L’esodo dei cristiani iracheni continua
Minacciati, discriminati, indifesi, i cristiani lasciano l’Iraq cercando scampo in Europa, Nord America e Australia
I cristiani lasciano l’Iraq sotto la pressione dell’incertezza, delle minacce, delle violenze. Bassora ad esempio, città del sud del paese, si sta svuotando, afferma Aram Sabah, membro dell’arcidiocesi caldea di Bassora e del sud Iraq, di cui l’agenzia di stampa AsiaNews ha riportato la testimonianza attingendo a una intervista rilasciata al sito di informazione curdo Rudaw. La maggior parte delle chiese della città e della provincia sono ormai inutilizzate e nove sono state chiuse perché l’80% dei fedeli – assiri, caldei, siriaci – sono emigrati o fuggiti. Un tempo la provincia di Bassora ospitava una significativa minoranza cristiana. Delle oltre 7.000 famiglie cristiane di un tempo adesso, secondo i dati del Consiglio delle Chiese di Bassora, ne restano solo 350. “Si sentono minacciati – spiega Aram Sabah – è per questo che i cristiani emigrano. Sono molte le ragioni che inducono a lasciare il paese. Quando la legge è debole, lo Stato non funziona o i tuoi diritti non sono riconosciuti e sei considerato un cittadino di terza classe emigri all’estero ogni volta che intravvedi una opportunità”. Per questo migliaia di cristiani se ne sono andati e continuano a farlo. Una parte ha cercato rifugio a nord, nel Kurdistan iracheno, dove nonostante gli attacchi turchi e iraniani contro i curdi che non risparmiano i cristiani, la situazione è relativamente più sicura. Molti però hanno lasciato il paese cercando asilo soprattutto in Europa, Nord America e Australia. “Bassora – riporta AsiaNews – è il centro più importante del sud dell’Iraq ed è stata teatro negli anni scorsi di gravi violenze etniche e confessionali che avevano spinto la Chiesa a sospendere tutte le attività extra-pastorali e le autorità a imporre il coprifuoco. Una situazione di criticità che ha caratterizzato la storia recente di tutto il Paese più volte denunciata dal patriarca caldeo, il cardinale Louis Raphael Sako, che ha determinato un drastico calo della popolazione cristiana”. Da 1,5 milioni i fedeli sono ormai in Iraq restano solo 300.000, 150.000 secondo alcune fonti.