Livella, compasso, reset: il mondo secondo Bachelet
Nel suo discorso alla Gran Loggia Massonica del Cile, Michelle Bachelet, Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, ha dichiarato che la pandemia deve aprire una «nuova era fondata su un nuovo contratto sociale». Deve costituire un "reset", come la Seconda Guerra Mondiale, dal quale ricostruire da capo. E sulla base dei valori massonici di "fratellanza universale". Alla Chiesa va bene?
Michelle Bachelet, ex Presidente della Repubblica cilena, a ridosso della scadenza del suo ultimo mandato, e prima di cedere il posto al conservatore liberale Augusto Piñera, fece approvare, all’ultimo minuto e uno dopo l’altro, tutti i temi cari all’agenda mondialista: aborto, “matrimonio” omosessuale, ideologia gender, eccetera. Fu premiata per questo suo risultato con il prestigioso incarico di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani che attualmente ricopre. In questa veste, peraltro, si è pure premunita di bacchettare l’Italia sulla questione dei migranti quando a guidare il Viminale vi era Matteo Salvini.
Va fatta questa necessaria premessa, apprendendo ora che la Bachelet ha partecipato ufficialmente, in qualità di Alto Commissario Onu, ad un’iniziativa organizzata il 1 dicembre 2020 dalla Gran Loggia Massonica del Cile, nel quadro dell’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Dopo i saluti protocollari del Gran Maestro della Gran Loggia del Cile, Sebastián Jans Pérez e del Gran Maestro della Gran Loggia Femminile del Cile, Adriana Aninat, Michelle Bachelet ha tenuto il suo discorso esordendo sulla necessità che gli uomini si riconoscano tutti come fratelli e membri di un’unica comunità. Le parole esatte sono state: «Abbiamo bisogno dei principi massonici, come la solidarietà e la fraternità, per unirci in una sola umanità, perché questo è quello che siamo».
Interessante, nel discorso della Bachelet, anche l’accenno all’attuale emergenza sanitaria mondiale. L’Alto Commissario ha, infatti, riferito di aver parlato personalmente con lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Gutierrez, e concordato sul fatto che il Covid sia destinato ad aprire una «nuova era fondata su un nuovo contratto sociale». Ancora più interessante è stata la rivelazione ufficiale, da parte della stessa Bachelet, che tale nuovo contratto sociale sarà fondato «sui principi massonici della solidarietà e della fratellanza». Testuali parole. Sempre nel suo discorso diretto alla Gran Loggia, la Bachelet ha inoltre dichiarato che per i vertici delle Nazioni Unite la pandemia Covid-19 dovrebbe avere «gli stessi effetti della Seconda Guerra Mondiale», ossia quello di un grande reset da cui partire per un nuovo patto mondiale. Questa «opportunità da non perdere» dovrà necessariamente affrontare temi fondamentali come «il cambiamento climatico», «la migrazione», ed una nuova visione economica che «superi le disuguaglianze generalizzate». Tutto questo, ovviamente, nell’ottica massonica «della solidarietà e della fratellanza universale».
La Bachelet, in realtà, non ha mai nascosto le proprie simpatie per la squadra ed il compasso, e la strettissima contiguità con le logge. Circostanza che, certamente, l’ha agevolata non poco nella sua folgorante carriera fino alle Nazioni Unite. Interessante anche il fatto che il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, nel 2007 abbia voluto conferirle la massima onorificenza del nostro Paese: oggi Michelle Bachelet, infatti, è Dama di Gran Croce decorata di Gran Cordone dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Quando era lei ad essere Presidente della Repubblica cilena, non disdegnava affatto le frequentazioni massoniche. Anzi, per la prima volta nella storia di quel Paese, un Presidente della Repubblica visitò in veste ufficiale la Gran Loggia Massonica del Cile. Al momento del suo ingresso nel Grande Tempio, la Bachelet fu applaudita da più di 650 massoni partecipanti all’incontro. Era il 18 aprile 2014, e in quell’occasione l’attuale Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani pronunciò con orgoglio queste parole: «La cultura massonica, come sapete, è qualcosa a me noto, e i suoi valori sono stati decisivi nella mia formazione». Aggiunse, pure, con un’immagine evocativa, che «gli scalpelli, le livelle, i compassi e le squadre massoniche» sarebbero stati «essenziali per plasmare e indirizzare il futuro del Cile». Ora che riveste un importante incarico a livello mondiale, quegli strumenti potrà certamente utilizzarli su larga scala. Per Michelle Bachelet, poi, l’apporto della massoneria è stato determinante per la realizzazione di un’autentica laicità e di un’effettiva «separazione tra Stato e Chiesa».
Il fatto è che, oggi, sembra che alla Chiesa cattolica questa separazione importi poco, visto che ama usare il medesimo linguaggio di quella «cultura e valori» che hanno formato l’ex Presidente del Cile. Una Chiesa che si ostina a parlare di «fratellanza universale», di «solidarietà», di «cambiamento climatico», di «migrazione»di «nuova economia», di «great reset», è una Chiesa che non ha bisogno di separarsi dallo Stato. E neppure dalla Gran Loggia Massonica. I problemi possono sorgere solo quando la Chiesa cattolica tornerà a rimettere Cristo al centro della propria azione pastorale e ad annunciare la Verità del Vangelo, spiegando che la «fratellanza universale», la «solidarietà», il «cambiamento climatico», la «migrazione» e la «nuova economia» non potranno mai salvare l’anima.