L'EDITORIALE
Libia e Siria non sono così distanti
"Fermate le armi" è l'appello del Papa, che per la Libia chiede anche l'avvio di un negoziato. E per la Siria "è urgente ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all'unità".
Editoriali
16_05_2011
Riportiamo le parole che il Papa ha detto ieri, 15 maggio, dopo la tradizionale preghiera del Regina Caeli, che testimoniano un'attenzione vera alle sofferenze delle popolazioni colpite e chiedono con forza di fermare le armi.
"Continuo a seguire con grande apprensione il drammatico conflitto armato che, in Libia, ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze, soprattutto fra la popolazione civile. Rinnovo un pressante appello perché la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli Organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi. Assicuro, inoltre, la mia orante e commossa partecipazione all’impegno con cui la Chiesa locale assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali.
Il mio pensiero va anche alla Siria, dove è urgente ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all’unità. Chiedo a Dio che non ci siano ulteriori spargimenti di sangue in quella Patria di grandi religioni e civiltà, ed invito le Autorità e tutti i cittadini a non risparmiare alcuno sforzo nella ricerca del bene comune e nell’accoglienza delle legittime aspirazioni a un futuro di pace e di stabilità".