Liberato uno dei sacerdoti rapiti in Nigeria
Padre Emmanuel era stato rapito il 5 novembre. È ancora nelle mani dei sequestratori padre Christian, rapito il 6 novembre
Nelle prime ore dell’11 novembre in Nigeria padre Emmanuel Azubuike, il parroco della chiesa di Santa Teresa Obollo, che fa parte della diocesi di Okigwe e si trova nello stato meridionale di Imu, è stato liberato dai suoi rapitori. Era stato sequestrato il 5 novembre mentre stava facendo ritorno alla sua parrocchia. A dare l’annuncio è stato un portavoce della diocesi. Si è trattato sicuramente di un sequestro a scopo di estorsione, ma non è stato rivelato se per la liberazione di padre Emmanuel sia stato pagato un riscatto. Resta invece ancora nelle mani dei malviventi padre Christian Uchegbu, della diocesi di Orlu, sempre nell’Imu, rapito il 6 novembre mentre tornava da Port Harcourt. La diocesi di Okigwe comprende 119 parrocchie distribuite su due stati, Imo e Abia. È stata eretta nel 1981. Dal 1994 fa parte della provincia ecclesiastica della arcidiocesi di Owerri e conta quasi un milione di fedeli. Più di un milione sono i fedeli della diocesi di Orlu che è stata creata nel 1980. Il suo territorio è suddiviso in 189 parrocchie. “I casi di rapimento sono molto diffusi, accadono quasi ogni giorno”, denuncia Emeka Umeagbalassi, direttore di Intersociety, Società internazionale per le libertà civili e lo stato di diritto, di ispirazione cattolica. Emeka ritiene che i rapimenti potrebbero essere fatti anche grazie alla complicità di soldati governativi. “Ci sono posti di blocco militari ovunque – spiega – si sospetta fortemente che i rapitori ‘sistemino’ i soldati dopo ogni operazione riuscita”. Per “sistemare” Emeka intende corrompere o pagare tangenti. Monsignor Mathew Hassan Kukah, vescovo di Sokoto, a sua volta ha descritto la situazione come “una epidemia di rapimenti”. Lo scorso anno la sua diocesi ha speso 30 milioni di naira (la valuta nigeriana, pari a circa 37.200 dollari) per riscattare i religiosi rapiti.