Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Zita a cura di Ermes Dovico
LA BEATIFICAZIONE

Martiri del regime comunista: festa in Albania

La Chiesa ha iscritto nell’albo dei Beati i nomi dei 38 martiri albanesi uccisi tra il 1945 e il 1974 il durante regime comunista ateo. A capo della lista si trova il vescovo Vincent Prennushi, Arcivescovo di Durazzo. Con lui anche laici e sacerdoti. 

Ecclesia 06_11_2016

Ieri nella cattedrale di Scutari in Albania, la Chiesa ha iscritto nell’albo dei Beati i nomi dei 38 martiri albanesi uccisi tra il 1945 e il 1974 il durante regime comunista ateo. A capo della lista si trova il vescovo Vincent Prennushi (1885-1949), Arcivescovo di Durazzo, di cui si può leggere una breve storia nell'articolo che la Nuova BQ pubblicò nel 2014, quando la chiesa albanese ricordava i 65 anni dalla morte del vescovo martire.

Con lui altri 37 compagni, tra cui:

Lazër Shantoja, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult, fu il primo sacerdote fucilato in Albania dopo essere stato sottoposto a terribili torture durante le quali gli furono spezzate mani e piedi (+ 5 marzo 1945 a Tirana)

Ndre Zadeja, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult. Tre mesi prima dell'ingresso del comunismo in Albania e sette mesi prima della sua fucilazione pronunciò queste parole: «Due parole devo dire oggi a voi, specialmente a voi, o giovani; una nuvola nera, portatrice di una ideologia rossa sta per piombare sulle vostre teste. La sua intenzione è quella di scaricarsi su di voi. Allora non potrete fare niente contro di essa, solo sopportarla con tutti i suoi mali, e tra questi la negazione di Dio». (+ 25 marzo 1945 a Scutari)

Giovanni Fausti SJ, sacerdote gesuita, Gjon (Kolë) Shllaku, sacerdote francescano, Daniel Dajani SJ, sacerdote gesuita. Il 31 dicembre 1945 la polizia scoprì l'organizzazione nazionalista «Bashkimi Shqiptar» composta da cattolici e musulmani e fondata nel Seminario Pontificio Albanese. Per zelo patriottico, alcuni seminaristi, all'insaputa dei superiori, stamparono alcuni scritti. Il fatto causò l'arresto e la fucilazione di P. Giovanni Fausti S.J., italiano, e di P. Daniel Dajani S.J. Al gruppo fu unito anche l'intellettuale albanese P. Gjon Shllaku O.F.M., accusato ingiustamente di avere fondato il partito Democristiano. 

Mark Gjani, sacerdote dell’Arcidiocesi di Scutari-Pult. Fu torturato e gli fu chiesto di rinnegare Cristo. Al contrario le sue ultime parole in mezzo alle sofferenze furono: «Viva Cristo Re!». Morì legato in modo da soffocare e il suo corpo fu gettato ai cani e i resti buttati nel fiume (+ 1947 a Shën Pal, Mirditë)

Maria Tuci, giovane laica, Aspirante delle Suore Stimmatine. Molto bella d’aspetto si oppose con forza alla violenza che volevano farle subire i carcerieri, per questo subì torture che la resero irriconoscibil (fu chiusa in un sacco con un gatto e morì all'ospedale di Scutari poco dopo gli interrogatori.  (+ 24 ottobre 1950 a Scutari);

Shtjefën Kurti, sacerdote dell’Arcidiocesi di Tirana-Durazzo. Arrestato e fucilato a causa di false accuse di vari crimini, solo perché aveva battezzato un bambino (+ 20 ottobre 1971 a Fushe, Krujë).