefice. La Sistina è, allo stesso tempo, la sintesi della teologia cristiana».