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PONTIFICALE PER SANT'AGOSTINO

«L'amore per la persona di Dio che vince ogni apostasia»

«Come sant'Agostino dobbiamo anche noi impegnare tutto il nostro tempo, le nostre energie e le nostre capacità per conoscere Dio e amarLo. Il vero povero è chi manca di Dio!» (...) «Il mondo odierno ci propone ideologie che calpestano il Vangelo. Anche all'interno della Chiesa ci sono pastori che si lasciano sviare» (...) L'omelia integrale del cardinale Robert Sarah a Pavia nel giorno di Sant'Agostino.

Attualità 29_08_2019
card Sarah

Di seguito la trascrizione integrale dell'omelia tenuta dal card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, in occasione del Solenne Pontificale per la Festa di Sant'Agostino, 28 agosto 2019, presso la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia. 

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Carissime Eccellenze,
Carissimi sacerdoti,
Carissimi fratelli agostiniani,
Carissimi fratelli e sorelle,

Ho il cuore ricolmo di gioia per essere qui, questa sera, in mezzo a voi a presiedere questa solenne Celebrazione Eucaristica nel giorno della festa di Sant'Agostino; in questa bellissima basilica di San Pieto in Ciel d'Oro, dove si conservano e si venerano le spoglie mortali di questo illustre Santo africano. Desidero innanzitutto porgere il mio ringraziamento a Sua Eccellenza mons. Corrado Sanguineti, vescovo di questa diocesi, per l'invito a celebrare l'Eucaristia insieme e ringrazio ciascuno di voi. Sono molto legato alla figura del Santo Vescovo Agostino, un illustre Padre della Chiesa, africano come me.

Sant'Agostino è stato un ricercatore appassionato della Verità e di Dio: il suo cammino di conversione resta un modello per ciascuno di noi, perchè, sino alla fine della nostra vita, come Sant'Agostino, noi siamo in un continuo cammino di conversione. Anche noi cerchiamo come raggiungere il Logos, il Cristo, il Dio fatto carne, il Dio che possiamo toccare, contemplare e vedere con i nostri occhi ed amare.

Solo Cristo è il modello e la strada che ci conduce verso la perfezione e la santità. Solo Cristo, mite ed umile di cuore, può insegnarci l'umiltà, e suscitare in noi e condurci verso la nostra radicale conversione. Solo Lui ci libera e ci purifica dal peccato e ci introduce in una Vita Nuova, come scrive papa Benedetto XVI: «Anche noi abbiamo sempre bisogno di essere lavati da Cristo e da Lui rinnovati». Per questo abbiamo bisogno di quella conversione permanente che si alimenta con l'umiltà di saperci peccatori in cammino, finché il Signore ci dia la mano definitivamente e ci introduca nella Vita Eterna.

In questo atteggiamento di umiltà vissuto giorno dopo giorno, Agostino visse e morì. Oggi, perciò, chiediamo a lui l'umiltà e la ricerca sincera di Dio. Questo sentimento di indegnità davanti all'unico Signore Gesù, lo introdusse all'esperienza di umiltà anche intellettuale: Agostino, infatti, che è una delle più grandi figure della storia del pensiero, volle, negli ultimi anni della sua vita, sottoporre ad un lucido esame critico tutte le sue numerosissime opere: ebbero così origine Le Ritrattazioni che, in questo modo, inseriscono il suo pensiero teologico, davvero grande, nella fede umile e santa, quella che lui chiamava semplicemente con il nome di cattolica, cioè della Chiesa.

«Ho compreso - scrive Agostino - che uno solo è veramente perfetto e che le parole del Discorso della montagna sono totalmente realizzate in uno solo, in Gesù Cristo stesso. Tutta la Chiesa invece - tutti noi, inclusi gli Apostoli - dobbiamo pregare ogni giorno: "Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori" ». Convertito a Cristo che è Verità e Amore, Agostino Lo ha seguito per tutta la vita ed è diventato un modello per ogni essere umano, per noi tutti  che siamo in ricerca di Dio.

Quanto abbiamo bisogno oggi di ricercare veramente Dio! Dio non conta più nella nostra società, Dio non esiste più, non abbiamo più bisogno di Lui! E Agostino oggi ci insegna a cercare Dio umilmente. Infatti, dai suoi numerosi scritti emerge il profondo rapporto d'amicizia di Agostino con Dio: in tutta la sua vita si è prodigato a conoscere e a far conoscere il Signore in quanto «non si può amare molto, chi si conosce poco». Ha amato e fatto amare Dio, innanzitutto, conoscendoLo personalmente mediante un'intensa vita ascetica, fatta di preghiera, di silenzio e di studio.

Il suo animo desideroso della verità, soprattutto da giovane, l'ha spinto a confrontarsi con i vari pensieri del suo tempo, sia filosofici sia religiosi. Solo l'incontro col Cristo, mediante il vescovo Ambrogio e la costante preghiera e le lacrime della madre, santa Monica, ha cambiato radicalmente la sua vita. Ricercava profondamente la pace del cuore, il vero amore, la felicità e si è affannato a ricercarla nel mondo, così come ci spinge oggi questa nostra società opulenta e globalizzata. Ben presto sant'Agostino ha compreso che il cuore non può trovare pace se non nel Signore, in quanto siamo fatti per Lui.

Se come sant'Agostino noi non prendiamo coscienza che siamo fatti da Dio e per Dio, presteremo attenzione solo alle cose del mondo, ci affanneremo a seguire le inclinazioni di questa nostra società, tutta dedita alle realtà unicamente materiali, ai piaceri del mondo, al benessere economico, pensando di poter vivere in tal modo da persone felici. Le ricchezze ci illudono e spesso ci fanno pensare di poter essere felici a partire dai nostri sforzi, dalle nostre forze, e di conseguenza pensiamo di poter vivere facendo a meno di Dio.

