«Medici sospesi, l'unica via è quella della giustizia»
«L’unica soluzione possibile è quella giudiziaria: devono andare da un bravo avvocato, impugnare il provvedimento e attendere che il giudice faccia il suo lavoro». L'europarlamentare Francesca Donato e i medici sospesi, caso praticamente unico in Europa: «Il governo ha responsabilità penali, mi auguro che la magistratura prima o poi intervenga».
«C’è un’unica strada: quella della giustizia. Mi auguro che la Magistratura inchiodi alle sue responsabilità il Governo». Non usa troppi mezzi giri di parole in questa intervista alla Bussola l’europarlamentare Francesca Donato nel descrivere le due anomalie italiane: la campagna vaccinale di massa e il caso unico in Europa dei medici sospesi perché non vaccinati.
La soluzione giudiziaria è una necessità e lei, che prima di essere parlamentare è anche avvocato penalista, lo sa bene. Ex leghista, la Donato è alle prese con una nuova avventura politica: quella di candidato sindaco della sua città, Palermo.
Onorevole Donato, i medici hanno sfilato come eroi alla parata del 2 giugno. Intanto però ne abbiamo sospesi in 4000 perché non vaccinati.
È una delle domande che rivolgo a Speranza da tempo: si obbligano ancora i medici a fare la quarta dose a 90 giorni dalla guarigione dal covid, senza nessuna immaginabile base scientifica. Se questa è la gratitudine per gli eroi, cioè lasciarli senza lavoro, siamo messi bene. La verità è che sono cavie trattate peggio di tanti altri che si sottopongono liberamente ad altre sperimentazioni, che almeno puoi interrompere.
È un fenomeno tutto italiano?
Anche in Francia ci sono queste sospensioni, ma di questa portata mi sembra che ci sia solo l’Italia. Nel Regno Unito avevano tentato di imporlo, ma hanno fatto retromarcia subito perché hanno avuto paura delle proteste. In Italia invece non c’è stato nulla, ma in Italia siamo anche gli unici ad avere ancora l’obbligo di mascherina e di green pass per volare all’estero.
Ha conosciuto alcuni medici sospesi?
Sì.
Che cosa dice loro?
L’unica soluzione possibile è quella giudiziaria: devono andare da un bravo avvocato, impugnare il provvedimento e attendere che il giudice faccia il suo lavoro.
I risultati?
Ci sono sempre più giudici che riconoscono le ragioni dei ricorrenti e reintegrano nel posto di lavoro i sanitari. Questa è la strada finché non ci sarà a novembre una decisione della Corte costituzionale sulla illegittimità di questi provvedimenti e i danni che hanno provocato.
A proposito di danni. Ci sono anche tanti danneggiati da vaccino che non vengono riconosciuti e vivono da fantasmi.
I 14 giorni messi come tetto massimo per considerare un evento avverso sono la dimostrazione che c’è la volontà di non registrare e quindi di non monitorare gli effetti avversi a medio e lungo termine.
Con quali conseguenze?
Una gravissima lesione del diritto alla salute, siamo di fronte a responsabilità penali e mi auguro che la magistratura inchiodi il Ministero. Il governo sta avendo un atteggiamento negazionista sugli effetti avversi, ma non potrà continuare ancora a lungo.
Che cosa pensa dell’ipotesi di una commissione di inchiesta parlamentare?
Finché ci sarà questo parlamento sarà impossibile o inutile. Meglio puntare sulle battaglie legali.