Le elezioni in Brandeburgo avvicinano la crisi di Scholz
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Partiti identitari in crescita anche nello Stato che include la capitale Berlino. Vincono per un soffio i socialisti che si distanziano dal governo: la “coalizione semaforo” è al capolinea.
I socialisti tedeschi, distanziandosi dal governo nazionale di Scholz, vincono di un soffio le elezioni del Brandeburgo, davanti ad una destra identitaria sempre in crescita e ad una sinistra sovranista che ha ormai soppiantato quella tradizionale. Dopo aver ottenuto il maggior numero di voti nelle recenti elezioni regionali della Turingia, la destra di AfD si conferma il secondo partito più votato anche in Brandeburgo, così come era capitato in Sassonia ad inizio settembre e anche la sinistra sovranista di BSW ormai sbaraglia quella tradizionale ad ogni elezione. Il cancelliere Olaf Scholz è in grave difficoltà anche all’interno del suo partito, la “coalizione semaforo” con i Verdi ed i Liberali è nei fatti al capolinea e, più si avvicineranno le elezioni federali del 2025, maggiormente cresceranno le tensioni e recriminazioni identitarie e programmatiche.
Alle elezioni in Brandeburgo, Stato che include la capitale Berlino, secondo i sondaggi consolidati nella serata di ieri, i socialisti dell’SPD, al governo ininterrottamente dal 1990, hanno ottenuto il 30.7% dei voti (+5.1%) e 32 seggi; l’AfD si porta al 29.6% (+6.0%) e 30 seggi; la nuova sinistra sovranista BSW segna un 12.4% e 12 seggi, la CDU cede il 3.7% e scende all’11.9% con 12 seggi, i verdi perdono il 6% circa e si attestano intorno al 4,6% senza alcuna certezza di aver almeno uno o due seggi ripescati, mentre i Liberali e la Sinistra tradizionale invece non superando la soglia minima del 4% non entreranno nel parlamento statale. A oggi, il vero problema che dovrà affrontare la SPD è quello di ricercare una coalizione di governo, visto che degli 88 seggi del parlamento statale, la sola alleanza SPD+CDU raggiungerebbe solo 44 seggi, solo con gli eventuali rappresentanti dei Verdi si supererebbe la soglia minima di governo a 45 seggi. Sarebbe un governo possibile, di tutti contro la destra identitaria di AfD e la sinistra sovranista di BSW, destinate ancora a crescere in vista delle elezioni federali del 2025.
La cartina statale pubblicata dal quotidiano Der Spiegel mostra come la destra identitaria abbia conquistato il 95% del territorio dello Stato, segno di un radicamento e di una popolarità in crescita ovunque. Il premier uscente socialdemocratico del Brandeburgo (SPD) Dietmar Woidke ha espresso soddisfazione per esser riuscito a superare la destra, dopo aver evitatoo di fare campagna elettorale con Scholz ed esaltato invece i propri successi statali, a partire dall’insediamento dello stabilimento della Tesla. Un successo importante, visto che tutti i sondaggi, persino l’ultimo pubblicato giovedì dal sondaggista “Forschungsgruppe Wahlen” aveva dato l'AfD al 28% con l'SPD al 27%, seguito dai conservatori al 14% e dalla nuova sinistra (BSW) al 13%. Evidentemente, alla stretta finale, la polarizzazione e la scelta di rendere più utile possibile il proprio voto, compiuta da ogni cittadino, ha svuotato i partiti con minoro chances di vittoria: CDU, Linke, Liberali e, in parte, in Verdi.
Nei giorni precedenti al voto di ieri, diverse sono state le voci insistenti sulla possibile crisi di governo e, soprattutto, sulla possibile decisione dei socialisti di non ricandidare Scholz alla cancelleria nelle elezioni del 2025. Certamente, un'altra sconfitta causata dalla destra identitaria avrebbe segnato quasi certamente la fine di Scholz e già diverse figure di spicco dell'SPD avevano confidato a Politico il probabile collasso della coalizione di governo, della partnership "semaforo" dell'SPD con i Verdi e i Liberali dell’ FDP. Il successo personale del premier socialista del Brandeburgo, con le sue prese di distanza dal cancelliere Scholz e dalle politiche del governo, mostra quanto l'SPD si stia rendendo conto che l’attuale capo del governo non possa vincere le prossime elezioni federali, come scriveva The Guardian ieri.
L’effetto sperato dalla CDU, dopo l’annuncio del 17 settembre della candidatura dell’attuale leader del partito Friedrich Merz come cancelliere, sostenuto dal leader della CSU bavarese Markus Soeder, non c’è stato, vista la sconfitta elettorale di ieri (-3.5%). L’esclusione politica e il pregiudizio discriminatorio dei partiti tradizionali, nei confronti della destra identitaria di AfD e della sinistra sovranista di BSW, si conferma una ingiustizia strumentale che non camuffa l’assenza di proposte e serietà dei partiti tradizionali ed invece acuisce le divisioni sociali nel Paese.
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