Libia, Londra farà il lavoro "sporco" dei respingimenti
La missione europea Sophia/Eunavfor Med doveva servire a scoraggiare i trafficanti di esseri umani del Mediterraneo e salvare vite. Ha finito, al contrario, con l'incentivare il lavoro degli scafisti che operano dalla Libia. Di fronte alla prospettiva di ricevere mezzo milione di immigrati la prossima estate, il premier Cameron prepara un piano più concreto: i respingimenti.
UE, TURCHIA, INCOGNITE DI UN ACCORDO di S. Magni
Insieme ai Paesi dell’Est Europa, la Gran Bretagna è forse lo Stato membro della Ue che ha sempre mostrato una visione pragmatica rispetto ai flussi migratori incontrollati, senza fare sconti alle politiche dell’accoglienza per tutti praticate dall’Europa.
Due anni or sono il governo britannico criticò aspramente l’operazione italiana Mare Nostrum, accusata da Londra di incentivare gli affari dei trafficanti e incoraggiare l’esodo dall’Africa di immigrati che, tra l’altro, non avevano e non hanno alcun diritto all’asilo. Le stesse critiche rivolte l’anno scorso all’operazione europea Sophia/Eunavfor Med, nata per contrastare i trafficanti in Libia e oggi impiegata (come la missione navale italiana Mare Sicuro e l’operazione Triton dell’agenzia europea Frontex) esclusivamente per raccogliere immigrati clandestini e sbarcarli in Italia dopo aver affondato i gommoni e arrestato qualche scafista.
Il premier britannico David Cameron ha detto di voler dispiegare la Royal Navy per dissuadere i migranti dall'imbarcarsi dalla Libia per raggiungere l'Europa attraverso il Mediterraneo, imitando gli australiani che da anni respingono nei Paesi di provenienza le imbarcazioni cariche di clandestini. La proposta avanzata da Cameron al vertice di Bruxelles, si basa sulla certezza che la stagione estiva e la chiusura (auspicata) della rotta balcanica aumenteranno i flussi migratori dalla Libia verso l’Italia.
Per questo Londra valuta di utilizzare la nave Enterprise, già assegnata alla flotta europea dell'Operazione Sophia/EunavforMed, per operare nelle acque territoriali libiche e respingere sulle coste barconi e gommoni. I piani della marina britannica prevedono anche la distruzione delle barche dei trafficanti sulle coste libiche: se verranno davvero attuati rappresenteranno in pratica quello che doveva fare EunavforMed se avesse ricevuto l’invito di un governo unitario libico che non esiste o un’autorizzazione dell’Onu che il Palazzo di Vetro non intende concedere. Il Regno Unito sembra quindi volersi muovere in base al principio di difesa degli interessi nazionali contro una minaccia che giunge da uno “Staio fallito” quale è la Libia.
Londra propone inoltre una cooperazione più stretta con la Nato e con la guardia costiera turca nel Mar Egeo per intercettare i barconi provenienti dalle coste turche e dirette verso le isole greche. Il pragmatismo di Londra è del tutto giustificato, specie se si tiene conto che il sito Politico ha rivelato che in una lettera riservata inviata ai ministri degli Esteri della Ue, l'Alto rappresentante Federica Mogherini afferma che la "l'incerta situazione in Libia" potrebbe tradursi quest’anno nell'arrivo di oltre 450mila immigrati illegali in Europa, ma che sbarcherebbero tutti in Italia. Giusto per fare le debite proporzioni l’anno scorso dalla Libia ne arrivarono 155 mila, l’anno prima 170 mila.
Dati impressionanti che cozzano con i proclami vittoriosi del comando di EunavforMed. A sette mesi e mezzo dall’avvio dell’Operazione l’ammiraglio Enrico Credendino ha infatti sottolineato come la flotta europea, che dal 27 luglio 2015 opera nelle acque internazionali davanti alla Libia, “ha salvato oltre diecimila vite, distrutto 84 barconi, arrestato 53 trafficanti. “Soprattutto fa deterrenza” nella rotta sud delle migrazioni dove “ha tolto spazio di manovra a trafficanti e scafisti” ha aggiunto l’ammiraglio, dimenticando che la missione della Ue è nata per contrastare i trafficanti di esseri umani. Invece impiega costose fregate lanciamissili e persino una portaerei (la Cavour utilizzata come nave comando) per fare soccorso in mare e arricchire trafficanti.
Negli ultimi tre giorni le flotte italiana ed europee hanno avuto molto da fare raccogliendo in mare quasi 2.500 clandestini tutti sbarcati in Italia e quasi tutti maschi adulti dell’Africa Occidentale. Di fatti queste operazioni pagate dai contribuenti italiani ed europei sono di supporto ai trafficanti collusi e collegati con al-Qaeda e Stato Islamico, come hanno ampiamente dimostrato in questi anni i report di diversi servizi d’intelligence. Invece i vertici politici e militari di Roma e Bruxelles continuano a raccontarci favole, sostenendo addirittura che Eunavfor Med abbia tolto spazio di manovra ai trafficanti, i quali infatti soffrono a tal punto la presenza navale europea che stanno incrementando i flussi impiegando gommoni cinesi triangolati in Libia dalla Turchia.
Ankara del resto appare quanto meno complice di tutti i flussi migratori diretti in Europa ed è sponsor in Libia del governo islamista di Tripoli sul cui territorio operano i trafficanti. E non sarà certo l’arresto di qualche scafista, quasi sempre rimesso rapidamente in libertà dalla giustizia italiana, a scoraggiarli. Se davvero si volessero salvare vite umane si dovrebbero attuare i respingimenti, unica arma che scoraggerebbe i flussi poiché nessuno pagherebbe migliaia di euro ai criminali per ritrovarsi in Africa invece che in Europa.
Credendino ha sottolineato che l’obiettivo di Sophia/Eunavfor Med è la “distruzione del business model di trafficanti e contrabbandieri” (definizione il cui significato che resta misterioso) ma in realtà le sue navi ingigantiscono il giro d’affari dei criminali. La priorità morale è quella di salvare le vite umane, rispettando strettamente il “principio di non respingimento” ha detto l’ammiraglio aggiungendo che tutte le persone salvate, compresi gli scafisti che vengono consegnati alla giustizia, vengono portati in Italia. “Mai in Libia o in paesi terzi”.
Certo i militari obbediscono alla politica (italiana ed europea) ma con ordini come questi l’unico risultato è rafforzare criminali e jihadisti che si finanziano i anche con questi traffici con in più l’aggravante di consentire ai gommoni dei trafficanti di sconfiggere sul mare portaerei e fregate lanciamissili. Un danno senza precedenti alla credibilità dello strumento militare europeo e dell’Occidente.