Questa nostra società, come ci hanno ricordato gli ultimi pontefici - in particolar modo san Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI - imposta il proprio vivere come se Dio non esistesse, in una sorta di apostasia silenziosa e di relativismo. Il pensare di bastare a se stessi, ci porta ad escludere Dio dalla nostra vita, e senza Dio l'uomo è davvero misero e povero. Il vero povero non è chi manca di beni materiali, di cibo, di vestiti, ma chi manca di Dio; senza Dio l'uomo ricade in una miseria così grande tanto da dirigere la propria vita verso il baratro della disperazione. Solo Dio dà il vero senso al vivere dell'uomo, è Dio che rende possibile una vita più vera, più giusta.

Anche sant'Agostino si è rifugiato nel mondo, cercando di sbarazzarsi di Dio. Ne Le Confessioni ci testimonia come - solo diventando amico di Dio e coltivando con Lui un rapporto intimo e mistico, fatto di contemplazione - la sua vita è rifiorita. «Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova. Tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me ed io stavo fuori e là ti cercavo. Ed io brutto mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature che se non fossero in te neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato e finalmente hai guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l'ho respirato e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame ed ho sete di te. Mi hai toccato ed ora ardo del desiderio di conseguire la tua pace».

Seguiamo, dunque, l'esempio del santo vescovo africano e lasciamoci guidare dal Signore, stringiamo una grande amicizia con Dio e vedremo la nostra vita dirigersi verso il suo compimento.

Cari amici, il nostro desiderio, così come quello di sant'Agostino, deve essere il divenire santi; ed essere santi significa, innanzitutto, fondare tutta la nostra vita su Dio; essere santi vuol dire principalmente vivere da figli di Dio la propria esistenza, tutta rivolta verso il Signore. Stringere un'intima amicizia con Lui e lasciarsi guidare dal Suo Vangelo in ogni circostanza della vita. Dobbiamo coltivare quotidianamente l'amore filiale e il nostro rapporto mistico con Dio: senza un rapporto personale ed intimo con il Signore non sarebbe possibile conoscerLo realmente.

Proprio come una persona, ci è possibile conoscere Dio se trascorriamo del tempo con Lui, se Lo frequentiamo molto spesso, con assiduità, più tempo quindi trascorriamo con il Signore in ascolto, in preghiera, in contemplazione e in silenzio e più lo conosciamo bene. La vita cristiana non vacilla, se restiamo radicati nella fede: questa è la profonda testimonianza dei primi cristiani, così come abbiamo ascoltato dagli Atti degli Apostoli: «I fratelli erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli, nell'unione fraterna, nella frazione del Pane e nelle preghiere».

Mediante gli insegnamenti del Vangelo ed un'intensa vita di preghiera, cresce e si eleva la propria dimensione umana e cristiana: senza la preghiera e la parola di Dio la vita dell'uomo si imbruttisce, il cristiano non può vivere senza ricercare e coltivare continuamente il rapporto mistico e di profonda vita personale con il Signore. Tutta la nostra vita dipende dal rapporto intimo e personale con Dio: più cresciamo in questo rapporto di amicizia con Dio e più tutta la nostra vita si apre ad una pienezza di senso smisurata. Il cuore trova pace solo se riposa in Dio e ciò è possibile mediante la preghiera silenziosa. 

Come sant'Agostino dobbiamo anche noi impegnare tutto il nostro tempo, tutte le nostre energie, tutte le nostre capacità intellettuali a conoscere Dio, ad Amarlo ma soprattutto a vivere questa realtà elementare: chi non ama, non ha conosciuto Dio perché Dio è Amore. E l'incontro con Lui è la sola risposta alle inquietudini del nostro cuore.

Il mondo odierno vorrebbe allontanarci da Dio, proponendoci ideologie che calpestano il Vangelo e i comandamenti di Dio. Anche all'interno della Chiesa ci sono pastori che si lasciano sviare da queste ideologie proponendole ai fedeli e pensando che, in tal modo, presentano un Vangelo più interessante in quanto più facile da vivere. Gesù invece è venuto a presentarci un Vangelo esigente e solo vivendo radicalmente la Sua parola, la nostra esistenza umana e cristiana si compie. Non seguiamo l'indicazione di quei pastori che ci presentano un Vangelo differente da quello che ci è stato consegnato dagli Apostoli, ma come sacerdoti, come vescovi e cristiani, sull'esempio di sant'Agostino, dobbiamo sempre più prodigarci a mettere in pratica l'indicazione dell'Apostolo Paolo a Timoteo e a tutti i vescovi e sacerdoti.

Così diceva san Paolo a Timoteo: «Annuncia la Parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno infatti in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del Vangelo, adempi il tuo ministero».

Vivendo questa parola di san Paolo cresceremo in quella amicizia con il Signore che ci fa permanere nel sentiero della santità. Più seguiamo l'esempio di Gesù, il buon Pastore, più la nostra vita si eleva verso Dio; solo nell'amicizia con Cristo è possibile la santità in quanto Gesù è quel Pastore e, con il tempo, la Porta che ci conduce ai pascoli della Vita Eterna. 

Vi ringrazio per la pazienza, vi ringrazio per il vostro ascolto e che il Buon Dio, per intercessione di Sant'Agostino e le preghiere di santa Monica, ci aiuti sempre a camminare nel sentiero della santità,

Che Dio vi benedica e vi custodisca sempre! Amen.

(Versione a cura de La Nuova BQ, non rivista dall'autore)

* Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti