Meta torna alle armi: la guerra dei droni vale 30 miliardi
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La partnership miliardaria tra Zuckerberg e Anduril segna l'ascesa definitiva della "difesa tech" come settore strategico e solleva interrogativi sulla progressiva deumanizzazione dei conflitti.

Il gigante tech che aveva espulso il pioniere della realtà virtuale per motivi politici ora collabora con la sua azienda, mentre i droni ucraini ridefiniscono la guerra moderna e gli investitori scommettono miliardi sul futuro militare.
Il 5 giugno 2025, mentre l'eco dell'operazione "Spider's Web" risuonava ancora sui campi di battaglia, Anduril Industries ha chiuso un round di finanziamento da 2,5 miliardi di dollari che ha più che raddoppiato la sua valutazione a 30,5 miliardi. Una cifra che avvicina l'azienda di Palmer Luckey ai giganti tradizionali della difesa come Lockheed Martin. Il tempismo non è casuale: arriva una settimana dopo l'annuncio della partnership strategica con Meta per sviluppare sistemi di realtà virtuale militari, e pochi giorni dopo che 117 droni ucraini nascosti in tettoie di legno hanno inflitto 7 miliardi di dollari di danni a bombardieri russi in cinque regioni.
Palmer Luckey aveva fondato Oculus nel 2012 e venduto la sua creazione a Facebook per 2 miliardi quando aveva appena 21 anni. Ma la sua carriera da enfant prodige si è interrotta bruscamente quando le sue simpatie politiche sono emerse pubblicamente. «Sono stato licenziato perché ho dato 9.000 dollari a un gruppo politico pro-Trump», ha dichiarato Luckey nel 2025, ricevendo un risarcimento di almeno 100 milioni prima di fondare Anduril nel 2017.
Otto anni dopo, quella rottura si è trasformata in una riconciliazione strategica da miliardi di dollari. Anduril, con i suoi 30,5 miliardi di valutazione, è diventata uno dei contractor della difesa più innovativi d'America, superando in crescita aziende storiche del settore. Peter Thiel's Founders Fund ha guidato l'ultimo round con un investimento di 1 miliardo di dollari – il più grande assegno mai scritto dalla società – mentre il round è stato sovrascritto di 8 volte, dimostrando l'enorme appetito da parte degli investitori.
La partnership Meta-Anduril vuole produrre il sistema "EagleEye", che combina l'intelligenza artificiale Llama di Meta con la piattaforma Lattice di Anduril per creare visori militari avanzati. Questi dispositivi permettono ai soldati di rilevare droni a chilometri di distanza, identificare bersagli nascosti e controllare sistemi d'arma autonomi. «Sono orgoglioso di collaborare con Anduril per portare queste tecnologie ai militari americani», ha dichiarato Mark Zuckerberg, segnando il definitivo ingresso di Meta nel settore della difesa.
Questo cambiamento riflette una trasformazione più ampia nel settore tech. Dopo anni di resistenza dei dipendenti ai contratti militari, le Big Tech stanno ora abbracciando apertamente la collaborazione con la difesa. Il round di finanziamento di Anduril coincide con la presa in carico del contratto IVAS dell'esercito americano da Microsoft, del valore di 22 miliardi di dollari.
L'operazione "Spider's Web" del 1° giugno ha dimostrato come la guerra dei droni stia ridefinendo gli equilibri militari globali. I 117 droni ucraini hanno percorso migliaia di chilometri attraverso il territorio russo, colpendo bombardieri strategici in basi remote fino in Siberia. Le immagini satellitari successive hanno confermato la distruzione di diversi bombardieri Tu-95 e Tu-22, validando le rivendicazioni sui 7 miliardi di danni.
La risposta russa non si è fatta attendere. Il 6 giugno, Mosca ha lanciato uno dei suoi attacchi più massicci con 407 droni e 45 missili contro l'Ucraina, uccidendo almeno 6 persone a Kiev. Gli analisti americani valutano che questo sia solo l'inizio di una risposta enorme, feroce e inesorabile. L'escalation dimostra come droni economici (400-1.000 dollari ciascuno) possano neutralizzare asset strategici del valore di milioni, rendendo obsolete le tradizionali dottrine di difesa.
Il finanziamento record di Anduril riflette una trasformazione epocale nel settore degli investimenti. Nel 2024, sono stati investiti 3 miliardi di dollari in startup della difesa tech, con un aumento dell'11% rispetto all'anno precedente. L'azienda di Luckey ha raddoppiato i suoi ricavi nel 2024 raggiungendo 1 miliardo di dollari, mentre il valore dei contratti annuali ha toccato 1,5 miliardi.
La riconciliazione con Meta simboleggia la ormai triste normalizzazione delle collaborazioni che fino a pochi anni fa generavano proteste interne. I dipendenti delle Big Tech hanno progressivamente perso capacità di influenzare le decisioni aziendali sui contratti militari, mentre la competizione con Cina e Russia ha reso la neutralità tecnologica insostenibile.
L'Ucraina è diventata un laboratorio per testare l'integrazione tra intelligenza artificiale, realtà aumentata e sistemi autonomi. Entrambi i Paesi ora lanciano oltre 100 droni d'attacco ogni notte, con record russi di oltre 400 droni in singole operazioni. Il conflitto ha dimostrato che l'innovazione del settore privato supera in velocità i tradizionali appaltatori della difesa.
La valutazione da 30,5 miliardi di Anduril, quasi il doppio rispetto ad agosto 2024, segna l'ascesa definitiva della "difesa tech" come settore strategico. La partnership con Meta, supportata da investimenti miliardari, dimostra che la convergenza tra tecnologie civili e militari non è più un'opzione ma una necessità competitiva.
La progressiva deumanizzazione della guerra, che sì, è chiaramente cosa negativa, ma almeno combattuta di persona, oggi muove a interrogativi che restano ancora inesausti. Che la progressiva perdita del contatto “umano” con il fenomeno bellico possa portare a un futuro assottigliamento della differenza tra militare e civile? Possibile.
Ciò che però richiede una maggiore attenzione da parte nostra è altro. Questi round di finanziamenti tecnologici per l’avanzamento degli armamenti si giustificano dietro la possibilità di ridurre le morti civili in guerra. In pratica, si vende una soluzione meno lesiva, benché sempre di armi si parli. È come vedere positivamente la vendita di marijuana a un cocainomane: fa meno male, ma sempre di male si tratta.
Ecco che allora ciò che si rileva è una questione ancora più sotterranea, che concerne invece il modo in cui vediamo la vita umana nei conflitti di guerra: un mero numero, per il quale richiedere uno sconto è cosa buona, indubbiamente, ma che non deve così lasciare nel “non detto” il trauma delle vittime, di cui comunque – finanziando la macchina guerra – rischiamo di esserne, se non causa, almeno complici.