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REGNO UNITO

Mai dire "Crociati". Anche la RAF subisce la cancel culture

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Uno squadrone storico dell'aviazione britannica, il 14° Squadron della RAF, deve cambiare nome: Crusaders (crociati) è ora ritenuto offensivo per i musulmani. Poi ci si chiede perché gli arruolamenti crollano.

Esteri 08_08_2024 English
Agli albori dell'aviazione inglese, in Palestina nel 1917, i Crusaders c'erano già

Quello che non riuscì nel 1940 al nazismo lo ha ottenuto con una semplice denuncia la "dittatura del politicamente corretto",  confermando quanto sia inarrestabile la furia suicida della cancel culture con cui l’Occidente corre verso la rimozione della propria storia, dei valori e delle tradizioni, incluse quelle militari.

L’ultima vittima della devastante epidemia che sembra colpire soprattutto i vertici politici e delle istituzioni e ha tra i suoi sintomi più evidenti l’azzeramento delle capacità mentali e dello spirito critico degli individui contagiati è il 14° Squadron della Royal Air Force, l’aeronautica britannica, istituito nel 1915 e impiegato in Medio Oriente (Gaza, Palestina, Egitto, Penisola Arabica) durante la Prima Guerra Mondiale. Teatro operativo che gli valse il soprannome di Crusaders, cioè Crociati, oggi divenuto insostenibile per i malati del politicamente corretto e da qualcuno ritenuto offensivo per gli islamici.

La vicenda, emersa poco prima dei diffusi scontri etnici che hanno sconvolto nei giorni scorsi diverse città britanniche, è venuta a galla grazie al Daily Mail che ha riportato la decisione della RAF di eliminare il soprannome Crusaders in seguito a una denuncia che ritiene offensivo, per la cultura islamica, un nome che evoca i guerrieri cristiani in Terra Santa.

Un portavoce della RAF ha aggiunto che "dobbiamo concentrarci sul non dare risalto a nessun termine offensivo che vada contro i valori della Royal Air Force. Le tradizioni e i soprannomi informali usati dalla RAF nei primi giorni del servizio hanno un posto nella nostra storia, tuttavia, alcuni non sono più appropriati nel 21° secolo". Sarebbe facile replicare che il soprannome Crusaders è giustificato dalla storia delle operazioni compiute oltre cento anni or sono dal 14° Squadron e dal fatto che tale termine non contiene nulla di offensivo per nessuno, ma identifica semplicemente i militari cristiani che parteciparono alle Crociate, senza giudizi né discriminazioni per nessuno.

La BBC ha ricordato che ultimamente diverse organizzazioni hanno messo in discussione l'uso del termine “Crociate” e affini o l’uso di immagini raffiguranti i cavalieri medievali: nel 2022, il gruppo antidiscriminazione Kick it Out ha consigliato ai tifosi inglesi di non indossare costumi da crociati e cavalieri all'interno degli stadi durante la Coppa del Mondo in Qatar. Nel 2019 la squadra di rugby neozelandese Crusaders ha eliminato alcuni elementi del suo logo in seguito agli attacchi alla moschea di Christchurch pur mantenendo il nome della squadra.

Lewis Page, redattore militare del quotidiano The Telegraph, ha rimarcato in un commento che contro i Crusaders è stata presentata una sola denuncia e si chiede, con un filo d’ironia, se questo non sia solo l’inizio di un fenomeno ben più ampio. «Presumibilmente, le Irish Guards non possono più essere chiamate "Micks" (termine gergale per definire gli irlandesi - NdR), tradizionalmente non considerano il nome offensivo, ma qualcuno potrebbe farlo. Allo stesso modo, il Terzo Battaglione del Royal Regiment of Scotland dovrà smettere di chiamarsi "Black Watch". Ovviamente, l'809° Naval Air Squadron non può più chiamarsi "Immortals", poiché è offensivo per tutta la civiltà occidentale. Il corpo d'élite dell'impero persiano era noto con lo stesso nome. Ora che la RAF ha stabilito lo standard ci si può aspettare che altre istituzioni ricevano reclami» – scrive Page.

«C'è una squadra di calcio nordirlandese chiamata Crusaders FC e una squadra di rugby Crusaders in Nuova Zelanda. E in tutta onestà, se nessuna organizzazione può ora essere conosciuta come "Crusaders", anche il noto club di rugby Saracens dovrà trovare un altro nome. Ovviamente, spero che quegli ultimi cambiamenti non avvengano, perché lo sport non si è arreso alla follia della wokery nella misura in cui chiaramente lo ha fatto la RAF» sottolinea Page.

«L'ufficiale che ha sostenuto il reclamo e cancellato il soprannome del 14° Squadrone avrebbe dovuto considerare che, sì, le Forze Armate dovrebbero riflettere la società da cui provengono. Ma in quella società, la nostra, è perfettamente normale che istituzioni rispettabili siano chiamate "Crusaders" senza che nessuno pensi che questo sia una sorta di tentativo di insultare i musulmani. Allo stesso modo, il nome Saracens non è offensivo per nessun cristiano ragionevole» - continua Page

«Il 14° squadrone è insolito per la RAF in quanto il motto è in arabo e si traduce in "Apro le ali e mantengo la mia promessa". La tradizione dello squadrone sostiene che questo sia un verso del Corano suggerito dall'emiro della Transgiordania, anche se potrebbe non essere esatto. Il punto è che questa è chiaramente un'unità con una ricca storia e una sua mitologia, e niente di tutto ciò intende essere antagonista verso un particolare gruppo nella società britannica. Ci è stato detto che la cancellazione iniziata con i Crusaders della RAF non è finita, e con l'asticella così bassa è difficile vedere dove si fermerà. Conosco l'attuale comandante della RAF, Dicky Knighton. Se stai leggendo questo, Dicky, è ora di prendere i tuoi ufficiali superiori per un controllo sanitario collettivo» – conclude Page.

La cancellazione dei “Crociati” ha determinato numerose  proteste che hanno visto protagonista anche Nigel Farage, leader del partito Reform UK, mentre il  29 luglio è stata lanciata una petizione per ripristinare il nome "The Crusaders" per il 14° Squadrone in cui si evidenzia che «la rimozione di un soprannome per paura di offendere potenzialmente gli altri può essere vista come un disonore per l'eredità dello squadrone e la memoria di coloro che hanno perso la vita per la nostra libertà».

Sarà forse un caso ma la polemica sui Crusaders, come negli USA l’abbattimento delle statue ai soldati confederati e l’attribuzione di nuovi nomi a basi e caserme intitolate ai loro generali (offensivi per gli afro-americani), coincidono con il minimo storico di arruolamenti nelle forze armate britanniche e statunitensi che da anni non riescono a rispettare i parametri minimi di reclutamento. Sarà forse un caso anche che in tutto l’Occidente e soprattutto in USA e Regno Unito crescano di anno in anno le dimissioni del personale in servizio al punto che le forze armate di Sua Maestà non avevano mai avuto così pochi effettivi da dopo la fine delle Guerre Napoleoniche.

Il progressivo crollo delle vocazioni militari in tutte le società occidentali avrà certo anche ragioni diverse, ma di sicuro sacrificare storia, simboli e tradizioni sull’altare del politicamente corretto non aiuta a cementare né patriottismo né coesione nazionale. Elementi quanto mai rilevanti in un’epoca in cui abbondano guerre e disordini.