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IL CASO DI PARIGI

L'Occidente che demolisce le chiese e lo Spirito

In molti hanno trascurato la gravità dello sgombero in Santa Rita accusando gli occupanti di essere "tradizionalisti abusivi non in comunione con Roma". In realtà le cose non stanno così. Lo dice il prete che aveva riportato i fedeli in quell'edificio. I quali erano pronti ad acquistarlo. Solo che nessuno li ha aiutati.

Editoriali 08_08_2016
Padre William trascinato fuori dalla polizia

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia dell’irruzione della Polizia in assetto antisommossa in una chiesa di Parigi. Le immagini del sacerdote trascinato via a forza hanno fatto il giro del mondo. Il prete stava celebrando messa. L’ultima messa nell’edificio consacrato a Santa Rita sulle cui fondamenta, dopo una lunga vertenza giuridico amministrativa, pende ora la spada di Damocle della ruspa. La chiesa infatti sarà demolita e al suo posto sorgerà un parcheggio. 

L’irruzione ha mostrato al mondo una violenza da parte della Polizia che non si vede di solito per le tante moschee abusive sparse qua e là nelle città d’Europa. All’iniziale indignazione anche di esponenti politici francesi come Marion Le Pen ha fatto seguito un balletto giustificazionista che alla fine ha prodotto il risultato di far passare il sacerdote e gli occupanti come usurpatori. 

La chiesa infatti è diproprietà di un’associazione non in comunione con Roma. A questo si aggiunge che, nel commenti sui social e su alcuni giornali, la comunità di fedeli che stava utilizzando la chiesa è stata definita abusiva e lefebvriana, quindi anch’essa non in piena comunione con Roma. Quindi, tutto sommato, la tesi sostenuta da alcuni è che la distruzione della chiesa non sarà una gran perdita per la Chiesa. 

Peccato che le cose non stiano così. Anzitutto il sacerdote che celebrava messa per un nutrito numero di fedeli appartiene all’Istituto Buon Pastore, nato dopo una “scissione” da Econe e incardinato in perfetta comunione con Roma attraverso la Pontificia commissione Ecclesia Dei

Quindi ad essere cacciata a pedate dalla chiesa non è affatto una confessione non in comunione con Roma, ma con le carte in regola per appartenere alla Catholica. Ci sarebbe da dire anche sulla liceità di giustificare un intervento in antisommossa per pastori lefevbriani. Il fatto cioè che se il sacerdote, che durante la messa prega per il Papa, a differenza degli ortodossi, appartenga alla comunità San Pio X allora è lecito sbatterlo fuori a calci. 

Più complessa, ma non meno carica di significati e spunti di riflessione è l’accusa di aver occupato la chiesa abusivamente. In un’intervista rilasciata al Le Figaro Padre William Tanoüarn, il sacerdote trascinato a forza dalla Polizia, ha raccontato come stanno davvero le cose. 

Il sacerdote ha spiegato che la chiesa è nata nel 1905 da un gruppo di anglicani chiamato “I cattolici apostolici”. Questi avevano l’obiettivo di annunciare la fine del mondo per altri cristiani, ma sono morti per esaurimento del “carisma”. Così l’edificio dedicato a Santa Rita è stato dato in affitto alla Chiesa gallicana, un altro gruppo di cattolici “dissidenti” autonominato. Questi però, negli ultimi anni hanno smesso di pagare l’affitto e hanno poi successivamente abbandonato l’edificio, che, di passaggio in passaggio è stato svenduto ad un’immobiliare. La quale ha visto l’occasione di farci una bella speculazione trasformandola in parcheggio.

Nel frattempo, nel quartiere di rue François Bonvin, nel 15esimo arrondissement, la comunità cattolica presente anche quando c’erano i “gallicani” ha da subito visto nella chiesa di Santa Rita un approdo visto e considerato che a Parigi sono tante le chiese chiuse o abbattute per far posto a case o centri commerciali. Così i cattolici del quartiere hanno chiesto ai sacerdoti del Buon Pastore di venire a celebrare messa in quell’edificio. 

I religiosi si sono rimboccati le maniche. In pochi anni hanno portato quella che era una chiesa di una confessione simil protestante ad un centro di irradiazione della fede, vivo e stanziale esattamente come una parrocchia. Negli ultimi anni in Santa Rita si celebra messa in forma straordinaria, come disciplinato dal Motu Proprio Summorum Pontificum, due volte alla domenica e una volta nei giorni feriali.

Per una vita spirituale che nasceva e fioriva, praticamente più dello standard di una parrocchia media in Italia, però, c’era all’orizzonte la minaccia della burocrazia e della legge. Con lo stabile venduto e di proprietà di un’immobiliare il suo destino era segnato. 

Ma a riprova della buona fede e della serietà della comunità sorta in Santa Rita il padre ha fatto notare che i fedeli erano pronti ad acquistare la chiesa. «Ci vogliono 5 milioni di euro», ha detto. Una cifra impensabile, ma da affidare proprio alla titolare del tempio, che in quanto patrona delle cause impossibili avrebbe sicuramente fatto la sua parte. E poi la storia della Chiesa è piena di fedeli che hanno fatto sacrifici per costruirsi la loro chiesa. Basta andare nel Duomo di Milano e vedere da chi è stato costruito per comprenderlo.

Bastava solo un po’ di collaborazione da parte dell’immobiliare e del Comune che, rispettando il principio della laicità e della libertà religiosa, avrebbe potuto aiutare la comunità a trovare i fondi necessari per l’acquisto. Non parliamo di fondi pubblici, ma quando un comune vuole aiutare un privato ci riesce facendo leva sulle sue conoscenze, senza gravare sulle casse dei cittadini. Idem avrebbe potuto fare l’Arcidiocesi di Parigi. 

Ma tutto questo non è avvenuto. Nessuno ha aiutato la comunità di Santa Rita a comprarsi la sua chiesa, anche perché a reggerla erano "pericolosi" tradizionalisti, che in Francia sono una primavera per la Chiesa, così il duro braccio della legge ha fatto il resto.

Ecco perché padre William ha resistito sull’altare fino all’arrivo dei gendarmi. «La distruzione programmata di S. Rita rientra nel dramma delle chiese vuote di Francia. Questi edifici dovrebbero essere riconosciuti come sacri e protetti anche se non sono “redditizi”», ha dichiarato al giornale francese.

Come dargli torto? Se vogliamo continuare ad essere una civiltà, dobbiamo continuare ad avere questi luoghi dove soffia lo Spirito. Così, mentre gli emiri arrivano in Occidente carichi di bigliettoni per costruire moschee, a noi non resta che piangere amaramente sull’impossibilità di comprarci una chiesa in casa nostra.

Un risultato però la “sceneggiata” di padre William l’ha ottenuto: sensibilizzare il mondo politico francese sulla necessità di mantenere i presidi cattolici dove esistono comunità animate da fede e buona volontà. Presidi che hanno costruito l’Occidente che oggi li rinnega. Chissà che dopo lo choc salutare dei religiosi del Buon Pastore, qualcuno non si decida ad aiutare la “parrocchia” di Santa Rita a comprare la chiesa.