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Vietnam

Le autorità di Hué, in Vietnam, incendiano le foreste per appropriarsi delle terre del monastero di Thien An

Cinque incendi dolosi in pochi mesi hanno devastato la foresta adiacente al monastero di Thien An che le autorità locali intendono abbattere per far posto a un villaggio turistico

 

 

 

Ci sono molti modi per intimidire, discriminare e perseguitare i cristiani. In Vietnam lo scorso 7 luglio la polizia, con l’aiuto di alcuni teppisti assoldati allo scopo, ha dato fuoco  almeno a cinque ettari di foresta sul terreno del monastero di Thien An a Hué, nel Vietnam centrale. Si è trattato del quinto incendio doloso verificatosi nell’area dall’inizio di marzo. Questa volta le fiamme hanno lambito il campanile e la sala degli incontri pastorali del monastero. Lo scopo degli incendi è impadronirsi dei 110 ettari di foresta e cacciare via i monaci. Il governo locale infatti dispone subito dopo la riforestazione delle zone danneggiate e poi ne rivendica l’uso e la proprietà. Da 20 anni  tentano di mancarci via sequestrando le nostre terre – i monaci hanno spiegato all’agenzia AsiaNews – per costruirci un villaggio turistico. Più volte i monaci e i fedeli che frequentano il monastero hanno subito aggressioni da parte di poliziotti in borghese e picchiatori assoldati dalle autorità di Hué. Uno degli episodi più spiacevoli si è verificato nel giugno del 2017. Un centinaio di persone hanno fatto irruzione nei terreni del monastero armati di seghe metalliche, sbarre e bastoni e, gridando frasi blasfeme, hanno abbattuto una grande croce. Hanno quindi malmenato i monaci e i fedeli sopraggiunti per rimettere la croce al suo posto e per proteggere una statua di Gesù che si trovava poco lontano. La croce e la statua erano state distrutte nel 2015 e nel 2016, ma monaci e fedeli ogni volta le avevano ricostruite.