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ELEZIONI 2018

L'Italia vuole un governo, ma la stabilità resta un miraggio

Ancora presto per parlare di vincitori, ma il primo dato certo delle elezioni 2018 è l'affluenza più alta del previsto (74%). Centrodestra avanti negli exit polls, ma Cinque Stelle sarebbero il primo partito mentre il Pd crolla. E' la fotografia di un Paese spaccato in tre, anche geograficamente. 

Politica 05_03_2018

Le recenti esperienze elettorali dicono che è bene dubitare di sondaggi ed exit poll, per cui non è il caso di tirare conclusioni affrettate, che potrebbero essere smentite dallo spoglio delle schede. Peraltro il Rosatellum non consente un automatismo tra percentuali dei voti raccolti e numero di seggi attribuiti, stante il mix tra maggioritario (37% di collegi uninominali) e proporzionale.

I numeri sono dunque incerti ma l’affluenza alle urne, più elevata del previsto, e pari a quasi il 74% (un solo punto in meno delle politiche del 2013, quando fu del 75,20%), potrebbe renderli ancora più precari, visto che gli exit poll sono stati elaborati immaginando un’affluenza inferiore al 70%.

Si può commentare con certezza, quindi, solo il dato relativo al numero di elettori che si sono recati alle urne, nonostante le difficoltà del sistema elettorale e il paventato rischio astensionismo.

Alla fine ha vinto il senso civico o forse, in alcune parti del Paese, in particolare al sud, la rabbia e il desiderio di cambiamento. Si parla di un successo travolgente del Movimento Cinque Stelle nel meridione, mentre al centronord sarebbe in vantaggio il centrodestra e in alcune regioni tradizionalmente “rosse” il centrosinistra, sia pure in vistoso calo, conserverebbe moltissimi seggi. In ogni caso, il Paese si presenterebbe spaccato in tre, soprattutto in base alla collocazione geografica. E la governabilità, stando agli exit poll, appare una chimera. Il pallino passerà quindi saldamente nelle mani del Presidente della Repubblica, che dovrà davvero ingegnarsi per uscire dall’impasse e assicurare una maggioranza stabile e coesa al Paese.

I collegi in bilico sono ancora tanti, ma la sorpresa più spiazzante potrebbe essere quella delle schede nulle, visto che moltissimi elettori potrebbero aver messo per errore la croce sui nominativi dei candidati, mentre, come si sa, bisognava mettere una X solo sui simboli di partito. Per non parlare del bollino antifrode, vera novità di queste elezioni, che ha rallentato sia le operazioni di voto che quelle di scrutinio. Nei social, durante tutta la giornata di ieri, si sono moltiplicati i post di protesta nei confronti del Ministero dell’Interno, colpevole di aver appesantito ulteriormente le procedure elettorali.

Inoltre, nel Lazio e in Lombardia, chi si è recato alle urne ha ricevuto anche una terza scheda, quella per l’elezione dei consigli regionali, il che potrebbe aver disorientato ulteriormente gli elettori, che sulle altre due schede erano chiamati a mettere una X solo sui simboli, mentre alle regionali potevano esprimere una preferenza scrivendo anche il nome di uno o due candidati, purchè nel rispetto dell’alternanza di genere.

Dunque si naviga a vista e lo spoglio (che per le schede delle elezioni regionali di Lazio e Lombardia inizierà solo alle 14 di oggi) potrebbe riservare moltissime sorprese, soprattutto perché nei collegi uninominali vince chi prende anche un solo voto in più e quindi non si riuscirà fino alla fine dello spoglio a determinare il quadro esatto dei seggi.

Come detto, la governabilità appare al momento assai in bilico, dal momento che i nodi politici, dalla consistenza del successo dei Cinque Stelle all’esito della sfida tra Forza Italia e Lega e all’entità della frana del Pd, potranno essere sciolti solo nelle prossime ore, a spoglio concluso e seggi ripartiti.