BEL VEDERE
Melozzo da Forlì
Un'esposizione nella sua Forlì ricorda l'importanza di un artista senza il quale è impossibile spiegare Raffaello.
Bel Vedere
29_01_2011
1475. Alla presenza di dignitari e prelati Sisto IV nomina l’umanista Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, primo prefetto della Biblioteca Apostolica. L’episodio è ricordato in un celebre affresco, ora staccato, di Melozzo da Forlì, al secolo Melozzo di Giuliano degli Ambrogi, insignito proprio quell’anno del prestigioso titolo di pictor papalis che gli conferisce, contemporaneamente, una posizione di assoluto rilievo nel panorama artistico di fine Quattrocento. Reduce da un lungo soggiorno ad Urbino e, di conseguenza, dalla magistrale lezione di Piero della Francesca, Melozzo inquadra la scena romana in un’elegante architettura classica la cui imponente vastità è suggerita dalla fuga prospettica. L’affresco è il punto di partenza di una personale ricerca da parte dell’artista forlivese ricostruita nella mostra monografica a lui dedicata nella città natale.
L’esposizione, che riunisce tutte le opere mobili del maestro, include anche i frammenti del ciclo con l’Ascensione di Cristo realizzato per l’abside della Chiesa dei S. Apostoli a Roma, con le figure degli Apostoli e degli Angeli Musicanti divenute icone universali di bellezza, o meglio di una Bellezza che si incarna nella gloria e nello splendore della figura umana. Ciò che si intende qui documentare è l’importanza del ruolo esercitato da Melozzo in quello straordinario periodo storico artistico che i manuali definiscono “Rinascimento”, contestualizzando, per la prima volta, il suo lavoro in un ambito più ampio rispetto a quello regionale, romagnolo, fino ad ora considerato.
A Forlì, quindi, Melozzo si ritrova con i suoi “maestri”, ovvero gli artisti con cui venne a contatto negli anni della sua formazione: oltre a Piero, di cui si può eccezionalmente ammirare la Madonna di Sinigaglia, fresca di restauro, ai Musei di S. Domenico sono presenti Bramante e Mantegna, da cui apprende l’uso illusionistico della prospettiva e degli scorci.
Procedendo lungo il percorso si capisce perché “senza Melozzo difficilmente si spiegherebbe Raffaello”, come afferma Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani e responsabile del comitato scientifico di questo importante evento espositivo, che sintetizza in una battuta la portata della sua pittura. Le opere in mostra offrono, infatti, un puntuale riscontro dell’ influenza esercitata sui colleghi con lui attivi nella Roma pontificia, tra cui Beato Angelico e Antoniazzo Romano, e sui pittori che da lui trassero ispirazione. Primo fra tutti il “divino” Raffaello che nei capolavori esposti rivela il suo profondo debito nei confronti del maestro romagnolo.
MELOZZO DA FORLI’
L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello
Forlì, Musei di San Domenico
29 gennaio – 12 giugno 2011
Orario:da martedì a venerdì 9.30 – 19
sabato e domenica 9.30 – 20. Chiuso lunedì
ingresso: intero € 10; ridotto € 7
info: 199.75.75.15