«Lottare per la vita», lo dice anche il Papa
Lo scorso 4 febbraio, all'Angelus, papa Francesco salutando i presenti del Movimento per la Vita, ha lamentato che sono troppo pochi i cattolici che lottano per la vita. Un invito a un maggiore impegno pubblico che dovrebbe essere preso seriamente.
Caro direttore,
desidero segnalare a te ed ai tuoi lettori un episodio probabilmente già noto a tanti, ma che mi ha colpito in modo particolare e mi ha fatto pensare.
Dopo la recita dell’Angelus di domenica 4 febbraio (giornata dedicata alla Vita), Papa Francesco ha espresso “incoraggiamento alle diverse realtà ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita, in particolare il Movimento per la Vita, di cui saluto gli esponenti qui presenti, non tanto numerosi. E questo mi preoccupa; non sono tanti quelli che lottano per la vita in un mondo dove ogni giorno si costruiscono più armi, ogni giorno va avanti questa cultura dello scarto….preghiamo perché il nostro popolo sia più cosciente della difesa della vita in questo momento di distruzione e di scarto dell’umanità”.
Vorrei ripercorrere i passaggi che mi hanno colpito.
Innanzi tutto, Francesco incoraggia tutti a sostenere “in tanti modi” la vita, chiamando il mondo cattolico a raccolta, perché non si affievolisca l’impegno circa un aspetto fondamentale, anzi essenziale per l’esistenza del mondo stesso. Per certi versi, l’ho sentito come un appello contro il pericolo che prevalga l’accidia in un campo decisivo per l’intera umanità.
Poi, il Papa fa un’insolita annotazione, che mi pare non abbia precedenti. Salutando il benemerito Movimento per la Vita sottolinea come gli esponenti di tale realtà presenti in piazza siano “non tanto numerosi”, aggiungendo che ciò lo preoccupa. Considerando la cosa dal punto di vista positivo, evidentemente Francesco vorrebbe che ci fossero più cattolici impegnati e lo ha detto dopo che aveva sottolineato come Gesù annunciasse il Vangelo soprattutto per le strade, compromettendosi con il popolo. Evidentemente Papa Francesco vuole tanta gente in piazza (anche in Piazza San Pietro) per difendere e affermare di fronte a tutti le cose giuste.
Continuando nelle sue considerazioni, il Papa usa poi un verbo ancora più impegnativo, lamentandosi del fatto che “non sono tanti quelli che lottano per la vita “, mentre le circostanze attuali necessiterebbero di un surplus di impegno, visto che si costruiscono sempre più armi che uccidono e che si approvano “leggi contro la vita” (anche con il concorso di cattolici, a volte).
Francesco termina il suo intervento invitando a pregare “perché il nostro popolo sia più cosciente”. Penso che, con questo, il Papa chieda un impegno particolare dal punto di vista culturale, perché non basta la generosità se essa non è basata su di un giudizio che permetta di andare oltre le difficoltà che ogni lotta sempre presenta.
Caro direttore, mi pare che il Papa, nella brevità di un intervento domenicale, abbia tirato le orecchie ai cattolici italiani, invitandoli ad un maggiore impegno pubblico circa le dimensioni fondamentali della vita. Evidentemente, egli non ha paura del pericolo dell’egemonia (paventato da certi salotti bolognesi, ma del tutto improbabile vista la posizione minoritaria della Chiesa), quando invita i fedeli ad essere più numerosi nelle lotte a difesa della vita e quando li invita ad essere presenti anche nelle strade e nelle piazze. Di fronte alla verità, il numero non conta, ma di fronte alle lotte sociali e politiche anche il numero conta, come conta che il numero si faccia vedere anche nelle piazze. Ricordiamoci di tutto ciò anche il 4 marzo: il nostro voto non può andare a chi non ha difeso (anzi, ha attaccato) la vita (e la famiglia).