Lesbiche in sala, salesiani più "avanti" dei network Usa
Al centro culturale dedicato a San Giovanni Bosco si proietta Carol, storia di un amore lesbo, con tanto di scene osè che lo stesso network Abc ha censurato. I curatori sono consapevoli del giudizio negativo dato dalla Cei (e anche che ne avrebbe dato il fondatore), ma, dicono, basta la coscienza personale a stimolare la riflessione
Chissà se San Giovanni Bosco avrebbe accettato. Probabilmente no, se lo abbiamo conosciuto bene, ma poco importa. Quel che conta in fondo è la coscienza personale, basta dimenticarsi che deve essere "rettamente formata". I Salesiani di Roma, per la precisione il Centro Culturale Salesiano, ne sono davvero consapevoli che il film in proiezione domani e venerdì è "scabroso" e "immorale" tanto che non fanno mistero di pubblicare il giudizio che ne ha dato la commissione nazionale valutazione film della Cei. La quale, su Carol (pellicola ad alto contenuto lesbo candidata anche agli ultimi Oscar 2016) si è espressa chiaramente:
"Film in cui le espressioni verbali e comportamentali esigono riserve morali" e "film che non può essere accettato globalmente per la presenza di alcuni aspetti fortemente problematici dal punto di vista morale". Ma al centro di via Publio Valerio ritengono che il film possa essere utile per stimolare la riflessione su alcune tematiche spesso affrontate in un orizzonte ideologico.
La pellicola infatti, interpretata da Cate Blanchett e Rooney Mara è una sorta di Signora Bovary in chiave lesbo, dove il marito si arrabbia parecchio per quella relazione omosesessuale della consorte. E se il cliché delle storie adulterine classiche con lei, lui e l'altra a fare da terzo incomodo, è ormai superato, servono adesso scene particolarmente osè tra le due donne a rimarcare il concetto del "che male c'è?".
Non è un giudizio poi così campato per aria se è vero che la Abc (il popolare network tv americano) è stata messa sulla graticola per aver censurato il promo del film, cassando proprio alcuni particolari spinti dell'amplesso. Ma i filtri morali di là dall'Altlantico qua sembrano essere ormai sdoganati, e proprio nel contesto formativo cattolico per eccellenza, quale è la cittadella degli eredi spirituali del santo degli educatori cristiani.
Anche qui, con un po' di ipocrisia, il trailer di presentazione è censurato, ma allora, dato che si crede così tanto nella valenza educativa della pellicola, che differenza fa mandarlo in onda integrale, in tutti i sensi? Quale sia poi l'orizzonte ideologico sarebbe bello saperlo dato che non era forse lo stesso don Bosco che ammoniva: «Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! Non è niente!».
Chiaramente la visione, per i fortunati romani di domani sera, è finalizzata per un pubblico di adulti e già qui si apre l'interrogativo su quale sarà la pecetta da apporre alla locandina all'esterno per tenere fuori i piccoli che, poco distante hanno appena finito di giocare a palla guerra: vietato ai minori o film per soli adulti? Il che, in entrambi i casi potrebbe far sorgere delle lubriche aspettative sui cultori di altri generi che non sono soliti bazzicare per il centro culturale salesiano.
Ma niente paura: i curatori della rassegna, con i quali la Nuovabq ha cercato, invano, di entrare in contatto, sono convinti che «la coscienza personale, in continua ricerca della verità, sia chiamata a camminare in sincerità innanzitutto con se stessi», come scrivono nella scheda del film. Un invito esplicito dunque a uscire con coming out tenuti all'oscuro fino ad oggi? O forse più semplicemente il conformarsi alla morale comune che esclude qualunque metro di giudizio sul reale perché in fondo...così fan tutti?
In ogni caso verrebbe da chiedersi che cosa ci sia rimasto del carisma fondativo di don Bosco in operazioni che strizzano l'occhio al conformismo odierno e per giunta applicano senza filtri un modello culturale impostosi su larga scala, volto a sdoganare la pratica omosessuale come sempre e comunque accettabile quando non addirittura consigliabile.
Sarà, ma noi don Bosco ce lo ricordiamo molto cateogrico sul che cosa proporre ai virgulti in fatto di giochi o divertimenti: «Dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società». Infatti stasera i giovanissimi non potranno andare a vedere il film, ci andranno solo i loro genitori. Se questa è la mission educativa dei Salesiani 2.0 allora tanto vale fare un gemellaggio con l'Arcigay e concentrarsi su altri target.