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NOTTI BRAVE

L'ultimo grido della savana: pure il tampax alcolizzato

La cronaca si concentra sulla movida estiva del salentino, con Gallipoli quale epicentro drammatico. L'ultimo caso di cronaca notturna riguarda una coppia fornita di una scorta eccessiva di assorbenti femminili. I carabinieri che li hanno fermati sapevano a cosa servissero. L'ultimo grido della savana: ultima frontiera del nichilismo.

Cronaca 17_08_2015
La movida nel salentino

Dopo la morte del ragazzo cardiopatico in discoteca e la ventenne violentata in gruppo la movida estiva salentina ha come epicentro drammatico Gallipoli, mentre un po’ più in là, nel brindisino, quattro ragazze sono finite all’ospedale in coma etilico. Insomma, dal Cocoricò romagnolo l’attenzione si è spostata sulle spiagge pugliesi, dalle quali ci giunge notizia dell’ultimo grido della savana (ringrazio il lettore che mi ha fornito lo scampolo di cronaca locale).

Sentite. I carabinieri di Gallipoli (la città di Rocco Buttiglione e, elettoralmente parlando, di Massimo D’Alema) hanno arrestato in data 11 agosto u.s. una coppia etero di «ragazzi» sulla trentina per possesso – e forse spaccio - di stupefacenti. Lei, oltre a un tritaerba atti alla confezione di dosi di marijuana da smerciare, è stata trovata in possesso di decine di assorbenti femminili, di quelli comunemente chiamati tampax. Se consultate Wikipedia apprendete che si tratta di un nome commerciale (della Procter & Gamble) ormai volgarizzato, cioè usato dalla voce popolare per qualunque marchio di prodotti analoghi: come «pullman» (che era inizialmente il cognome dell’imprenditore che lanciò gli autobus di lunga percorrenza) o «thermos» (dal primo contenitore ermetico per liquidi caldi). Da non confondere con l’omonimo complessino musicale italiano di genere punk, nonché con la rivista, sempre italiana, di cultura underground. I carabinieri, alla vista di tutto quel materiale intimo, si sono subito insospettiti. Sì, perché anche la previdenza ha un limite. E’ vero, il ciclo femminile può coglierti quando meno te lo aspetti, specialmente se sai di averlo irregolare. Ma trenta tampax nella pochette insieme agli attrezzi per confezionare l’Erba di Grace indurrebbero alla riflessione chiunque.

Quelli delle forze dell’ordine che si occupano di queste robe (droga, intendiamo, non assorbenti vaginali) per nostra fortuna sono aggiornati e i militari di Gallipoli erano a conoscenza dell’ultima moda britannica (è dai tempi  dei Beatles che dal Regno Unito non viene più niente di edificante): i tampax alla vodka. Voi penserete: e che diamine! ora i giovani in discoteca ciucciano assorbenti cilindrici? forse lo fanno perché gli alcolici sono costosi e coi tampax si risparmia? forse i tampax imbevuti costituiscono un agevole escamotage per aggirare il divieto di vendita di alcool ai minori? forse li si usa in quei locali da ballo in cui gli alcolici sono banditi? Niente di tutto questo. I tampax alla vodka sono un accessorio per signora, la quale sfrutta le mucose vaginali per assorbire subito l’alcool e sballare prima. Tutto legale, per carità, ognuno è libero di tamponarsi gli sfinteri come meglio crede. E poi, in caso di sveltina, il partner può anche apprezzare il profumo inebriante e afrodisiaco sprigionantesi dalle parti basse. A meno che non si tratti di un bacchettone veterotestamentario che magari sbotti indignato: «Signorina, lei puzza di superalcolico come un cosacco!». Ma certa gente non frequenta le discoteche e figurarsi se accetta un accoppiamento nei cessi con una sconosciuta al ritmo di techno.

Eh, come sono lontani i tempi in cui Celentano cantava: «Scusi, vuol ballare con me? Grazie, preferisco di no»! Lontani? Ma era solo il 1965 e tuttavia il tango col casqué (motivo del rifiuto all’invito) era previsto «al matinée del giovedì ballo liscio al Garden Blu con l’orchestra Serenade». Ballo osé, il massimo della trasgressione in quegli Anni Formidabili quando tutto cominciò. Il problema del Terzo Millennio è che non si sa più che cosa trasgredire; da qui la Fantasia al Potere. E i tampax alcolizzati. L’ultimo grido della savana. Per ora. Savana? Per forza, ci sono messi d’impegno per convincerci che discendiamo da scimmie ed ecco che finalmente la Scimmia che è in noi è stata liberata. Sia quella «sulla schiena» (copyright William Burroughs, riferentesi alle droghe), sia quella danzante (altro Burroughs, Edgar Rice, quello di Tarzan l’uomo-scimmia), sia quella anglo-pugliese dei tampax che assorbono vodka. Dove andremo a finire, diceva mio nonno. Nonno, ci siamo già finiti, rispondevo io. Qualcun altro, più autorevole, aggiungeva: il nichilismo? ormai ce lo abbiamo alle spalle; davanti abbiamo l’abisso. O la savana primordiale.