Legge sulla bioetica, sì finale alla barbarie di Macron
L’Assemblea Nazionale ha approvato la “Legge sulla bioetica”. Il testo estende la Pma a coppie lesbiche e donne single, le ricerche su cellule staminali embrionali e la produzione di embrioni-chimera.
Nel tardo pomeriggio di martedì 29 giugno, l’Assemblea Nazionale francese ha approvato in via definitiva la barbara Legge sulla Bioetica (326 voti a favore, 115 contrari). L’ultima approvazione, dunque, dopo le due precedenti della stessa Assemblea e del Senato, dopo quattro anni dal deposito del testo da parte del Governo (24 luglio 2017). I regolamenti applicativi della legge sono già stati preparati in modo che “i primi bambini possano essere concepiti prima della fine del 2021”, ha detto il ministro della salute Olivier Véran, che ha lodato nelle ore precedenti al voto finale “un testo misurato che corrisponde alle aspettative della società francese”.
Il Senato, lo scorso 24 giugno, aveva risposto allo schiaffo istituzionale di Macron (sono solo 13 i precedenti dal 1958 ad oggi) - che aveva deciso di procedere con l’approvazione del testo nonostante i rilievi e le modifiche proposte dai senatori - con una sonora bocciatura dell’intera legge. In un’ora i senatori avevano votato, con 191 voti contro 61, la mozione per respingere la legge presentata a nome della Commissione speciale di bioetica, un rifiuto del disegno di legge fermo e netto. Al momento del voto moltissimi senatori hanno dichiarato: “Noi non abbiamo la stessa concezione della persona umana” dei deputati e del Governo. Eppure, Macron aveva più volte promesso e rassicurato che mai “avrebbe trasformato il dibattito in una battaglia d’identità politica”, senza il parere favorevole del Comitato etico consultivo nazionale, e senza “un ampio consenso” non si sarebbe proceduto con l’approvazione. Promesse da marinaio e la conferma dell’approccio ‘tirannico’ che lo stesso presidente francese ha dichiarato nei giorni scorsi: “Da noi decide sempre il Governo”.
Ebbene, ora che è giunto il voto definitivo, cosa cambia con la nuova legge? C’è l’apertura della procreazione medicalmente assistita (Pma) a tutte le donne (coppie lesbiche e donne sole). Prima dell’adozione di questa legge, potevano ricorrere alla Pma ‘solo’ le coppie eterosessuali (sposate, in unione civile o conviventi) con problemi di fertilità stabiliti da un medico o quelle in cui uno dei membri della coppia era portatore di una malattia grave che poteva essere trasmessa al loro bambino. Le donne lesbiche e single, sino ai 43 anni di età, potranno ora sottoporsi alla Pma in Francia, con gli stessi diritti delle coppie eterosessuali. Ogni paziente dovrà avere diversi colloqui con un medico o un’équipe medica specializzata in fertilità e, dopo un periodo di riflessione da uno a due mesi, dovranno confermare la loro richiesta per iscritto al medico. Quattro tentativi di fecondazione in vitro e sei inseminazioni artificiali sono completamente rimborsati dalla previdenza sociale (l’inseminazione artificiale costa in media 950 euro, mentre un tentativo di fecondazione in vitro tra i 3.000 e i 4.000 euro). Se entrambi i membri della coppia hanno un problema di sterilità, o c’è il rischio di malattia genetica per il bambino, o nel caso di una coppia lesbica sterile o di una donna single, si può ricorrere al trasferimento di embrioni dopo la decisione di un giudice. È in pratica un via libera alla maternità surrogata.
Oltre a Pma per donne single e lesbiche, un altro grande cambiamento nella legge di bioetica riguarda l’eliminazione dell’anonimato per i donatori di sperma e di ovuli. L’articolo 3 dà a qualsiasi persona concepita tramite procreazione medicalmente assistita con un terzo donatore il diritto di avere accesso all’identità di quel donatore quando raggiunge la maggiore età, ma non si potrà in nessun caso stabilire un legame di filiazione con il donatore. Il bimbo sarà legalmente orfano di padre per sempre. Non solo! Questo implica che i donatori di gameti dovranno ora accettare che la loro identità possa un giorno essere rivelata al bambino e dichiararsi favorevoli all’autoconservazione dei gameti per gravidanze future. E la genitorialità delle coppie lesbiche? Per la donna che ha partorito, la sua filiazione sarà stabilita nel certificato di nascita; per la sua partner, il legame di parentela sarà ufficializzato con un riconoscimento congiunto davanti a un notaio. Nell'atto di nascita completo del bambino, ci sarà quindi scritto che “entrambe le madri hanno riconosciuto il bambino in tale data davanti a un notaio”.
La ricerca sull’embrione umano, inclusa la produzione di chimere, può ora essere effettuata fino a 14 giorni, contro i 7 giorni precedenti. I protocolli di ricerca condotti sulle cellule staminali embrionali saranno soggetti a una semplice presa d’atto dell’Agenzia di Biomedicina prima della loro attuazione (non ad un’autorizzazione). Con il pretesto di rinnovare il regime giuridico, la legge liberalizza la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane, la creazione di gameti artificiali, copie di embrioni umani (articoli 14 e 15), embrioni chimerici, embrioni transgenici (articolo 17).
Le proteste non sono mancate in questi giorni. La Manif pour tous ha coinvolto migliaia di persone alle manifestazioni, i vescovi francesi si sono mobilitati, la Fondazione Jérôme Lejeune in un comunicato ha messo in chiaro che “con questa legge da ora tutto diventa possibile”. Nelle stesse ore dell’approvazione, già emergevano le prime preoccupazioni di medici e associazioni per la carenza di sperma, le file d’attesa per le coppie lesbiche e le donne single... Non c’è limite al peggio. Dove sono i paladini dei “valori europei”? Con che faccia l’Unione europea condanna l’Ungheria di Orban, per una buona legge a salvaguardia dei minori, e tace sull’inciviltà di Macron?