Limitless
Uno scrittore spiantato vede cambiare totalmente la propria vita quando si imbatte in un nuovo farmaco fuori commercio che sviluppa le capacità cognitive. Un film mediocre.
- Limitless (Regia: Neil Burger Interpreti: Bradley Cooper, Robert De Niro, Abbie Cornish, Anna Friel, Andrew Howard; Genere: Thriller; Durata: 105 min.
Thriller psicologico dai tanti colpi di scena ma anche dalle tante, troppe svolte incongruenti. Lo dirige Neil Burger che sconta, come già nel suo lavoro precedente, l'anonimo The Illusionist,, una certa approssimazione nel condurre la vicenda. L'idea è quello del doping applicato non allo sport, ma nella vita di tutti i giorni: così Eddie Morra, da scrittore senza prospettive diventa uomo di successo, finanziere di fama mondiale, playboy irresistibile. Tutto per una pillola “magica”.Troppo facile? Sì, anche perché la svolta con cui Eddie incontra l'occasione della vita è telefonatissima e poco verosimile così come è troppo accelerata la sua scalata al successo. Errore di Burger e della sceneggiatrice Leslie Dixon (più a suo agio con le commedie: da Mrs Doubtfire a Lo spaccacuori) che ha ridotto per lo schermo il racconto di Alan Glynn. Troppe accelerazioni e troppo repentina la consapevolezza del protagonista rispetto al suo dono, quando invece sarebbe stato più interessante narrativamente (e anche più realistica) una presa di coscienza nel tempo. L'effetto è straniante: come se Tobey Maguire in Spiderman, dopo essere stato punto dal ragno, avesse preso subito a pugni Goblin, prima ancora di tornare a casa dai nonni. E questo voler dire troppo e troppo in fretta, fa perdere i pezzi per strada: il personaggio di Lindy (interpretato dalla bellissima Abbie Cornish) è presente a sprazzi e non è mai efficace. Anzi è al centro di un inseguimento quanto meno curioso e folle per come si conclude; le stesse figure della ex moglie e dell'ex cognato del protagonista sono solo accennate. Soprattutto – ed è questo il vero problema del film – si accumulano situazioni su situazioni, svolte su svolte col risultato di non chiudere con coerenza nemmeno una. Così, il film che poteva essere un onesto scontro per il Potere con da un lato Eddie/Bradley Cooper e dall'altro il magnate Carl Van Loon/Robert De Niro, si perde nelle pieghe di una vicenda periferica in cui è coinvolto uno sgherro del quartiere; si trasforma poi in un thriller paranoico con al centro l'inseguimento di cui sopra e, a un certo punto, imbocca anche la strada del thriller processuale; non diventa compiutamente né una storia d'amore e nemmeno una vicenda morale sull'ambiguità di un personaggio condannato al successo ma sempre più isolato. Non è niente di tutto questo perché Limitless è tutto questo e di più.
Gli spunti e gli aspetti positivi però non mancano: Cooper è bravo in un ruolo non facile e segnato dalla contraddizione; la tensione, soprattutto quando Eddie se la deve vedere con gli effetti collaterali della pastiglia, non è da buttare via. Ma troppo è fuori fuoco: Robert De Niro gigioneggia in un ruolo praticamente non scritto; le sequenze di delirio in soggettiva sono assai risapute e deboli visivamente. Di conseguenza, al di là di qualche singola scena e di un riferimento, davvero inquietante e profetico, alla Libia, Limitless non è un film difficile da seguire. Non è lento e non manca di parecchi colpi di scena. Ma sono colpi di scena vuoti e autoreferenziali e il montaggio, a tratti frenetico, catturerà pure l'attenzione così come le inquadrature sghembe che rendono la visione distorta di Eddie drogato dal farmaco. Ma sono tentativi aleatori, che non compensano una piattezza di regia e una mancanza di vere invenzioni in sede di scrittura. In poche parole: si poteva fare meglio, magari raccontando una storia, una sola e non disperdendo forze e attenzioni in cinque diversi tronconi.
- Habemus Papam
(Regia: Nanni Moretti Interpreti: Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli, Nanni Moretti Margherita Buy; Genere: Commedia; Durata: 104 min).
Né anticlericale, né religioso, il film di Moretti è una storia curiosa e interessante, che però tende a essere soverchiata dall’ego del regista, anche interprete. Più che parlare di un Papa che si sente inadeguato, sembra esaltare uno psicanalista che inadeguato lo è veramente.
- Rio
(Regia: Carlos Saldanha; Con le voci di Victoria Cabello, Fabio De Luigi, Pino Insegno, Mario Biondi, Josè Altafini; Genere: Animazione; Durata: 96 min.)
Pappagallo da appartamento, animale da contrabbandare per far felice un collezionista, Rio finisce in un’insolita comunità di altri uccelli, scoprendo il piacere della libertà. Fiaba gentile, arricchita da uno spessore tecnico veramente di grande livello.
- Se sei così ti dico sì
(Regia: Eugenio Cappuccio; Interpreti: Emilio Solfrizzi, Belen Rodriguez, Iaia Forte, Fabrizio Buonpastore, Francesca Faiella; Genere: Commedia; Durata: 100 min).
Strano a dirsi, ma Belen Rodriguez sa recitare veramente, e nel ruolo della vamp in coppia con Solfrizzi (che interpreta un cantante sfiatato, dal successo di una sola estate) rivela anche una “vis comica” che merita di essere sfruttata).
- Scream 4
La tentazione (o l’assegno) per Craven deve essere stata consistente, per cui i “vecchi adolescenti” potranno vedere quanto Courteney Cox sia invecchiata, sotto le iniezioni di botox, mentre i nuovi adolescenti troveranno il loro posto in uno dei cult più longevi del filone horror/ironico.