Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Colombano a cura di Ermes Dovico
Santa Brigida e devozioni

Le Orazioni e il Rosario brigidino, per l'unione con Dio

Il nome di santa Brigida richiama alcune famose devozioni a lei legate, come le 15 Orazioni che Gesù le dettò per onorare i colpi ricevuti durante la Sua Passione. E poi c’è il Rosario detto brigidino (che ha sei poste anziché cinque), in onore dei 63 anni di vita terrena della Madonna. Pie pratiche che aiutano i fedeli a vivere quel legame indissolubile con Dio sperimentato dalla grande mistica svedese.

Ecclesia 23_07_2021

Per poter comprendere appieno le pie pratiche devozionali legate alla figura di santa Brigida di Svezia, è utile vedere l’etimologia del termine “devozione” che nasce dal latino devotio, dal verbo devovere che può essere tradotto con: “consacrare, votare, offrire in voto o in espiazione”, oppure “votarsi, consacrarsi”. Ma cosa vuol dire “devozione”? Vari dizionari ci indicano quasi tutti lo stesso significato: “Stato d’animo che implica adorazione nei confronti di Dio e che si manifesta pregando o in altri modi; legame indissolubile con Dio e nella fede è anche anelito per la verità”.

Santa Brigida di Svezia viveva proprio questo legame indissolubile con Dio divenendo, con e in Lui, unica “cosa”. Quando si pensa a lei la memoria corre subito - appunto - ad alcune devozioni che il tempo non ha sbiadito perché rimangono vive. È la fede che le “rigenera”, di giorno in giorno. Proprio perché viviamo in un tempo secolarizzato come il nostro, è la devozione a donare nuova linfa al nostro credere: si ha bisogno di riscoprire tutta questa tradizione che la storia della Chiesa ci ha consegnato per poterci confrontare con le nostre origini, con le radici antiche della Fede. Trovarsi di fronte a santa Brigida equivale un po’ al trovarsi di fronte a una verde immensa sequoia i cui rami svettano, lucenti, verso l’alto. Ad ogni ramo, corrisponde, appunto una devozione particolare. Prima di addentrarci nella loro storia, nel loro contenuto, fare riferimento a ciò che la mistica del Trecento ci ha rivelato - il verbo è il più appropriato - diventa necessario.

Pensiamo, ad esempio, alle “Rivelazioni” che furono dettate da Brigida ai suoi segretari-confessori: furono tradotte dallo svedese al latino e raccolte in un’edizione di otto libri. Benedetto XVI, al riguardo, ha detto:

«Le Rivelazioni di Santa Brigida presentano un contenuto e uno stile molto vari. A volte la rivelazione si presenta sotto forma di dialoghi fra le Persone divine, la Vergine, i santi e anche i demoni; dialoghi nei quali anche Brigida interviene. Altre volte, invece, si tratta del racconto di una visione particolare; e in altre ancora viene narrato ciò che la Vergine Maria le rivela circa la vita e i misteri del Figlio. Il valore delle Rivelazioni di santa Brigida, talvolta oggetto di qualche dubbio, venne precisato dal Venerabile Giovanni Paolo II nella Lettera Spes Aedificandi: “Riconoscendo la santità di Brigida, la Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l'autenticità complessiva della sua esperienza interiore”». (Udienza Generale in Piazza San Pietro del 27 ottobre 2010)

Il quadro fornito crea l’humus spirituale per passare in rassegna le devozioni legate alla santa svedese. Cominciamo da quella più conosciuta: “Le Orazioni di santa Brigida”. Oratorium divae Birgittae in Finstad. Ipse locus precum D: Birgittae prout typis delineatus extat in libris revelationum, è il titolo originale in latino della famosa opera mistica. Nei suoi scritti, la santa narra che Gesù stesso le rivelò di aver ricevuto 5480 colpi durante la Passione. E per onorare tali ferite, bisogna recitare quindici orazioni per un anno. Analizzarle tutte, richiederebbe un saggio critico di molte pagine. Cerchiamo di presentarne almeno una. È la Sesta Orazione. In questa si fa riferimento al momento culmine della Crocifissione:

«O Gesù Re amabile, ricordati del dolore che provasti, quando nudo e disprezzato pendesti in Croce, senza avere, fra tanti amici e conoscenti che t’erano d’intorno, chi ti consolasse, eccetto la tua diletta Madre, alla quale raccomandasti il discepolo prediletto dicendo: “Donna ecco tuo figlio”; e al discepolo: “Ecco la tua Madre”. Fiducioso ti prego, pietosissimo Gesù, per il coltello del dolore che allora le trapassò l’anima, che tu abbia compassione di me nelle afflizioni e tribolazioni mie così del corpo come dello spirito, e mi consoli, porgendomi aiuto e gaudio in ogni prova e avversità. Amen.    O dolcissimo Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore! O Gesù, Figlio di Dio, nato da Maria Vergine, per la nostra salvezza crocifisso, regnante ora in cielo, abbi pietà di noi».

