Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santo Stefano a cura di Ermes Dovico
IDEOLOGIE

L'incubo totalitario firmato Casaleggio

E’ difficile immaginare un nuovo mondo infernale. Il Novecento ci ha già fatto conoscere il lager e il gulag. La letteratura, con Aldous Huxley e George Orwell ha già dipinto il peggior futuro immaginabile. Ma Gianroberto Casaleggio, padre del M5 Stelle, batte tutti con "Veni, Vidi, Web". Non un romanzo, ma un manifesto.

Cultura 28_12_2015
Gianroberto Casaleggio

E’ difficile immaginare un nuovo mondo infernale. La “distopia” è il genere letterario che descrive le utopie alla rovescia, la realtà peggiore che tu possa immaginare, appunto. Ed è quasi monopolizzata da due grandi opere che difficilmente possono avere rivali: 1984 di George Orwell e Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley. Il primo immaginava un comunismo al cubo, un regime totalitario dove ogni uomo era costantemente spiato, rieducato, aizzato contro nemici veri o immaginari, svuotato di ogni idea e sentimento al di fuori dell’amore per il Partito e per il Grande Fratello. Il secondo concepiva una distopia differente, una dittatura non palese, in cui il regime impostava gli uomini sin da prima della loro nascita, affidava a ciascuno un ruolo immutabile nella società, di produttori e di consumatori di un’economia pianificata, svuotati sin dalla nascita di ogni altra ambizione, sentimento o fede. E’ difficile immaginare qualcosa di diverso, prima di tutto, perché il Novecento ha quasi realizzato queste due differenti distopie. L’incubo di Orwell si è materializzato nei regimi di Stalin, Mao e Pol Pot ed è ancora realtà in Corea del Nord. Al Mondo Nuovo di Huxley stanno arrivando, invece, molte democrazie invecchiate dell’Unione Europea. Ma c’è un altro autore che mette in pista la sua personale distopia e, con il libro “Veni, Vidi, Web”, è diventato l’autore più venduto e letto nel Belpaese in questi giorni natalizi. E’ Gianroberto Casaleggio, il creatore del Movimento 5 Stelle assieme a Beppe Grillo.

L'ispirazione distopica di Gianroberto Casaleggio era già evidente con il suo piccolo video di sette anni fa, “Gaia, the Future of Politics”, in cui immagina una guerra mondiale ventennale (scoppio previsto nel 2020, quindi fra appena quattro anni) talmente distruttiva da ridurre l’intera popolazione mondiale a 1 miliardo di anime. Queste, secondo la profezia di Casaleggio, si riorganizzeranno in una democrazia globale, in cui ogni legge è votata con i metodi della democrazia diretta, con un semplice click sul proprio computer. Ed è con un click che la nuova umanità da lui immaginata, cancella religioni, confini, proprietà e libertà individuale. Difficile immaginare un incubo peggiore, anche dopo aver letto Orwell e Huxley. Eppure, con il suo nuovo libro, Casaleggio batte la sua stessa fantasia distopica, proponendoci un incubo realistico in cui la persona sparisce e diventa un semplice utente di social network, spiato e spia al tempo stesso, in ogni singolo momento della sua vita.

Si materializza sulle sue pagine una società totalitaria che non ammette deviazioni, dove l’uomo deve dedicarsi alla comunità, in cui i figli vengono affidati a un’educazione comunitaria, dove è vietato a tutti guidare l’auto perché sono obbligatori i mezzi di trasporto pubblici. Una società in cui il “mercato” (se non il “mercato rionale”, come ironizza l’autore) non esiste più, così come spariscono, di fatto, il denaro e la proprietà privata, perché tutto è gestito in comune. Vige la regola del “chilometro 0” (un’autarchia locale, non solo nazionale) e i supermercati, luogo di aggregazione commerciale per eccellenza, sono rasi al suolo. Così come sono rase al suolo anche tutte le grandi infrastrutture. Si immagina un tale ritorno alla miseria che le uniche aziende che ancora hanno successo sono quelle che producono biciclette. La sensazione è di leggere un Orwell al cubo, quando si trovano anche le punizioni per i nuovi nemici della società ossessionata dall’ecologismo. Chi emette Co2 viene condannato all’ergastolo, chi è cacciatore è esposto nudo alla furia degli animalisti, chi è corrotto si merita la gogna e chi non si disfa delle sue proprietà “in eccesso”, viene condannato alla rieducazione in campi gestiti da neo-maoisti, come tuttora avviene in Cina. Se non siete spaventati abbastanza, in questa società le statue degli eroi del passato sono sostituite da quelle dedicate a Gengis Kahn, lo sterminatore dell’Asia (30 milioni di morti a suo carico, nella sola Asia, in un mondo che non contava nemmeno un miliardo di anime) che in questa società-formicaio, diventa un modello di governo da seguire.

Interessante anche il modo in cui la distopia viene introdotta e presentata dall’autore. Di solito, in Huxley e Orwell e tanti altri, il mondo da incubo viene descritto come se fosse vissuto da una sua vittima. Casaleggio, invece, lo presenta in prima persona, nella veste di consulente aziendale. Nei tre quarti del suo libro suggerisce tecniche innovative di gestione dell’impresa e del personale, valorizzando la persona e la sua libertà, per poi annullare l’una e l’altra senza che nessuno se ne accorga. Come si fa, infatti, a gestire un’impresa senza che nessuno si assuma la responsabilità delle decisioni? Come si fa a prendere ogni decisione in modo assembleare? Ci avevano provato con le cooperative, per tante volte, e il modello è sempre fallito. Oppure ha funzionato solo quando si è trasformato in dittatura occulta: uno solo prende le decisioni, ma dichiara che la sua volontà è assembleare. Se le cose vanno bene, si prende lui il merito, quando vanno male è colpa di tutti. Quel che leggiamo in Casaleggio è la nascita di una dittatura occulta, è un altro incantatore novecentesco che ti seduce con la proposta di diventare come il Dio di te stesso, ma alla fine ti rende schiavo di sé. Ed è una dinamica che, per altro, vediamo all’opera nel Movimento 5 Stelle, dove “uno vale uno”, ma le epurazioni dei dissidenti già non si contano più.

Casaleggio, insomma, è riuscito a sintetizzare bene l'orrore della società totalitaria di Orwell e quello della società conformista di Huxley in un’unica distopia, che è al tempo stesso totalitaria e conformista. E per questo, forse, la sua è la formula della tirannia perfetta, quella della maggioranza. Ma … ah, non è una distopia quella di Casaleggio? No. E’ il suo sogno. Solo dopo averlo letto, ci rendiamo conto, che quello che ha scritto in “Veni, Vidi, Web” non è un monito, ma un manifesto. E’ il programma di lungo periodo del Movimento 5 Stelle, il secondo partito più votato in Italia.