Mestruazioni a teatro Paga la Regione Emilia
In occasione della Festa della Donna, tutti i dipendenti regionali dell'Emilia-Romagna oggi sono portati a vedere lo spettacolo di Marinella Manicardi, Corpi impuri, che debutta stasera a Bologna. Ed è pagato con le nostre tasse.
Prosegue a tappe forzate la rieducazione sessuomaniaca operata dalla giunta rossa della Regione Emilia Romagna. Questa volta a farne le spese - come incolpevoli dipendenti fantozziani davanti alla Corazzata Potemkin - saranno i lavoratori e le lavoratrici dell'ente di via Aldo Moro guidato dal Pd Vasco Errani. Il film diventato celebre per essere una “cagata pazzesca” è un capolavoro di eleganza cinematografica e stile a confronto della piece che andrà in scena questa mattina nella sala Polivalente Guido Fanti delle torri di Kenzo.
L'occasione è la Festa della Donna, evento che di anno in anno si carica di significati al limite dell'escatologico. Ma stavolta la giunta di Vasco Errani, l'assemblea legislativa della presidente Palma Costi e la commissione pari Opportunità di Roberta Mori, tutti e tre fedelmente Pd, hanno cercato di alzare l'asticella. Come? Invitando a spese dell'amministrazione tutti i dipendenti, ma proprio tutti, ad uno spettacolo teatrale dedicato ad un argomento che, da programma di sala, parla in «maniera lieve di un fenomeno naturale e censurato, fondamentale ma evitato come la più vergognosa delle colpe». Che cosa? Le mestruazioni. Possibile? I dipendenti della Regione questa mattina potranno verificare con mano e ascoltare dalla viva voce dell'autrice e attrice Marinella Manicardi lo spettacolo “Corpi impuri” che parlerà di un «fenomeno che, pur riguardando tutte le donne del mondo dai 13 ai 50 anni, è circondato da assurde superstizioni e rigida censura».
Quali sarebbero le censure? Semplice, è tutta colpa della Chiesa. «Perché le tre religioni monoteiste cattolica, ebraica e musulmana considerano il corpo mestruato della donna, la donna, un corpo impuro?». Quando gli spettacoli teatrali vogliono avere anche velleità storiche e sociali si finisce sempre per sbracare nell'ideologia. Da quando nel Vecchio Testamento il corpo della donna veniva considerato impuro, il Magistero della Chiesa ha fatto passi da gigante e sul corpo della donna ha scritto pagine sublimi, basti pensare alla teologia del corpo del beato Giovanni Paolo II. Ma certa intellighenzia, beatificata dai nostri amministratori, deve sempre puntare il dito contro un falso mito: colpire la Chiesa sempre con il sesso. Una sessuomania pianificata scientificamente con i soldi pubblici e che appare tanto ridicola quanto greve nei temi e nei toni, che dimentica il pudore, la sessualità come dono da custodire nel tempo, l'unione dei corpi come fine e non come mezzo.
Una sessuomania che alla fine ha sempre un chiodo fisso, da Freud in poi: trasformare e giustificare tutto o in un enorme fallo o in un'immensa vagina. «Perché il corpo insanguinato del Cristo è sinonimo di santità e la sua ferita sul costato assomiglia straordinariamente a un sesso femminile?», arriva persino a chiedersi l'autrice in crisi da astinenza di complottismo iconografico. Come se sul Golgolta avesse visto coi suoi occhi una subliminale incisione chirurgica. Ma l'obiettivo è sempre il solito: con la scusa di naturalizzare il sesso lo rendono invece meccanico e strumentale, secondo una logica che nell'epoca di youporn ci presenta sempre il sesso come un diritto pret a porter. Un coacervo di ormoni e umori dove la donna è corpo sempre a disposizione e non un tempio della vita carico di attese e attenzioni.
Lo spettacolo appare così un insulto alle donne, semmai. Verrebbe da dire: fatti loro. Non proprio. Sono anche nostri perché i dipendenti questa mattina si sentiranno come quando a scuola si andava in gita. Lo spettacolo, andrà in scena oggi, un giorno prima dell'8 marzo, che cade di sabato e dunque non avrebbe ottenuto un successo di pubblico visto che, immaginiamo, sarebbero stati pochi i dipendenti che nel giorno di riposo, avrebbero preso armi e bagagli per assistere ad uno spettacolo sulle mestruazioni. Ma niente problema. Errani, dato che oggi lo spettacolo sarà dalle 11 alle 13, ha garantito a tutti che le due ore di piece saranno considerate a tutti gli effetti come orario di servizio.
All'invito esteso per e-mail c'è anche un apposito modulo da compilare per non perdere le ore di lavoro e vedersi in busta paga a fine mese lo stipendio pieno. Davvero generosa questa giunta rossa. Ai consiglieri comunali, travolti dallo scandalo rimborsi facili oggi è proibito anche solo offrire un caffè ai colleghi. Ma se c'è da sparare fango contro la Chiesa e l'immagine della donna come tempio della vita e dunque microcosmo di attese e misteri insondabili, niente problema. Paga Vasco. Cioè tutti noi.