L'errore del ricco epulone
Manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua (Lc 16, 24)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti». (Lc 16, 19-31)
Quando l’anima dannata del ricco epulone si rivolge ad Abramo chiedendogli pietà e di mandare Lazzaro a confortarlo, dicendo il suo nome dimostra di aver conosciuto il povero anche durante la vita terrena e quindi di aver notato la sua miserevole condizione. Il peccato del ricco è stato quello dell’indifferenza alle miserie e alle conseguenti sofferenze di Lazzaro rifiutando di alleviarle con misericordia, preferendo esclusivamente i piaceri effimeri della vita. Nessuno, pertanto, finisce all’inferno senza accorgersene, a tutti è data la possibilità di risvegliarsi dal torpore dei propri peccati. Chiediti se anche tu potresti aver fatto l'errore del ricco epulone che non ha aiutato chi poteva aiutare.