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ABUSI

McCarrick, ok a indagini Usa, ma senza i dossier vaticani

Dopo il vertice con Papa Francesco la Conferenza episcopale statunitense rende nota la volontà di indagare sull'ex cardinale McCarrick con una commissione di laici. Ma la Santa Sede decide di non collaborare e non guiderà le indagini nè fornirà i dossier scottanti sull'ormai celebre predatore di seminaristi. 

Ecclesia 21_09_2018

Quasi una settimana dopo l’incontro con il Pontefice i vescovi statunitensi rompono il silenzio. Una dichiarazione del Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale USA stabilisce quella che sarà la posizione dei vescovi in relazione allo scandalo McCarrick e alla serie di rivelazioni e denunce sugli abusi nel Paese.

Il 13 settembre scorso il presidente della Conferenza Episcopale, il card. Di Nardo, il vicepresidente, l’arcivescovo Gomez, il cardinale Sean O’ Malley, presidente della commissione vaticana sugli abusi e il segretario della Conferenza, mons. Brian Bransfield, sono stati ricevuti in udienza dal Pontefice. La delegazione, ricevuta dopo aver atteso a lungo l’udienza, portava tre proposte, elaborate dal Comitato esecutivo della Conferenza Episcopale. 

Si chiedeva una piena indagine nelle “questioni che riguardavano” la situazione di McCarrick. E cioè: come aveva fatto a giungere a una posizione di tale eminenza e a mantenere un profilo così alto – fino a qualche mese fa – quando molti sapevano delle sue predazioni omosessuali? L’idea era che la Santa Sede conducesse una visita apostolica “in concerto” con un gruppo di laici, indicati da un organismo laico della Conferenza, il National Review Board, che “avrebbe avuto il potere per agire”. Una seconda proposta riguardava le accuse elevate da mons. Viganò nei confronti di una rete omosessuale che opererebbe all’interno della Chiesa, in USA e altrove. La terza proposta prevedeva: l’apertura di canali nuovi e confidenziali destinati a registrare le lamentele nei confronti dei vescovi, responsabili o complici, e il patrocinio per la soluzione più efficace di eventuali casi futuri.

Dopo l’incontro non è stata fatta nessuna dichiarazione, né da parte dei vescovi né da parte della Santa Sede. In particolare, non è stata fatta parola di una possibile inchiesta su McCarrick e i suoi protettori.

Invece è venuto un comunicato dell’Administrative Committe, il Comitato Esecutivo, che è l’organismo di governo della Conferenza Episcopale. Il comunicato affermava che c’era “l’appoggio dei vescovi a una piena indagine nella situazione realtiva all’arcivescovo McCarrick, comprese le sue presunte aggressioni a minori, preti, seminaristi, così come delle risposte date a queste accuse. Una tale indagine deve basarsi su laici esperti in campi pertinenti, quali quelli delle forse dell’ordine  e dei servizi sociali”. Dal comunicato non si capisce chi dovrebbe condurre l’indagine , come si dovrebbe svolgere e quali campi in realtà dovrebbe esplorare. Il Comitato Esecutivo ha affrontato anche il problema di lacune esistenti nel meccanismo che riguarda eventuali accuse contro i vescovi, che erano stati esentati dalle norme stabilite bel 2002 a Dallas, nella risposta alla prima grande crisi degli abusi.

Infine il Comitato ha “Approvato la creazione di un sistema civile di denuncia che riceverebbe confidenzialmente, per telefono o on online, lamentele per abusi sessuali di minori da parte di un vescovo e molestie sessuali o comportamento sessuale scorretto con adulti da parte di un vescovo, e invierà la segnalazione all’autorità ecclesiastica appropriata, e, nel caso ci sia una legge applicabile, alle autorità civili”. Il Comitato vuole sviluppare un Codice di Condotta per i vescovi in relazone agli abusi di minori, molestie sessuali o comportamenti impropri con adulti; o negligenza nell’esercizio del loro ufficio in questi casi. I vescovi vogliono rispondere a questa crisi con la determinazione di “guarire e proteggere, fino all’ultima briciola di forza che Dio ci dia”.

E certamente tutto ciò, da parte dei vescovi USA, appare molto positivo. Il problema però appare Roma, e in particolare l’atteggiamento del Pontefice. In particolare, l’inchiesta su McCarrick, corre il rischio di trovarsi di fronte a ostacoli molto grandi. Un’indagine condotta dalla Santa Sede avrebbe avuto a disposizione i dossier relativi a McCarrick esistenti sia alla Congregazione per i Vescovi, che in Segreteria di Stato, e alla Nunziatura di Washington. Cioè le carte che potrebbero fare luce in maniera molto chiara su quali appoggi e complicità abbiano permesso al cardinale predatore di continuare indisturbato la sua carriera fino a quando la giustizia americana ha obbligato la Chiesa a tarpargli le ali. Pare difficile che queste porte e questi dossier si aprano a un’inchiesta condotta da laici USA.

Questa forma di non collaborazione da parte della Santa Sede, unita al silenzio – ormai sono passate quasi quattro settimane – di fronte alle accuse dell’arcivescovo Viganò, e in generale su tutto il fenomeno dell’omosessualità pervasiva e aggressiva nel clero, non solo in Usa, crea interrogativi profondi sulla volontà di affrontare questa crisi, che tocca direttamente la credibilità della Chiesa e del Pontefice stesso. E non basta certo rimandare tutto a un lontano appuntamento delle Conferenze Episcopali a febbraio per convincere i cattolici che si voglia davvero vedere chiaro in una situazione che ogni giorno sembra rivelare nuovi scandali.