Malori e morti improvvise, nasce l'osservatorio regionale
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L'assessore alla Salute in Abruzzo accoglie la richiesta del Comitato #difesaminori (che interrompe lo sciopero della fame): la Regione si impegna a istituire un osservatorio permanente sull'aumento di perimiocarditi (già 87 casi) e decessi inattesi (19 casi) nella fascia d'età pediatrica. Il vaccino resta sullo sfondo come primo indiziato.
L’Abruzzo sarà la prima Regione ad istituire un osservatorio permanente sui malori da perimiocardite e le morti improvvise nella fascia di età 0-14. La notizia è la conseguenza di un impegno concreto preso ieri mattina nei locali del Consiglio regionale di Pescara da Nicoletta Verì, Assessore alla Salute della regione Abruzzo. L’impegno preso dall’esponente della giunta del governatore Marco Marsilio è arrivato dopo il tavolo convocato dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza Maria Concetta Falivene, che ha raccolto l’allarme del #comitatodifesaminori che da tempo chiede di effettuare degli screening sulla popolazione pediatrica andando a indagare la diffusione di un fenomeno che si stima possa essere ancora sottotraccia.
Al tavolo di ieri hanno partecipato anche Domenico "Nico" Liberati, del comitato, che dopo l’annuncio dell’assessore ha interrotto lo sciopero della fame che durava da sette giorni e Marco Cipolletti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, autore della Risoluzione 80/V screening, che ora potrà riprendere il suo percorso legislativo per arrivare anche a una proposta di legge regionale.
Si è parlato di effetti avversi, com’era inevitabile, ma il vaccino è rimasto sullo sfondo perché devono essere le autorità sanitarie a individuare nell’inoculo anti covid la causa scatenante di queste pericolose infiammazioni cardiache. Quel che è importante, e per certi versi rappresenta una svolta, è che per la prima volta una regione abbia accettato di andare a indagare sull’eccesso di perimiocarditi, almeno partendo dalla popolazione più fragile, cioè i bambini.
È noto, infatti che pericarditi e miocarditi sono tra le reazioni avverse più comuni registrate con la campagna di vaccinazione di massa. Inevitabile, quindi, una volta effettuati gli screening necessari e attestato anche con dati scientifici un aumento insolito, puntare il dito contro i vaccini.
Ma in questo, i famigliari del comitato e lo stesso Cipolletti non hanno alcuna fretta. L’Abruzzo, intanto, si pone come regione pilota di un metodo di verifica che potrebbe essere esportato a livello nazionale, dato che l’incremento è registrato in tutte le regioni.
Al tavolo hanno partecipato anche tre esponenti della medicina. Il dottor Vanni Frajese, endocrinologo, il dottor Alessandro Capucci, cardiologo e il dottor Giustino Parruti, infettivologo dell’ospedale di Pescara. Tutti hanno detto di riscontrare dai dati degli aumenti di queste patologie, anche se con accenti diversi. I primi due hanno messo in correlazione il dato con il meccanismo della proteina spike e l’azione del vaccino a mRna. Il terzo, invece, ha rimandato ad una letteratura scientifica che chiama in causa direttamente il covid come causa scatenante.
«I dati della letteratura sono chiari – ha detto Frajese -. C’è un eccesso di mortalità dal 2022 in tutte le fasce, compresa questa pediatrica e non è un caso che la somministrazione del vaccino per i bambini sia avvenuta proprio nel corso del 2022».
Dunque, vaccino primo indiziato? «Di sicuro possiamo dire che nel 2023 c’è un eccesso di mortalità di cui non consociamo la causa, solo in Abruzzo sono morti 19 bambini, che è il numero più alto che c’è stato negli ultimi anni e siamo ancora ad agosto. Quindi è evidente che qualcosa ci sia».
«Il nostro primo obiettivo – spiega Cipolletti alla Bussola - è che sia la medicina a discutere delle cause; quindi, registro per ora un notevole passo in avanti nell’essere riusciti a mettere attorno a un tavolo diversi esponenti del mondo scientifico».
Ma in che cosa si concretizzerà questo osservatorio? Il cammino per la sua attivazione è ancora lungo. Il tavolo si è aggiornato al 5 settembre prossimo, nel frattempo l’assessore ha preso degli impegni chiari: «Ha dato la sua disponibilità a procedere anche parlando di un impegno finanziario della Regione e a inserire lo screening nei Lea (livelli essenziali di assistenza). In più, l’assessore Verì ha anche parlato di un finanziamento ad hoc per istituire unità mobili sul territorio in grado di effettuare una mappatura mirata, andando così a raggiungere capillarmente tutti i bambini e gli adolescenti».
Le perimiocarditi, infatti, possono non essere diagnosticate subito, specie se il bambino non è in grado di comunicare dettagliatamente i sintomi di cui soffre. «Inoltre, anche se non curate possono lasciare delle cicatrici che diventano una porta per future fibrillazioni atriali», hanno spiegato i medici. Ecco perché serve uno screening che faccia una mappatura del fenomeno che a detta del comitato #difesaminori è allarmante.
Liberati, in un’intervista alla Bussola, aveva parlato di 87 casi registrati in Abruzzo solo dal comitato. Un dato empirico, ma di gran lunga superiore allo standard che conta 20 casi ogni 100mila abitanti (i bambini in fascia pediatrica in Abruzzo sono 137mila). «Ringrazio il comitato #difesaminori – ha concluso Cipolletti – che ha spinto la politica a occuparsi di questo fenomeno. Da parte mia sono pronto a implementare la risoluzione anche con nuovi dati che potranno andare ad aggiungersi a quelli di Euromomo che ho già citato nel testo».
Ma con le eventuali accuse di favorire campagne no vax, come pensa il centrodestra di muoversi? «Lasciamo i radicalismi ad altri e cerchiamo di far lavorare la scienza. Quello che è certo è che un aumento di queste patologie c’è stato ed è stato in contemporanea con la campagna vaccinale. Ma non saremo noi a tirare le conclusioni. La politica stavolta dovrà soltanto mettere la scienza in grado di fare il suo lavoro, che è quello di individuare le patologie e curarle».