Chiunque entri - oggi - nella basilica romana di San Paolo fuori le Mura, rimane colpito da una cappella con un crocifisso in legno. È il Crocifisso - opera lignea dell’artista Pietro Cavallini - davanti a cui la santa, ritirandosi in preghiera, ascoltò la voce di Gesù. Ma perché Brigida era a Roma?  Nel 1349 Brigida lasciò per sempre la Svezia e si recò in pellegrinaggio nella Città Eterna. Non solo intendeva prendere parte al Giubileo del 1350, ma desiderava anche ottenere dal pontefice Clemente VI l’approvazione della regola dell’ordine religioso che voleva fondare, intitolato al Santissimo Salvatore. Fu proprio durante questo pellegrinaggio che il crocifisso miracoloso parlò a Santa Brigida. Si narra, infatti, che poco dopo essersi messa in preghiera, Brigida andò in estasi. È da questo momento che Cristo cominciò a dettarle le famose “Orazioni” che furono, successivamente, benedette da Pio IX il 21 maggio e approvate il 31 maggio 1862.

Altra devozione legata alla santa svedese è il cosiddetto “Rosario brigidino”. Per recitare questa preghiera mariana si usa una particolare corona che viene chiamata - appunto - brigidina. Fu papa Urbano V a dare la sua approvazione a tale pratica devozionale. Questo Rosario viene recitato in onore dei sessantatré anni che Maria visse sulla Terra, sempre secondo le “Rivelazioni” a santa Brigida. La corona di questo rosario è diversa da quella del rosario normale. Prima di tutto, non è composto da cinque decine, bensì da sei. Inoltre, le decine non sono alternate da un solo grano, bensì da due. Ma quello che affascina di più di questo particolare rosario sono i colori dei grani stessi. Abbiamo, infatti, tre diversi colori ai quali corrispondono diverse preghiere: su ogni grano color oro si recita il Credo; su quelli d’argento il Padre Nostro e su quelli azzurri le Ave Maria. Il Padre Nostro e il Credo (degli apostoli) sono recitati alla fine di ciascuna decina. Alla fine della sesta e ultima, sui grani che collegano la corona al crocifisso, si recitano: sul grano color d’argento il Padre Nostro e su quelli color azzurro le Ave Maria.

È l’eterno connubio tra Gesù e Maria. Le parole che la santa svedese riferisce al riguardo hanno il fascino della poesia e la forza del misticismo. Leggendole, sembra davvero vedere Madre e Figlio, uniti dall’Amore Eterno, nell’Eterno Amore. Sono versi, non semplici parole. Il dialogo fra Gesù e Sua Madre, contenuto nelle “Rivelazioni”, è intenso e ci induce alla contemplazione del Cielo, così come riesce a fare solamente chi ha “toccato” e “vissuto” Dio:

«La Madre di Dio parlava al Figlio, dicendo: “Il tuo nome sia benedetto in eterno, Gesù Cristo, caro Figlio mio! Alla tua umanità sia reso onore al di sopra di tutto il creato! Sia resa gloria alla tua divinità eterna, sopra ogni cosa, divinità che è Dio con la tua umanità!”. Il Figlio rispose: “Carissima Madre mia, sei simile a un fiore che si è schiuso, cresciuto in una valle vicino a cui c’erano cinque montagne. Quel fiore è spuntato da tre radici, con uno stelo dritto, senza nodi; quel fiore aveva cinque foglie colme di ogni soavità e dolcezza. Ora, quest’umile valle si è innalzata con il suo fiore al di sopra delle cinque montagne circostanti, e le sue foglie si sono ingrandite e protese su tutta la distesa del cielo e sopra i cori degli angeli. Questa valle sei tu, Madre amatissima, grazie all’umiltà che hai avuto più di chiunque altro, è la tua umiltà che ha superato le cinque montagne”». (Dal Libro I delle “Rivelazioni” di Santa Brigida).